Game of Thrones 4x08 - The Mountain and the Viper
Game of Thrones 4x08 - The Mountain and the Viper

Recensione Game of Thrones 4×08 – The Mountain and the Viper


Episodio chiave per la serie, 'The Mountain and the Viper' mette in scena il duello tra la Montagna ed Oberyn, dal quale uno dei due uscirà irrimediabilmente sconfitto. Episodio pieno di personaggi, sentimenti e paura.
Voto: 8/10

Dove eravamo rimasti: Mockingbird

Dopo due settimane – causa la pausa del Memorial Day in America – torna il gioco al trono di casa HBO. Game of Thrones ci aveva lasciato con un episodio – il sette, dal titolo Mockingbird – che in molti avevano accusato di trascinarsi quasi stancamente verso gli ultimi, incredibili, venti minuti, che avevano avuto il merito di far emergere ancora di più la figura di questo bellissimo principe di Dorne che ci aveva sedotto sin dal suo arrivo ad Approdo del Re, quando aveva fatto sapere alla capitale dei Sette Regni che i Lannister non erano gli unici a voler ripagare i propri debiti. Ma andiamo con ordine. Mockingbird poneva al centro della propria struttura drammaturgica la disperata ricerca, da parte di Tyrion, di un campione da mandare nell'arena per difendere il suo onore e, insieme, la sua vita. Il Folletto – che, lo ricordiamo, aveva chiesto "a trial for combat" (un verdetto per singolar tenzone) – si vede rifiutare prima dal fratello Jaime che, oltre all'handicap alla mano d'oro, ha anche l'handicap macroscopico di amare sua sorella Cersei; poi persino Bronn rifiuta l'investitura, rimanendo federe alla propria natura di mercenario. Tyrion così viene lasciato solo con la propria disperazione, consapevole di dover andare incontro a morte quasi del tutto certa, se egli stesso dovrà scendere in campo contro il campione di Cersei, Ser Gregor, meglio conosciuto come La Montagna. Intanto, mentre Arya e il Mastino sono in viaggio verso Nido dell'Acquila, Brienne e Podrick si imbattono in Frittella, che fa sapere ai due viaggiatori che Arya è viva e vegeta. Da qui deriva la (discutibile) scelta di Brienne di puntare a Nord, pensando che Arya Stark possa aver deciso di chiedere aiuto e asilo al fratello alla barriera Jon Snow. Ma a Nido d'Acquila, dove Arya sta andando, c'è in realtà Sansa che, dopo aver visto la sua casa di nuovo distrutta – sebbene in questo caso si trattasse solo di una scultura di neve – riceve un bacio da lord Baelish, sotto lo sguardo assatanato e gelosissimo di Lysa Arryn. La donna, un attimo dopo, conduce sua nipote sulla Porta della Luna e rivolgendole i peggiori insulti di sempre, cerca di buttarla nel vuoto. Quando però Petyr arriva, con uno stratagemma riesce a far allontanare Sansa e dopo aver dichiarato di aver sempre amato una sola donna, ossia Catelyn, getta Lysa dalla Porta della Luna, facendo di se stesso Lord della Valle. Mentre a Mereen Daenerys giace con Daario e poi accetta di seguire i consigli di Jorah Mormont sulla posizione da tenere contro Yunkai, ad Approdo del Re Tyrion è sempre più disperato. Finché non arriva una strana visita a spezzare la sua oscura routine. Oberyn entra nella cella con il suo titolo a seguirlo: un vero e proprio principe nell'aspetto e nel portamento, che intrattiene Tyrion raccontandogli della prima volta che si sono incontrati. Oberyn parla di un bambino presentato come un Mostro, ma che in realtà non era altro che un corpicino con la testa troppo grande, già vessato da una sorella maggiore crudele e spietata che voleva suo fratello morto già quando non era altro che un fascio di muscoli appena nato. "Cersei ottiene sempre quello che vuole" dice Tyrion, con gli occhi velati di lacrime e una rassegnazione da spezzare il cuore. Ma Oberyn lo sorprende: questo principe baciato dal sole, simpatico e affascinante, che ha sempre una risposta pronta per ogni provocazione, decide di schierarsi dalla parte del Folletto. Alla ricerca di vendetta per sua sorella Elia, uccisa e stuprata dalla Montagna, così come i suoi figli, Oberyn si offre come campione per Tyrion, che non può fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso di speranza mentre la porta della sua prigione si chiude.

