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La notte del giudizio

Recensione del thriller La notte del giudizio (The Purge) di James DeMonaco con Ethan Hawke: premesse del film originali e interessanti, peccato che lo sviluppo lasci un po' a desiderare con poca tensione e paura.

La notte del giudizio è un thriller scritto e diretto da James DeMonaco e interpretato da Ethan Hawke (sempre più in confidenza con il ruolo di padre che deve proteggere la famiglia da un pericolo esterno, vedi Sinister), dalla star de Il trono di spade Lena Headey, presto mamma di Clary nella saga che potrebbe sostituire Twilight, ovvero Shadowhunters – Città di Ossa. Il film ha avuto un ottimo successo negli Stati Uniti (ha incassato più di 60 milioni di dollari a fronte di una spesa di soli 3 milioni) tanto che la Universal, casa di produzione della pellicola, è pronta allo sviluppo di un sequel.

La storia si svolge tutta in un'unica notte, quella famosa con il nome di The Purge, l'epurazione, la notte del giudizio. In un futuro immaginario l'America è cambiata, non esiste più un governo, ma c'è un nuovo regime formato da i Nuovi Fondatori d'America. Tutti i problemi principali che attanagliavano lo Stato si sono risolti, la disoccupazione è scesa all'1% e il tasso di povertà al 5%. Non c'è più violenza, il tasso di criminalità è nullo. Tutto grazie al 28esimo emendamento ratificato dal nuovo Stato che sancisce il diritto di ogni cittadino di essere libero di poter sfogare la propria rabbia e violenza repressa. È così che nasce il giorno del giudizio: ogni anno dalle 19 del 21 marzo alle 7 del 22 marzo non ci sono leggi che tengano, tutti sono liberi di compiere ogni crimine possibile, compreso l'omicidio senza essere puniti per questo.  In questa notte una famiglia si troverà involontariamente coinvolta in questo gioco al massacro e dovrà decidere se partecipare e sottostare alle regole del "gioco" o cercare di ribellarsi alla pazzia degli assalitori.

La notte del giudizio, che dal trailer sembrerebbe richiamare la storia di The Strangers, con estranei che fanno irruzione nella casa del protagonisti e seminano il terrore al suo interno, è in realtà tutt'altro. Il gruppo di folli con le maschere con intenzioni poco amichevoli che bussa alla porta della famiglia Sandin è solo il fattore scatenante portatore di violenza all'interno della casa. La pellicola ci racconta tutt'altro. Si sofferma soprattutto sul concetto di giustizia, su quanto sia lecito lasciarsi andare alla violenza e fino a che punto è giusto arrivare per poter salvare la propria famiglia, anche sacrificare la vita di un innocente? Questo è il punto focale del film, il tarlo che attanaglia il protagonista e dalla quale decisione dipenderà il destino di tutti.

Si parla anche di un mondo distopico, in cui per 364 giorni l'anno tutti vivono felici e tranquilli, ma il prezzo da pagare per questa vita è una notte di totale follia. La famiglia Sandin appoggia l'epurazione ma ben prezzo si renderà conto dei danni che reca alla gente, a loro in primis. Le premesse del film sono originali e interessanti peccato che lo sviluppo della trama lasci un po' a desiderare. Non c'è tensione, non c'è paura, non c'è empatia con protagonisti che sono a tratti anche irritanti ma soprattutto, cosa più importante per una pellicola del genere, i "cattivi" non spaventano. C'è una sorta di colpo di scena nel finale che ribalta completamente la storia ma mette anche troppa carne al fuoco. Semplice cinema di intrattenimento dal quale, viste le premesse, ci si aspettava molto di più.

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