Liberaci dal male
Liberaci dal male

Liberaci dal male, la recensione


'Liberaci dal male' è un film che non spaventa e che, nonostante le buone prove del cast e l'ottima fotografia, risulta essere una pellicola riuscita solamente a metà.
Voto: 5/10

Sarchie (Eric Bana) è un poliziotto perseguitato da un oscuro segreto, che passa le notti a setacciare le strade della sua città, cercando di debellare non solo il crimine, ma anche il male che è insito negli esseri umani. Grazie al suo lavoro, infatti, Sarchie ha fatto le bassezze a cui possono tendere gli uomini e, come può, tenta di porre rimedio a qualsiasi tipo di sopruso e violenza. Questo anche grazie ad una sorta di istinto che lo spinge nei luoghi dove il suo intervento è più necessario. Cercando di mantenere l'equilibrio mentale, anche per poter passare momenti sereni con la moglie (Olivia Munn) e la figlia, Sarchie finisce con l'inciampare nel caso di una donna impazzita che ha gettato il figlio nella fossa dei leoni dello zoo cittadino. Sulla scena del crimine uno strano personaggio fissa Sarchie; quest'ultimo non sa di essere diventato il bersaglio di qualcosa più grande di lui, qualcosa di demonioco, che può combattere solo con l'aiuto di Padre Mendoza (Edgar Ramirez).

Questa, in breve, la trama di Liberaci dal male, ultima fatica cinematografica di Scott Derrickson, metteur en scene affatto nuovo al genere horror, visto che ha al suo attivo pellicole come L'esorcismo di Emily Rose e l'inquietantissimo Sinister. E proprio in questi due lavori citati si possono trovare elementi fondamentali che ricorrono anche in Liberaci dal male. Da una parte, infatti, abbiamo la dimensione demoniaca e la separazione tra Bene e Male che non è poi così netta, non nel mondo degli uomini almeno. Sarchie è lontano anni luce dall'essere salvifico necessario ad un certo tipo di cinematografia dell'orrore; l'uomo è pieno di peccati, pieno di ombre, pieno di colpe da espiare, senza tuttavia avere il coraggio di affrontare i propri demoni. Allo stesso tempo, però, è un guardiano del suo tempo, un poliziotto (tutt'altro che integerrimo) che batte le strade, scandagliando le pieghe della notte, cercando di mettere un freno al male che può combattere. Il male delle violenze domestiche, ad esempio. L'altro elemento che salta subito all'occhio – e che, in parte, collega Liberaci dal male Sinister – è l'attenzione data all'universo infantile, molto spesso vittima di quei soprusi di cui sopra.

Il problema di Liberaci dal Male, alla fine dei conti, non è un problema di intenti o di sceneggiatura. Il problema è che la pellicola si è presentata con l'abito sbagliato. Arriva nei cinema presentandosi come un film dell'orrore, in cui il demoniaco minaccia la dimensione terrestre, tra iscrizioni, sangue e persone possedute. Se considerato in un'ottica meramente orrorifica, Liberaci dal male funziona poco, e a fatica. Non tanto per la mancanza di originalità di alcune scelte – dopotutto sedendoci a vedere un film su demoni e affini sappiamo sempre cosa ci aspetta – quanto per l'incapacità di creare paura, elemento fondamentale in un film di genere. Liberaci dal male è, piuttosto, un thriller ben studiato che pecca di un ritmo forse a volte fin troppo dilatato che minaccia la riuscita della suspance e, di fatto, della tensione. Peccato, perchè di base il film poteva riuscire senz'altro meglio, specie se si tiene conto dell'ottimo lavoro svolto dal cast e dall'ottima fotografia giocati nei toni freddi di un grigio antracite che sembra ricordare a tutti che le tenebre sono sempre presenti, anche in pieno giorno.

Valutazione di Erika Pomella: 5 su 10
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