Cosa vedremo: The Mountain and the Viper

In parte come l'episodio che l'ha preceduto, The Mountain and the Viper è un racconto che procede come il proverbiale diesel, arrivando a brutali fuochi d'artificio negli ultimi minuti. Attenzione, però: questo non significa affatto che sia un episodio vuoto o, peggio ancora, noioso. Chi si aspetta azione ad ogni puntata di Game of Thrones – specie quando è chiara la scelta di dividere in due parti un solo libro – probabilmente non ha ancora capito che parte della bellezza di questa serie sta proprio nella capacità di rendere incredibilmente concreti i propri personaggi. E questo non è possibile se ci si limita a scene di azione e poco più. Una continua sfilata di Piogge di Castamere non solo avrebbe minato le funzioni primarie del nostro cuore, ma soprattutto avrebbe finito con il portare lo show ad essere una perenne sfilata di muscoli, quando in realtà quello che batte in questo show è un cuore spesso nero e avvelenato; uno stomaco pronto a rimettere anche l'anima; una testa piena di macchinazioni e sotterfugi. Ecco perché spesso anche gli episodi un po' sottotono appaiono comunque tanto belli: perché c'è sempre qualcosa da scoprire o da re-imparare. In The Mountain and the Viper assistiamo finalmente all'inizio dell'assalto da parte dei Bruti del Regno dei Guardiani della Notte, con Ygritte che mostra un po' di misericordia quando trova Gilly e suo figlio nascosti.

Mentre intorno a loro c'è una cacofonia di grida e lamenti, con il sangue che addirittura cola dal soffitto, le due donne si guardano e poi Ygritte fa segno di fare silenzio e si allontana. Ecco, diciamo che tutta questa storia dell'attacco dei Bruti è quella che ha subito maggiormente le conseguenze della doppia stagione. E' evidente lo sforzo degli sceneggiatori di rimandare il più possibile il faccia a faccia tra Jon e la donna baciata dal fuoco: giocano così con l'attesa degli spettatori, facendo però languire una parte del racconto. Poco dopo, intanto, vediamo Theon ormai Reek tornare a vestire i suoi panni da erede delle Isole di Ferro per volere del suo padrone Ramsey Snow. Sotto il suo vecchio nome il ragazzo parte per il Nord, per il Moat Cailin. Qui, grazie alla disperazione degli assedianti, riesce a far accettare un falso patto di Bolton. Questa vittoria è per Ramsey doppia: non solo perchè si riscatta agli occhi del padre dopo gli errori passati, ma soprattutto perché gli porta un cognome, un'identità, un simbolo di rispetto. Con la conquista del Moat Cailin Ramsey smette di essere un anonimo Snow e diventa un Bolton, un figlio legittimo del Nord. E qui dobbiamo soffermarci, ancora una volta, sulle grandiosi capacità interpretative di Iwan Rheon, che nella parte dello psicopatico riesce ad essere molto più credibile di quanto non fosse nei suoi ruoli migliori (seppure perfetti): il Simon di Misfits e l'Ash di Vicious. Intanto a Nido d'Acquila Ditocorto deve difendere se stesso davanti al consiglio, cercando di convincerne i membri che Lysa Arryn si è suicidata; proprio quando sta per disperarsi, vedendo la malafede (meritata!) di chi lo interroga, Ditocorto scopre un'alleata in Sansa, che deforma la verità per il proprio tornaconto. Forse finalmente la ragazza comincia a capire come funzionano le cose a Westeros e sta dunque agendo di conseguenza.

Forgiven.

Un evento molto importante in The Mountain and the Viper si è svolto a Meereen. Mentre strani sentimenti cominciano ad affacciarsi in Missandei e Verme Grigio, Daenerys riceve una notizia che le piomba addosso come un macigno da cui poi è difficile liberarsi. Khaleesi infatti scopre che per tutto il tempo, per tutte le tappe di quel viaggio che l'ha privata dell'amore della sua vita e di un figlio, che l'ha spinta al limite dell'umana esistenza, ha tenuto accanto a sè una Spia dell'Occidente, pronta a passare al nemico qualsiasi sogno, debolezza o strategia della madre dei Draghi. Il fatto di essere tradita, per Dany, non è una novità: la novità è rappresentata dalla persona che l'ha pugnalata alle spalle. Jorah Mormont, l'amico e confidente,colui che è sempre stato al suo fianco, di colpo è un volto estraneo, sconosciuto, subdolo. Il volto di un uomo dell'Ovest, raffigurazione perfetta di quel Westeros pieno di minacce ignote e pericolosissime. Uno sconosciuto che davanti alle ingiurie e ai rimproveri di Daenerys elenca le proprie buone azioni, i propri atti di lealtà … finendo poi per dar voce alla verità più grande. "Ti ho amata," dice alla sua Regina, che però adesso per lui ha solo odio e ribrezzo. Così Daenerys caccia via Jorah, risparmiandogli la vita solo perché, dopotutto, anche lei gli vuole bene. Ed è proprio in questo che sta l'alto tradimento: nel venir tradita da chi aveva messo radici nel suo cuore.

