Peaky Blinders 2x04 - Episode 4 [credit: BBC / Youtube]
Peaky Blinders 2x04 - Episode 4 [credit: BBC / Youtube]
C: BBC / Youtube

Recensione Peaky Blinders 2×04 – Episode 4


Episodio assolutamente perfetto per 'Peaky Blinders' che, giunto alla quarta puntata e superato il proverbiale giro di boa, cambia nuovamente tutte le carte in regola. Tra droga, disperazione e un atteso ritorno, questo 'Episode 4' si candida ad essere uno dei migliori della stagione.
Voto: 1/10

Dove eravamo rimasti: Episode 3

L'episodio della settimana scorsa di Peaky Blinders era stato relativamente privo di azione, preferendo piuttosto concentrarsi sula filatura di un'invisibile ragnatela di relazioni. Da una parte abbiamo visto Polly riscoprire il suo lato materno. A Birmingham, infatti, è arrivato suo figlio Michael, che sembra più che mai deciso a ritrovare il proprio posto all'interno della famiglia Shelby. Mentre Polly torna a sorridere, a preparare panini e a preoccuparsi per il figlio, questi non fa che guardare a Thomas, quasi come un modello da emulare. Ed è proprio per questo che chiede di andare con lui, Arthur e John a Londra, dove la famiglia è intenzionata a comprare un cavallo da far correre alle corse di Epsom. Qui Thomas incontra la vedova May – la new entry Charlotte Riley – che alleva e addestra cavalli da corsa. Tra i due all'inizio c'è un po' di competizione per l'acquisto del cavallo, ma quando Thomas Shelby riesce ad accaparrarselo May si offre per addestrarlo. E di colpo Thomas Shelby sembra come tornare a respirare. Le ragnatele che hanno preso possesso della sua anima sembrano spezzarsi, agitandosi contro la brezza leggera di un nuovo incontro. Non è il Thomas che abbiamo imparato ad amare insieme a Grace. Quel Thomas non può esistere se non c'è Grace. Ma è un Thomas un po' più sereno, un Thomas che torna a usare l'ironia, che non deve più nascondersi nell'ombra. E la cosa, naturalmente, ci piace da morire. Thomas ha bisogno di ritrovare la sua umanità, specie perchè è sempre più invischiato nella sua corsa al successo. Oltre a mettere la sua firma sulle corse di Epsom e aver stretto accordi con Churchill per la licenza di esportazione e oltre a dover rispondere all'unione irlandese, Thomas deve anche addestrare a dovere coloro che permetteranno ai suoi affari di partire da Londra e conquistare il mondo. Perciò deve recarsi a Camden Town, dove impara a conoscere le nuove leve, sotto lo sguardo vigile di Alfie Solomons, che non perde occasione per dettare le sue regole. Come, ad esempio, il fatto che le donne ebree siano completamente off limits. Oltretutto Thomas riesce per un pelo a sfuggire ad un attentato all'asta dei cavalli. Un attentato ordito da Sabini, che proprio non ci sta a farsi mettere nel sacco da un discendente zingaro. I problemi per Thomas sembrano non conoscere fine: c'è persino da badare ad Arthur, che sta diventando davvero ingestibile. Dopo aver ucciso a pugni un ragazzo e aver chiesto scusa alla madre, l'uomo sembra non voler cambiare strada e continua a sfogare il suo furore su chiunque gli capiti a tiro.

