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Gravity in 3D


Gravity con Sandra Bullock e George Clooney è un film non perfetto, con alcune lacune in sceneggiatura, ma molto riuscito, con immagini in 3D e scene potenti che rimarranno nella storia del cinema.
Voto: 8/10

Gravity è il film di apertura della 70esima edizione della Mostra Cinematografica di Venezia. Inizio importante quello di quest'anno visto il cast che comprende nomi del calibro di Sandra Bullock e sopratutto di George Clooney, oramai un habitué al Festival. Dopo il toccante I figli degli uomini, il figlio d'arte Alfonso Cuaròn torna sul grande schermo affrontando il genere fantascientifico e per la prima volta gira un film in 3D, occupandosi anche del montaggio e scrivendolo in collabazione con il figlio. 

Una pioggia di detriti si abbatte improvvisamente su un gruppo di astronauti al lavoro per aggiustare un satellite difettoso. Tutti i membri dell'equipaggio muoiono tranne due superstiti: la dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) e Matt Kovalsky (George Clooney) che si troveranno completamente soli, persi nello spazio, senza alcun contatto con la base e senza alcun aiuto. Dovranno cercare di sopravvivere e di trovare un modo per poter tornare sulla terra.

Prima di parlare del film nello specifico bisogna subito dire che Gravity è un'opera visivamente spettacolare. Per la prima volta il 3D è assolutamente fondamentale e funzionale per la rappresentazione della profondità dello spazio; senza, molto probabilmente, il film perderebbe metà del suo fascino. Le immagini sono incredibili e veramente molto realistiche, il film è tecnicamente perfetto, con una fotografia bellissima, realizzata dal pluricandidato all'oscar Emmanuel Lubezki.

La pellicola inizia con un lungo piano sequenza nello spazio con la macchina da presa sempre in movimento che ruota intorno agli attori, seguendoli nei loro spostamenti e mettendo in questo modo in mostra tutto il talento registico di Cuaròn. La prima parte del film lascia completamente senza fiato, la tensione è sempre altissima, l'empatia con i protagonisti è totale, sembra di essere lì con loro nello spazio e di provare i loro stessi sentimenti di intensa angoscia e paura. La seconda parte è più intimista, meno spettacolare ma anche più retorica e "furba". Va in cerca della lacrima facile anche grazie all'utilizzo di una musica potente ma molto finalizzata a trovare il coinvolgimento emotivo dello spettatore e perde così un pò della sua efficacia.

Nel complesso, Gravity è un film non perfetto, con alcune cadute di sceneggiatura, ma molto riuscito, che regala immagini e scene potenti che rimarranno nella storia del cinema.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 8 su 10
GravityVenezia 2013
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