In nomine Elia

Inutile, però, girarci intorno. Per tutte le storie "secondarie" che possono concorrere a formare l'unità narrativa dell'episodio, il vero momento clou dell'episodio è rappresentato dal duello che dà il titolo alla puntata: la montagna contro la vipera, Gregor contro Oberyn, the mountain and the viper. Uno scontro che si preannunciava epico, pieno di rancore e rabbia. Un duello che avevamo aspettato con l'ansia a morderci lo stomaco, mentre una vocina dentro di noi ci diceva che no, non possono sempre vincere i Lannister. Che Oberyn deve ottenere la vendetta per sua sorella Elia, che nella vita fu così sfortunata non solo da essere una sorta di seconda scelta per suo marito, ma anche di vedere stuprare e uccidere i propri figli, prima che la stessa sorte toccasse anche a lei. Perciò sì, è giusto che Oberyn si faccia giustizia da solo ed è giusto che, nel farla, salvi dalla morte Tyrion. Prima dello scontro Oberyn beve vino, bacia la sua donna, e annuncia che quello non sarà il giorno della sua morte. Ride della preoccupazione di Tyrion, promette alla sua consorte che non la lascerà mai sola al mondo, e poi, come un dio greco, scende nella sabbia, pronto a prendersi il suo premio. Si affaccia davanti al pubblico con acrobazie e danze, quasi ignorando del tutto la Montagna, che lo sovrasta di molto, e sarebbe capace di spezzarlo come un fuscello vessato dal vento. Ma Oberyn è il vento stesso: si muove, danza, corre e cambia direzione all'improvviso.

E' sbruffone, affascinante e freddo, proprio come l'elemento a cui lo abbiamo appena paragonato. Ma quel duello per lui non rappresenta l'occasione per mettersi in mostra: Oberyn ha uno scopo ben preciso. Quello che vuole è ottenere la confessione della Montagna. Ecco perchè ad ogni affondo e ad ogni giravolta Oberyn pronuncia il nome di sua sorella Elia, facendo la lista delle oscenità che ha dovuto subire. E alla fine Oberyn riesce nel suo intento: pianta la lancia nel petto della Montagna e noi siamo già lì con lui, a dargli una metaforica pacca sulla spalla e a tirare un sospiro di sollievo. Il volto di Tyrion si distende, vedendo che la morte si allontana. Ma poi Oberyn, da sciocco idealista qual è, decide che per la Montagna non è ancora giunto il tempo di morire, perchè non ha ancora confessato i suoi crimini. E allora Gregor ne approfitta e lo mette a terra. Gli sale sopra con tutta la sua stazza e finalmente confessa tutte le sue gesta orrende e nel farlo spiega anche come ha ucciso la famiglia di Oberyn, un attimo prima di uccidere lo stesso principe di Dorne, il cui cranio esplode in modo sinistro e cruento. Oberyn muore e una parte di noi lo segue; quella stessa parte che entra nel panico quando sente Tywin annunciare che gli dei hanno parlato e che Tyrion deve morire. Nel silenzio generale, sotto lo sguardo allucinato di Jaime e quello impaurito del Folletto, Cersei non riesce a nascondere un sorrisetto compiaciuto. Una parte della famiglia Lannister si trova a festeggiare, essendo riusciti ad eliminare, con un colpo solo, ben due nemici. Ma fate attenzione agli episodi che seguiranno, perché se c'è una cosa ancora più sicura del fatto che i Lannister paghino sempre i propri debiti è che The North still remembers.

Cosa ci è piaciuto:

• Come sempre, il rapporto tra Tyrion e Jaime è qualcosa che illumina il cuore.
• Tutta la scena con Sansa. Che la piccola ed illusa Stark abbia capito che per poter vincere nel mondo di Westeros deve imparare a farsi furba?
• Iwan Rheon. Il suo Ramsey è sempre più convincente. Tanto che quando viene riconosciuto come figlio legittimo quasi quasi riesce a commuoverci.
• L'incontro tra Verme Grigio e Missandei: pura invenzione narrativa, ma quanto sono dolci insieme?
• Sentir nominare Drogo.

Cosa non ci è piaciuto:

• Dover già dire addio ad un personaggio splendido come Oberyn.
• Il sorriso appena accennato che appare sul volto di Cersei alla fine del duello.
• La parte del Mastino e Arya, sebbene carina, non ha molta utilità a livello meramente narrativo.
• La parte a Castel Black è abbastanza inutile; oltre a vedere la reazione di Samwell e la voglia dei Guardiani di combattere, l'inserto sembra non avere alcuno scopo.
• La smettessero di ricordarci costantemente che Robb Stark è morto, è stato ucciso, ha perso la testa e tutte le varianti possibili. Il nostro cuore è ancora sanguinante senza bisogno di ulteriori ferite.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
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