Game of Thrones 5x03 - High Sparrow
Game of Thrones 5x03 - High Sparrow

Recensione Game of Thrones 5×03 – High Sparrow


Con 'High Sparrow' ci troviamo davanti ad un episodio che fa da spartiacque: da questo punto in poi lo spettatore - anche quello più preparato - non sa più cosa aspettarsi. Ancora ubriaco di chiacchiere non sempre utili, 'Game of Thrones' continua a tessere una rete dalla quale sembra sempre più difficile scappare.
Voto: 7/10

Dove eravamo rimasti: House of Black and White

Con la morte di Tywin Lannister, le cose ad Approdo del Re cominciano a cambiare. Cersei Lannister forma un nuovo consiglio e nel frattempo cerca di fronteggiare le minacce provenienti da Dorne, da dove è stata spedita una vipera rossa che stringe tra le fauci il ciondolo che portava la principessa Myrcella il giorno che ha lasciato King's Landing. Il messaggio è chiaro: a Sud c'è chi non aspetta altro che l'occasione di vendicarsi per la morte di Oberyn Martell. Prima fra tutti la sua compagna Ellaria Sand, che si reca a parlare con Doran Martell, reggente e fratello maggiore della vipera: l'uomo, costretto su una sedia a rotelle, non sembra sposare l'idea di Ellaria di vendicarsi attraverso la principessa Myrcella, che nel frattempo sembra aver stretto una forte relazione con Trystane. Cersei, però, che è molto preoccupata per l'incolumità della figlia, accetta che suo fratello Jamie, in compagnia di Bronn, parta verso il profondo Sud, per salvare Myrcella da una possibile rappresaglia. Nel frattempo Brienne continua la ricerca delle figlie di Catelyn Stark e, se da una parte ha già permesso ad Arya di scappare, la donna quasi non riesce a credere ai suoi occhi quando incontra Sansa, in compagnia di Petyr, in una locanda. Purtroppo per lei, però, Sansa non si fida, la ricorda come una donna Lannister, e per questo Brienne alla fine è costretta a fuggire con un pugno di mosche in mano. Arya, intanto, è arrivata a Braavos, dove viene condotta alla casa che dà il titolo all'episodio, dove incontra l'uomo dai mille volti che noi spettatori abbiamo conosciuto con il nome di Jaqen. Su, a Nord, Jon Snow dovrà intanto farsi forza davanti alla proposta avanzata da Stannis Baratheon: abbandonare i Guardiani della Notte e diventare, a tutti gli effetti, il Lord di Grande Inverno. Per un momento Jon sembra veramente tentato all'idea di poter tornare a casa e non essere più considerato solamente come il figlio bastardo di Ned Stark. Ma poco dopo il suo ruolo fondamentale all'interno dei Night Watch viene evidenziato quando i suoi compagni lo eleggono Lord Comandante.

Cosa vedremo: High Sparrow

In High Sparrow ha finalmente luogo il matrimonio tra Tommen Baratheon e Margaery Tyrell: un matrimonio che, a differenza di quello che lo ha preceduto, viene fatto in sordina, quasi di nascosto, come se la Regina Madre temesse un ulteriore attacco alla sua discendenza. Il rapporto tra i due nuovi sovrani si fa subito intimo e grazie alle sue arti amatorie, nonché al cuore ingenuo e fondamentalmente buono di Tommen, Margaery comincia a spingere il suo sposo contro la madre, senza tuttavia aver bisogno di denigrarla. Cersei, che si sente sempre più con le spalle al muro, si reca dall'High Sparrow, una figura emblematica che guida una setta che auspica il ritorno ad un complesso di valori più antico e forte. Sfruttando questo, Cersei fa incarcerare il Septon che era stato colto in un bordello mentre metteva le sue conoscenze ai piedi di piaceri ben più carnali e terreni. Quella della regina è una mossa disperata, quella di una donna che deve ritrovare il favore del popolo. Nel frattempo, a Nord, Jon Snow comincia a scendere a patti con il suo ruolo di Comandante e, ricordandosi le parole di Ned Stark, accetta tutte le responsabilità che ne conseguono. Sempre a Nord, al Moat Cailin, lo psicopatico Ramsey Bolton, ormai riconosciuto come erede legittimo, viene avvisato da suo padre che dovrà sposarsi per essere un vero uomo del Nord. La sposa non è altri che Sansa Stark, che viene condotta da Petyr proprio dagli uomini che avevano collaborato con i Lannister per tendere una trappola alle nozze rosse, dove Robb Stark e sua madre persero la vita. Ditocorto, però, cerca di spingere la fanciulla ad accettare l'unione, ricordandole che quello potrebbe essere il luogo dove la sua vendetta può avere inizio. Theon, nel frattempo, responsabile della caduta di Grande Inverno, e sempre più spaventato e soggiogato da Ramsey, non ha neanche il coraggio di alzare il volto. Infine, al di là del mare stretto, Tyrion e Varys arrivano nella città di Volantis; mentre sono in una taverna ad affondare la noia in alti calici, i due vengono raggiunti da una vecchia conoscenza, Jorah Mormont che, senza farsi vedere dall'eunuco, rapisce Tyrion.

