Guida tascabile per la felicità
Guida tascabile per la felicità

Recensione Guida tascabile per la felicità


Presentato nella sezione Alice nella città durante la nona edizione del Festival internazionale del film di Roma, Guida tascabile per la felicità è un piccolo film dai buoni sentimenti ma che cerca di mostrare un punto di vista diverso e nuovo sul grande schermo.
Voto: 7/10

Guida tascabile per la felicità rappresenta l’opera prima di Rob Meyer ed è presentato in concorso in Alice nella città, sezione autonoma della nona edizione del Festival internazionale del Film di Roma 2014. Protagonista della pellicola è il giovane attore Kodi Smit-McPhee, famoso per i suoi ruoli in The Road e Blood Story, affiancato da un attore dalla grande esperienza come Ben Kingsley. La storia segue le fila dei classici romanzi di formazione, dove sono sempre i buoni sentimenti a trionfare ed affronta tematiche universali come la perdita di una persona cara, le difficoltà ad affrontare il lutto subito, l’importanza di alcuni valori come l’amicizia, l’amore e il perdono ma soprattutto il passaggio dall’età adolescenziale verso quella adulta.

David (Kodi Smit-McPhee) ha da poco perso la mamma e si ritrova a vivere con suo padre e la sua nuova compagna che stanno per sposarsi. La perdita della figura materna per lui non è stata per nulla facile, in quanto lei rappresentava per il ragazzo una vera e propria guida. La cosa più importante che gli ha trasmesso è la passione per il birdwatching che per David non è un semplice passatempo ma una vera e propria ragione di vita, l’unica cosa che può rappresentare ancora un filo diretto con la madre. Un giorno il ragazzo pensa di aver avvistato quella che è considerata da tempo una specie estinta e così David organizza una spedizione con i suoi amici più cari per partire alla ricerca del prezioso volatile. Quella che sarebbe dovuta essere una semplice avventura si trasforma in una vera e propria lezione di vita.

Guida tascabile per la felicità, come detto, porta avanti valori e racconta sentimenti più volte trattati sul grande schermo e non propone nulla di nuovo od originale. Però ci sono alcune caratteristiche che lo fanno elevare sì a prodotto di genere e per un pubblico giovane ma che lo rendono unico. Innanzitutto il tema di base è il birdwatching, poco trattato al cinema, tutta la pellicola dà molta importanza a questo hobby, tanto che il fattore scatenante della storia è proprio la ricerca di un’anatra ritenuta estinta. Altro punto a suo favore è il tono con cui tutto il film è raccontato. I tre giovani protagonisti fanno parte di un ristretto gruppo di studiosi di birdwatching che amano incontrarsi per parlare della loro passione e prendono tutto estremamente sul serio, conoscono bene la materia con cui hanno a che fare, sanno il latino e lo utilizzano per parlare tra di loro senza farsi capire dagli altri, ma allo stesso tempo non sono rappresentati come i classici nerd, sono sì diversi dagli altri ragazzi della loro età ma sanno essere comunque simpatici e spensierati, senza prendersi troppo sul serio. Il finale cade troppo nei buoni sentimenti ma resta comunque un piccolo film ben fatto e che trasmette serenità e allegria.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
Guida tascabile per la felicitàFestival del Cinema di Roma 2014
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