Noi siamo tutto
Noi siamo tutto

Noi siamo tutto, Recensione del film


Dall'omonimo romanzo di Nicola Yoon, un teen drama diverso dal solito, dal tocco poetico e delicato.
Voto: 7/10

Quando Maddy (Amandla Stenberg, Hunger Games) compie 18 anni, festeggia facendo quello che fa ormai da molti anni: restare chiusa in casa. Maddy infatti soffre, fin da quando era piccola, di una gravissima forma di immunodeficienza che la rende così fragile e soggetta alle malattie da non potersi mai esporre all'aria aperta. Un giorno però, dalla finestra Maddy incrocia lo sguardo del nuovo vicino, il coetaneo Olly (Nick Robinson, Jurassic World). Da quel momento, tra i due comincia a nascere un legame che però deve fare i conti con la dura realtà e le mille restrizioni del loro incontro.

Noi siamo tutto (titolo italiano che sembra riecheggiare quello di un altro cult adolescenziale, quel Noi siamo infinito con Emma Watson e Logan Lerman) è tratto dall'omonimo romanzo young adult della scrittrice Nicola Yoon, e diretto dalla canadese Stella Meghie.

Se la premessa, quella di un rapporto minato da una grave malattia, può far presagire scenari lacrimosi, in un genere che conta già numerosi precedenti, qui arriva la prima sorpresa del film: la condizione iniziale della protagonista ci viene presentata in modo leggero e anche ironico, descrivendoci il suo microcosmo dove però abbondano creatività e fantasia.

Un'altra sfida era quella di mettere in immagini i dialoghi tra Maddy e Olly, che avvengono tramite chat, sms e mail: difficoltà aggirata, in più di un caso, immaginando uno scenario di fantasia alle loro conversazioni, come se si incontrassero di volta in volta in un bar, una biblioteca ecc. (un espediente simile a quello già usato ad esempio per I segreti della mente di Hideo Nakata).

I due protagonisti sono entrambi bravi e adatti al proprio ruolo, e rivelano una buona sintonia nelle scene in cui appaiono insieme. La sceneggiatura privilegia comunque il personaggio di Maddy, mentre approfondisce poco certi lati di Olly, specialmente la sua situazione familiare. C'è anche un altro aspetto, importante già per l'autrice nella stesura del romanzo: si tratta di una coppia mista dove però, per una volta, le difficoltà non sono legate a problemi di natura razziale, anzi, quell'aspetto non viene proprio preso in considerazione, quindi speciale nella sua normalità.

Nella prima parte del film, la più riuscita, ci viene illustrata la vita di Maddy in maniera efficace, tra citazioni letterarie, figure che servono da metafora (l'astronauta), in un mix tra realismo e fiaba che evita scivoloni nella retorica. La regista mostra un certo gusto per l'immagine, giocando con i colori (la contrapposizione cromatica nell'abbigliamento bianco per lei/nero per lui) e dimostrando di saper gestire bene lo spazio, a livello cinematografico. La storia infatti offre la possibilità per una riflessione sulle distanze, quelle fisiche e quelle emotive, sul peso, talvolta un ostacolo, dei corpi e, all'opposto, l'importanza della mente e dei ricordi: tutte queste sensazioni arrivano in maniera potente e toccante, senza ricorrere a toni pomposi.

Quando invece la storia si allontana da quella dimensione sospesa per fare i conti con gli aspetti più pratici della realtà, perde parte della sua magia, andando a ricordare un family drama come tanti.

Noi siamo tutto è una piacevole sorpresa, un film dal tocco originale che unisce testa e cuore, con una coppia di promettenti protagonisti.

Valutazione di Matilde Capozio: 7 su 10
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