Megan is Missing
Megan is Missing

Megan is Missing, recensione del film diventato un fenomeno su Tik Tok


'Megan is Missing' è un film horror del 2011 tornato in voga proprio in questi giorni a causa di una sfida su Tik Tok che ha posto l'attenzione su questo film incentrato su due ragazze scomparse
Voto: 7/10

Megan is Missing è un film thriller/horror del regista Michael Goi tornato alla ribalta grazie ad una sfida che ha spopolato su Tik Tok, in cui veniva chiesto agli utenti di guardare il film senza interruzioni, arrivando alla fine della pellicola senza sentire il bisogno di toglierlo. Una sfida che ha visto molti tiktokers sventolare bandiera bianca dopo circa venti minuti di visione, asserendo di aver rimpianto di aver accettato la sfida e, in questo modo, facendo aumentare la curiosità intorno a questo prodotto che il regista, all'epoca dell'uscita, aveva accompagnato con una serie di disclaimers. Tra questi c'era l'invito a non vedere il film da soli, di notte e di fermarsi all'apparizione della scritta foto numero 1 sullo schermo. Raccomandazioni che sono andate perse quando il film è diventato virale sul social network più usato dai giovanissimi e che il regista ha sentito il bisogno di ripetere, dal momento che la sua pellicola rischiava di diventare un fenomeno di culto proprio per quella fascia di spettatori che potevano rimanere maggiormente impressionati dal messaggio e dal contesto che il film racconta.

Megan is Missing racconta la storia della quattordicenne Megan (Rachel Quinn) che, nonostante un passato di abusi gravissimi e traumatizzanti, riesce ad essere la più popolare della scuola. Bella, sicura di sé e molto libera in ambito sessuale (per via del suo passato), Megan è una sorta di modello di vita per la sua migliore amica, Amy (Amber Perkins) che al contrario è cresciuta in una famiglia amorevole ed è ancora molto bambina, avvicinandosi per atteggiamento all'età anagrafica per cui viene presa di mira dai suoi compagni di scuola, che la trovano noiosa e sfigata. La vita di Amy, però, cambia repentinamente quando la sua migliore amica scompare di punto in bianco, dopo aver annunciato di avere un incontro con un ragazzo, Josh, conosciuto in una chat room. E per cercare di fare luce sulla scomparsa della sua unica amica, Amy finirà con il dare via ad una concatenzione di eventi terribile e spaventosa.

Nonostante Megan is missing inizi con la frase "basato su eventi realmente accaduti" la storia delle due ragazze è completamente fittizia. Il regista ha dichiarato di aver voluto parlare del rapimento di minori, una vera e propria piaga che corre lungo la storia degli Stati Uniti d'America e si è fatto ispirare dalla storia di due ragazze che sono scomparse dalla loro casa, in Oregon. Ma è solo la "narrativa del rapimento" che il regista ha eredito, scrivendo da sé una storia del tutto finta e inventata. Una storia che gli ha causato non pochi problemi a trovare una distribuzione che si dimostrasse interessata a finanziare il film e a farlo uscire in sala. Girato con lo stile del mockumentary (il falso documentario che è diventato noto nel genere horror grazie a The Blair Witch Project), utilizzando registrazioni di videochiamate e chat video, Megan is Missing fa di tutto per dare allo spettatore una sensazione sempre netta di verosimiglianza. Questo perché, di fatto, il tema trattato è molto attuale. Con Megan is Missing infatti ci si trova davanti ad un racconto incentrato su un predatore sessuale che attira le sue vittime facendo leva sull'anonimato di internet e sulla capacità di attirare vittime molto giovani, minorenni, che sono facili da plasmare, o per la giovane età o per una storia personale molto drammatica.

L'aspetto più spaventoso di questo film è proprio la sua aderenza con la realtà: quante volte, infatti, abbiamo sentito nei telegiornali, di ragazzi e ragazze che cadevano nella trappola di qualche predatore di internet che usava i social media per attirare le loro vittime in situazioni che molto spesso sono sfociate nella morte? Il film di Michael Goi riflette proprio su questo aspetto, su questa tecnologia che può rappresentare un tassello in più nella vita di ognuno di noi, ma che al tempo stesso può celare insidie pericolosissime per coloro che non hanno le armi per comprendere il pericolo o per denunciarlo.

Megan is missing è un'ascesa graduale verso l'orrore: dei novanta minuti di durata, la maggior parte sembra volta a raccontare la storia dell'amicizia tra le due protagoniste, al punto che lo spettatore rischia quasi di annoiarsi. Un rischio che viene annullato dal cartello a inizio pellicola e dal titolo stesso del film: lo spettatore, infatti, è avvisato sin dall'inizio di quello che accadrà, del destino di Megan e Amy. Questo fa sì che la visione sia sempre accompagnata da un sentimento crescente di tensione che raggiunge l'orrore quando sullo schermo appare proprio quella foto numero 1 di cui parla il regista. Da quel punto in poi si discende direttamente all'inferno, dove il non visto e il suggerito diventano uno spettacolo macabro e spaventoso, un'umiliazione del corpo delle donne e delle ragazze e un'oggettificazione della vittima. Gli ultimi venti minuti del film sono quelli che sono davvero insopportabili da vedere, per una lenta esasperazione del male che rende fastidioso il film, che lo rende difficile da digerire per la rabbia che si prova a pensare che situazioni così orribili possono accadere. Che accadono.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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