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I profumi di Madame Walberg, recensione del film di Grégory Magne

Il 10 giugno arriva al cinema 'I profumi di Madame Walberg', una deliziosa commedia francese incentrata sui misteri di un lavoro che sembra quasi trascendere la realtà e immergersi direttamente nella magia

Guillaume Favre (Grégory Montel, diventato famoso in Italia grazie al personaggio interpretato nella serie su Netflix Chiami il mio agente) è un uomo alla ricerca di un lavoro continuativo che gli possa permettere di prendere in affitto un appartamento abbastanza grande da poter ospitare sua figlia e accontentare così le richieste del giudice per l'affido. Al momento Guillaume lavora come autista per un'azienda che si occupa di personalità di spicco. A un passo dal ritiro della patente per colpa di alcune infrazioni, Guillaume accetta di diventare l'autista di Anne Walberg (Emmanuelle Devos), una donna elegante e autoritaria, che ben presto comincerà a chiedere a Guillaume mansioni che competono più a un maggiordomo che a un autista. Seccato da questo atteggiamento, Guillaume non può fare a meno di rimanere comunque affascinato dl lavoro della signorina Walberg: Anne, infatti, è un naso, un'artista che riesce a creare profumi e a miscelare fragranze dal niente. Ben presto il rapporto tra i due sfocerà in quello che sembra l'inizio di una bella amicizia.

I profumi di Madame Walberg di Grégory Magne arriverà al cinema il prossimo dieci giugno e dimostra la capacità del regista di dirigere e confenzionare un film delizioso, che porta lo spettatore in una sorta di non-luogo fatto di magia e serenità. La sensazione che si ha, rimanendo seduti in poltrona mentre le immagini scorrono sullo schermo, è quella di partecipare alla vita di due persone che, per motivi diversi, hanno dovuto imparare a fare della propria solitudine il proprio punto di forza: eppure nel film di Magne non c'è nessun facile ricatto emotivo, nessuna intenzione a pescare a piene mani nella tristezza e nei problemi. Si ha più che altro la sensazione di partecipare a una danse riservata ma piena di fascino, in cui i due protagonisti danno il meglio di sé e si dimostrano in grado di riempire lo schermo apparentemente senza sforzo. Il regista, per il suo film, ha scelto una storia che molto deve alla commedia e che, in prima istanza, fa divertire. Nell'incontro tra due persone provenienti da due mondi diversi e che si trovano a condividire una parte della loro esistenza quasi loro malgrado il regista gioca in modo intelligente, costruendo anche un ottimo ritmo che non fa mai decadere l'attenzione dello spettatore.

I profumi di Madame Walberg è soprattutto la storia di un'amicizia nata per sbaglio e che pure ha il potere di placare l'ansia e donare serenità: non solo nei personaggi di Guillaume e di Anne, ma anche nello spettatore, che per poco meno di due ore riesce a lasciarsi alle spalle i problemi di un mondo sempre più precario e si lascia irretire da una storia di profumi e misteri, di incantesimi che passano attraverso l'intreccio di fragranze e speranze. Allo stesso tempo, però il film di Grégory Magne ha in sé anche una sottile e serpeggiante vena di malinconia: nel desiderio di qualcosa che si è perso e che forse non potrà mai tornare il film del regista francese si apre quasi a riflessioni di proustiana memoria. Ma il film è pensato, appunto, per favorire la forza dell'immaginazione e della speranza e quindi la ricerca umana che si nasconde dietro i gesti dei protagonisti è di quella che, in modo quasi inconscio, è sempre teso alla riuscita di un sogno ad occhi aperti. Un film delizioso, veramente delizioso.

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