The North Remembers

E' stato ripetuto fino allo sfinimento che questa quinta stagione si sarebbe discostata sempre di più dai romanzi da cui prende origine. Autori e showrunner hanno continuato a ripetere questo mantra per preparare gli spettatori al fatto che serie tv e libri – già di per sé media diversi – avrebbero infine preso strade diverse e separate, per poi ricongiungersi nel finale. Già nell'episodio della scorsa settimana abbiamo assistito ad un bel cambiamento riguardo al destino di Jamie; questa volta, invece, i cambiamenti riguardano la gente di Nord. Per quanto chi scrive sia consapevole che paragonare due mezzi di comunicazione tanto diversi, pensati in decenni diversi e con aspettative diverse, sia quanto meno desolante, non possiamo non domandarci sui motivi che hanno portato a tanti cambiamenti. Senza voler sviscerare fino in fondo tali diversità – per non rovinare la lettura a coloro che non sono ancora in pari – vorremmo comunque fare una riflessione sul personaggio di Sansa. Quando la serie è cominciata Sansa Stark non era altro che una vanitosa fanciulla che non desiderava altro che essere una bella principessa, come negli antichi canti. Era una ragazzina che si era fatta "ingannare" dalla corona di Joffrey, dai suoi capelli dorati e le labbra carnose: era così intenta a seguire le sue fantasie da non accorgersi – come aveva fatto Arya – che quel ragazzino era marcio dentro. Così intenta a nascondersi dietro sogni puerili da arrivare anche a tradire il padre, sancendone, di fatto, la morte. Da lì è iniziata la discesa di Sansa Stark: è diventata una vittima, un uccellino rinchiuso in una gabbia dorata grondante sangue, costretta a sposare Tyrion e ad assistere al pubblico ludibrio davanti alla picca con le teste dei suoi cari. Sansa, allora, ha smesso i panni di bambina ed è diventato un essere cinico, che si nascondeva dietro una sorta di insensibilità che nascondeva le sue feriti più grandi, costretta a ripetere infamie contro la propria famiglia. Quando, però, viene condotta in salvo da Ditocorto – che non è proprio l'uomo più affidabile del mondo – Sansa prende un altro sentiero: diventa oscura, ferrea, alla ricerca degli insegnamenti per cavarsela nel mondo e ferire le persone che hanno ferito lei. La sua è stata una crescita altalenante e, in parte, ambigua. Fino ad arrivare ad High Sparrow, dove sul suo viso danza un sorriso quasi luciferino. Il sorriso di chi attende che la sua preda cada in trappola. Perchè se c'è una cosa che noi spettatori abbiamo imparato è che niente e nessuno può dirsi salvo. Il rancore e la vendetta sono sentimenti alla base del racconto e, proprio come dice la "schiava" del Moat Cailin a Sansa, The North still remembers.

Cosa ci è piaciuto:

• L'inizio dell'addestramento di Arya, che deve cominciare a pensare a se stessa come Nessuno.
• Vedere Sansa così desiderosa di morte.
• Il ritorno di Jorah Mormont.
• Il ritorno di Ramsey: è pazzo e crudele, ma noi lo adoriamo.
• Sentire pronunciare ancora quella frase che ci spezza il cuore: il Nord ricorda.

Cosa non ci è piaciuto:

• Alcuni cambiamenti riguardo al libro. E' ingiusto farsi influenzare dalle letture, naturalmente, ma è inevitabile.
• Le tante – troppe – chiacchiere utilizzate come riempitivo.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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