Monsters University
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Monsters University, la recensione


Recensione del film Disney Pixar Monsters University: un prequel che mantiene invariate le migliori caratteristiche della prima pellicola, di puro intrattenimento; un capolavoro.
Voto: 1/10

Tutti gli adulti ricordano, con una punta di puro terrore, le notti oscure della propria infanzia, quando dietro il profilo di un'ombra si nascondeva un mostro sempre pronto a spaventarci, quando i nostri genitori volgevano il loro sguardo lontano da noi. Nel 2001, tuttavia, tre registi di casa Pixar, Pete DocterLee Unkrich David Silverman svelarono a tutto il mondo la vera natura di questi mostri. Monsters & Co. ebbe l'intuizione di capovolgere il punto di vista canonico, dove i Mostri spaventavano per necessità energetiche, con loro massimo rischio, visto che nel loro mondo erano gli umani i veri esseri spaventosi. A dodici anni di distanza da quella meravigliosa pellicola, arriva nei cinema Monsters Universityun prequel tutto pepe che segue gli anni ruggenti dell'università dei due protagonisti tanto amati, James "Sally" Sullivan e Mike Wazowski, diretto da Dan Scanlon, con la supervisione, in vesti di produttore, dell'onnipresente John Lasseter.

Non c'è niente al mondo che Mike Wazowski (doppiato in versione originale da Billy Cristal) desideri più di diventare uno spaventatore della Monsters & Co., l'industria che si occupa di raccogliere il maggior numero di urla per poter così alimentare il mondo. Nonostante il suo aspetto buffo e tutt'altro che spaventoso, Mike è così determinato a realizzare il suo sogno che, una volta iscritto alla Facoltà di Spavento, decide di dimostrarsi l'allievo migliore del corso. Questo anche a causa della feroce competitività che sviluppa nei confronti di James Sullivan (John Goodman), un figlio d'arte, che porta sulle proprie spalle il peso di una tradizione da mandare avanti. I brutti rapporti tra i due confluiscono in una rissa durante l'esame di metà anno che cattura l'attenzione del Rettore Tritamarmo (Helen Mirren) che, senza pensarci su un attimo, li espelle dal corso. Ben determinato a realizzare il proprio sogno Mike decide di entrare a far parte della confraternita OK, un ricettacolo di mostri da strapazzo ignorati dal resto del campus, per poter partecipare alle Olimpiadi dello Spavento e poter essere riammesso in Facoltà. Così, alla fine, i due nemici saranno costretti a sotterrare l'ascia da guerra e lavorare insieme per ottenere la vittoria contro la confraternità più in della Monsters University, di cui fa parte anche l'ex compagno di stanza di Mike, Randall (Steve Buscemi).

Non era semplice, visto il considerevole successo di Monsters & Co., riuscire a portare al cinema un prequel che mantenesse invariate le migliori caratteristiche della prima pellicola. Probabilmente è proprio per evitare di correre il rischio di creare un prodotto filmico di dubbia qualità che la Pixar ha aspettato tanto tempo prima di tornare a porre il proprio sguardo su Mike Wazowski e James P. Sullivan. La prima cosa da dire, dunque, riguardo a Monsters University è che la lunga attesa è stata ampiamente ripagata. Dan Scanlon dirige un film scoppiettante di colore, che libera le ali della propria immaginazione e le usa come trampolino di lancio per quella degli spettatori che, senza minimo sforzo, si trovano catapultati in un mondo universitario pieno di tutti i cliché del cinema teen rivisitati però dalla bacchetta magica di casa Pixar.

La resa tecnica della pellicola è impeccabile e la genuina voglia di raccontare una storia divertente coopera alla riuscita di un film la cui nomea di "prequel" è quasi un insulto. Ed è da questo che si capisce che Monsters University è al di sopra di qualche spanna rispetto agli ultimi prodotti d'animazione usciti negli ultimi tempi: nonostante sia stato ideato come prequel e abbia, dunque, radici ben solide a cui aggrapparsi, il film di Scanlon funziona a meraviglia anche se preso indipendentemente dal film del 2001. Nonostante ci sia più di un richiamo alla storia originale – che serve a collegare i due film oltre che a saziare la fame degli spettatori più nostalgici – Monsters University è un mondo a parte, una reinvenzione continua che miscela la pura arte dell'intrattenimento trasversale – per la sua capacità di non dover tener conto di un target specifico in base all'età – con un tocco di magia e di amara consapevolezza che da sempre accompagna i migliori prodotti della Pixar.

Ecco allora che all'amicizia e all'accettazione del borderline – temi portati di tutta la produzione non solo della Pixar, ma anche della Disney – si alterna un senso di tristezza serpeggiante, che culmina verso il finale con una scena dall'alto tasso emotivo, in cui i più grandi forse riusciranno a stento a trattenere le lacrime. Perchè nel roboante spettacolo messo in scena da Scanlon si nasconde anche un discorso molto più attuale – visto il contesto sociale che il mondo occidentale sta attraversano in questo momento storico. Un discorso in cui anche i più grandi sogni si devono piegare all'arte del compromesso, inchinando il capo davanti agli scherzi sadici di Madama Realtà.

Non c'è niente che manchi in Monsters Universitynon una sola pecca arriva a scalfire una diegesi perfettamente calibrata in ogni sua minima parte. La pellicola di Scanlon è una favola piena di colori accesi, di rivalità e buoni sentimenti, dove la realtà prende per mano la fantasia e la porta con sè sulle montagne russe dell'esistenza umana (o mostruosa). Capolavoro.

Valutazione di Erika Pomella: 1 su 10
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