Cosa vedremo: Episode 4

Fino ad ora Episode 4 è uno dei migliori di questa seconda stagione. Non manca assolutamente niente in questo episodio, tanto che i cinquantotto minuti di durata filano via fin troppo velocemente. Quello che vediamo è un Thomas sempre più perso all'interno del suo stesso gioco. La sua attività legale di esportazione sta per prendere il via e casse piene di buon whisky sono pronte a salpare per la Scozia, dove ancora vige il proibizionismo. Nel frattempo Thomas offre un lavoro come contabile a Michael, che ha appena compiuto diciott'anni. E' perciò ormai libero di vivere come meglio crede, anche a discapito dei desideri della madre adottiva. E, a quanto pare, non c'è niente che Michael desideri più dell'essere uno Shelby. Tutto questo ci viene mostrato quando, durante il giorno di paga, si reca con l'amico Isaiah in un pub per bere e flirtare con le segretarie in libera uscita. Poco dopo aver ordinato due whisky, infatti, i ragazzi vengono interpellati da un avventore del pub che dichiara di non aver voglia di bere alla presenza di un nero (Isaiah). Il proprietario del locale cerca di placare gli animi, ma Paddy – questo il nome dell'avventore – non ne vuole sapere e continua ad insultare Isaiah, dandogli dello sporco negro. Isaiah a questo punto perde le staffe e dà il via ad una rissa a cui prende parte anche Michael. Pugni e calci volano e, a un certo punto, Michael viene afferrato e un pugnale viene messo troppo vicino alla sua gola. A questo punto il proprietario del Marquis urla a tutti di smetterla. "E' uno Shelby," grida. "E' il figlio di Polly Shelby!". A questo punto l'arrogante che aveva dato il via a tutto molla la presa e diventa docile come un agnellino. "Scusate Signore," dice "Non lo sapevo. Non lo sapevo. Mi dispiace". Alza le mani in segno di resa, quasi a far vedere quanto sia dispiaciuto di aver anche solo pensato di toccare uno Shelby. A questo punto Michael lo caccia in malo modo. Un attimo dopo torna a rivolgersi al padrone di casa, chiedendo di nuovo due bicchieri di Whisky. Sulla sua faccia troneggia un sorriso soddisfatto, pieno di sé, con appena una traccia dell'arroganza che contraddistingue gli Shelby. Michael ora si sente veramente parte della famiglia, si sente fino in fondo parte dell'ingranaggio che fa muovere qualsiasi cosa, a Birmingham. Di ritorno a casa, però, Michael porta sul volto i segni di quello che è accaduto e dopo aver raccontato a grandi linee quello che è successo si sorprende nel vedere Arthur e John alzarsi e uscire di gran carriera dal Garrison. Isaiah, allora, gli spiega che stanno andando al Marquis, dove Arthur darà di nuovo spettacolo, dando fuoco a tutto e lasciando così un messaggio a tutta Birmingham: mai mettersi contro uno Shelby. Tutta questa scena ci dà non solo la prova che Michael voglia comunque far parte della gang, ma anche avvalora la nostra ipotesi che la sua ignoranza sulle leggi e le politiche del posto potrebbe portare qualcuno alla morte.

