Miss Sloane
Miss Sloane

Miss Sloane con Jessica Chastain, Recensione Film


Una grintosa Jessica Chastain protagonista di un thriller politico sul mondo delle lobby, una storia ricca di ambiguità e colpi bassi.
Voto: 6/10

Chi è la misteriosa signorina Sloane del titolo? Il suo nome è Elizabeth, di professione fa la lobbista, e non una qualunque: è la più brava e ricercata di Washington, astuta e vincente, che però, apprendiamo all’inizio del film, è indagata per possibili violazioni alle regole dell’etica del Senato. Alle scene della sua deposizione si alterna, in flashback, la ricostruzione degli eventi che l’hanno portata lì.

Qualche mese prima, infatti, Elizabeth Sloane rifiuta l’incarico offertole da un rappresentante dell’industria delle armi, e decide invece di abbandonare l’azienda lobbistica per cui lavora e passare allo studio concorrente: da lì, mette insieme una squadra per cercare, al contrario, di far approvare una proposta di legge a favore di maggiori controlli sulla vendita delle armi. Comincia così una lotta senza esclusione di colpi, in cui la posta in gioco è sempre più alta, anche se a caro prezzo.

Jessica Chastain è la protagonista di questo thriller politico che la riunisce al regista John Madden (noto principalmente per Shakespeare in Love), da cui era già stata diretta nel film Il debito (2010). La sceneggiatura è invece opera di un debuttante, Jonathan Perera, giovane avvocato inglese che, per sua stessa ammissione, non aveva mai messo piede nella capitale statunitense, ma ha preso spunto da un’intervista televisiva al (vero) lobbista Jack Abramoff.

Miss Sloane si addentra così nel mondo dei lobbisti, vale a dire persone il cui mestiere è influenzare chi abbia potere decisionale, un soggetto di cui si sente spesso parlare ma effettivamente poco conosciuto (ricordiamo ad esempio, sull’argomento, il bel film Thank you for smoking con protagonista Aaron Eckhart). Qui si rappresentano principalmente il clientelismo di Washington e la corruzione del sistema: entrando dietro le porte chiuse dove si svolgono trattative, spesso sordide, al limite della legalità, in un intreccio tra politica e spionaggio che illustra la complessità e le molte sfaccettature dei corridoi del potere.

Al centro di tutto c’è comunque lei, Elizabeth Sloane, per cui il film è anche e soprattutto lo studio di un personaggio: ambiziosa stratega che attraversa la storia a grandi falcate in abiti firmati, tacchi a spillo e trucco impeccabile, sempre un passo avanti agli altri. Jessica Chastain (candidata al Golden Globe per questo ruolo) si fa carico di uno di quei ruoli molto appetibili per un’attrice, donna in un mondo maschile che esce dalle convenzioni di genere: ossessionata dalla vittoria, manipolatrice e cane sciolto, con un’ambiguità di fondo a mascherarne la solitudine.

Con un montaggio alternato che cerca di disorientare lo spettatore a livello spazio-temporale, il film procede verso i colpi di scena finali, anche se i dialoghi serrati e taglienti in certe scene farebbero sperare in un passo ritmato che invece non sempre viene mantenuto, anche a causa della lunga durata.

Madden realizza un film di grande eleganza visiva, specialmente nel ritrarre la raffinatezza e ricchezza degli ambienti della politica, mentre la forma finisce in qualche momento quasi per prevalere sul contenuto: alcune caratterizzazioni sono più stereotipate (nel caso dell’escort) o poco approfondite.

Il film ha quindi il plauso e il coraggio di aver messo al centro della storia un personaggio femminile poco frequentato dal cinema, e il dibattito sul controllo delle armi è quanto mai attuale; la mancanza di un forte elemento di attrazione per il grande pubblico, e l’argomento ancora piuttosto ostico la rendono comunque un’opera di nicchia.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
Miss Sloane – Giochi di potere
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