Nessuno si salva da solo
Nessuno si salva da solo

Recensione Nessuno si salva da solo


Sergio Castellitto torna a dirigere un film tratto da un romanzo di Margaret Mazzantini: la storia di una coppia separata che si snoda sotto i nostri occhi alla ricerca di una spiegazione sul perchè sia finita
Voto: 6/10

Quello tra Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini è uno dei sodalizi più longevi e proficui nel panorama artistico italiano, sia privatamente che, da molti anni, a livello professionale: con Nessuno si salva da solo l'attore e regista torna infatti per la terza volta, dopo Non ti muovere e Venuto al mondo, a dirigere un film tratto da un romanzo della moglie, senza contare anche La bellezza del somaro, da una sceneggiatura originale scritta a quattro mani dalla stessa coppia.

Delia (Jasmine Trinca) e Gaetano (Riccardo Scamarcio) sono due trentacinquenni, hanno due figli, e il loro matrimonio è terminato da poco tempo. Il film prende avvio da una cena al ristorante, nel quale la coppia si è data appuntamento per discutere dell'affidamento dei bambini durante le vacanze; alle scene in cui i due, seduti a tavola, si lasciano andare a un dialogo pieno di accuse e rancori, si alternano una serie di flashback che ci raccontano la loro storia, dal primo incontro fino al disfacimento della coppia. Il film diventa così un viaggio all'interno della relazione fra Delia e Gaetano, un cammino alla fine del quale ci si interroga su cosa sia andato storto, su ciò che porti due persone innamorate a lasciarsi o a trovare la forza per andare avanti insieme.

Castellitto (che in questo film si limita a dirigere, senza comparire come attore) racconta dall'interno i meccanismi di coppia con l'obiettivo di realizzare una storia dal sapore contemporaneo, una vicenda in cui chiunque possa riconoscersi e identificarsi, proprio per la sua intimità che diventa paradigma di una storia universale.

 Il passato di Delia e Gaetano viene scomposto, analizzato e indagato a più livelli: le infanzie tormentate da rapporti difficili con i genitori, le frustrazioni relative alla carriera e agli inevitabili compromessi con i propri ideali giovanili, la passione iniziale e la sua diminuzione con l'arrivo dei figli e, in ultimo, l'incontro e forse il confronto con una coppia più anziana vicina di tavolo al ristorante, testimone di un amore sopravvissuto al tempo e alle difficoltà; non manca nemmeno una dimensione più politica, nel raccontare l'amore al tempo della crisi e in una società che forse incoraggia solitudine e individualismo. Con l'accompagnamento di una bella e variegata colonna sonora, anche il tono del film rispecchia i molteplici stati d'animo attraversati dai protagonisti, alternando momenti emotivamente carichi di tensione a situazioni più leggere, quasi paradossali, per evidenziarne l'aspetto tragicomico, fino all'amarezza che pervade il presente, con la nostalgia dei bei ricordi perduti. Se alcuni passaggi vengono narrati in maniera più realistica e cruda, in altri (talvolta meno riusciti) si privilegiano immagini e parole dalla valenza più simbolica, quasi enfatica; la storia cerca, e trova, la partecipazione dello spettatore nel momento in cui questi riesce a coinvolgersi e immedesimarsi nell'altalena di istanti rappresentati.

Un vero e proprio tour de force emotivo per i due protagonisti, di nuovo insieme dopo Il grande sogno di Michele Placido; la buona alchimia fra Scamarcio e Trinca li rende credibili come coppia, anche se in certi momenti forse faticano a sostenere la varietà di sentimenti ed emozioni attraversate, specialmente nel caso del personaggio di Delia, continuamente in bilico fra passione tormentata e rigidità insoddisfatta.

Lo sguardo del regista è comunque indulgente verso i suoi personaggi, non si abbandona al cinismo prediligendo invece una malinconia intrisa però di speranza, anche nel finale, in cui si discosta in parte dal romanzo, per ribadire così il concetto che dà il titolo al film: Nessuno si salva da solo, dice l'anziano interpretato da Roberto Vecchioni, perché come il manichino su cui i protagonisti, in una scena, si allenano a eseguire le manovre di primo soccorso, anche l'amore ha bisogno di aiuto per essere rianimato e tornare a vivere, un invito e un'esortazione a una felicità condivisa e fatta di collaborazione reciproca.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
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