Ebrei e italiani

Prima di passare all'elemento più esplosivo e importante di Episode 4 vorremmo aprire una breve parentesi su quanto sta accadendo a Londra. Arthur, in compagnia di altri uomini Shelby, si reca al locale di Sabini e ne prende possesso. Caccia in malo modo gli italiani e dichiara a tutti che "per volere dei Peaky Blinders" il locale cambia gestione. Qui, circondato da specchi e arazzi e lussi vari, Arthur comincia a perdere la testa. Spende i soldi ricavati in droga e annega se stesso nei corpi morbidi di ballerine e donne di passaggio. Per quanto il paragone possa sembrare un po' azzardato, in alcune scene Arthur fa pensare al Michael Fassbender di Shame. Un uomo che fa sesso, ma che prova quasi dolore nel farlo. Ovviamente Arthur non è neanche lontanamente sofferente come il protagonista della pellicola sopracitata, e si diverte ad elogiare le capacità di coloro che gli offrono la propria virtù. Ma c'è qualcosa di disperato nei movimenti del maggiore dei fratelli, qualcosa che rimanda sempre ai tempi della guerra e ai disordini avvenuti laggiù. Ad ogni modo il colpo di stato portato avanti da Arthur fa sì che Sabini decida di fare la sua mossa. Invece di colpire di nuovo, si presenta, con la bandiera bianca, da Alfie Solomons, un Tom Hardy che migliora episodio dopo episodio. I due sono alla ricerca di un accordo, che prevede la fine di battute contro gli ebrei (Alfie è molto fiero della sua razza), il ritorno di allibratori a Epsom e la ricerca di una nuova pace. "Ci conosciamo dai tempi della scuola, Alfie," dice Sabini, con il suo tono più ruffiano. "Tra noi c'è sempre stato un tira e molla, ma le cose sono migliori quando siamo amici, non è vero?" Al che Alfie risponde di sì, che è d'accordo, che un'alleanza potrebbe riportare ordine. Così, quando nelle clausole del contratto Sabini inserisce un "guerra agli zingari!" Alfie non può fare a meno di mostrarsi d'accordo. L'uomo, infatti, annuisce e concorda quando Sabini parla degli Shelby come dei "fottuti selvaggi". L'alleanza creata appena due episodi fa con Thomas sembra già essere precipitata nell'oblio, la qual cosa non ci piace per niente. Non ci piace pensare di vedere Alfie e Thomas l'uno contro l'altro quando ancora non ci sono stati mostrati i molti privilegi dell'essere alleati. E oltretutto non ci piace pensare ad un Alfie nemico, perchè sappiamo perfettamente che Thomas è uno Shelby, e come tale non può essere sconfitto. Non da un altro uomo, almeno. E oramai Peaky Blinders ci ha abituato troppo bene alla presenza di Tom Hardy perchè possiamo essere pronti a salutarlo. Eppure, a distanza di due episodi dal finali, non possiamo fare a meno di mostrarci alquanto preoccupati e speranzosi che Thomas abbia un piano nascosto e che Alfie ne faccia parte.

May the Grace be with you

Ed eccoci arrivati al nodo della questione. Come dicevamo poco più sopra, Thomas Shelby non può essere sconfitto da un uomo. Ci hanno provato in moltissimi a farli fuori, ma il leader della famiglia Shelby ne è sempre uscito più forte che mai. Non solo è sempre sopravvissuto, ma ha anche trovato il modo di prendersi il potere dei suoi nemici, di abbassarli alle sue volontà. Però Thomas, come tutti gli (anti)eroi ha un suo punto debole. E il punto debole di Thomas è il cuore. Solo Grace era stata in grado di distrarlo dalle sue ambizioni: solo lei era riuscita a far vacillare Tommy, a spingerlo a credere nella possibilità di una vita diversa. Solo lei. In questa prima parte di stagione, però, Grace è lontana, evanescente come il fantasma a cui l'abbiamo paragonata nella recensione del primo episodio. Quando però cominciavamo a disperare all'idea di vedere un Thomas sempre freddo ecco arrivare una piccola luce. May stessa, all'interno di questo episodio, descrive se stessa come un faro. "Però," continua "quando qualcuno vede un faro se ne tiene alla larga, no?". May è persa nella sua inattesa posizione di vedeva: è sola, annoiata, vagamente triste. Thomas, da questo punto di vista, è proprio come lei. Ecco perchè alla fine si ritrovano uno nelle braccia dell'altra, anime affini che cercano un appiglio per non sparire, per non lasciarsi andare alla marea della disperazione. Thomas torna per un attimo ad essere quello della prima stagione: quello che ha un grande cuore che batte nel petto. Per un attimo solo sembra sereno e appagato. Eppure il suo momento di pace non è destinato a durare molto. Tornato a casa, infatti, tira fuori un biglietto e compone un numero. Al centralino chiede "Hotel Ritz, per favore. Londra, Piccadilly". Un telefono squilla in una stanza d'albergo, finchè un uomo elegante risponde. Un attimo dopo, però, al suono di quella voce maschile, Thomas riattacca, senza dire una sola parola. E' solo in quel momento, a pochissimi secondi dalla fine dell'episodio, che la macchina da presa si concentra su un volto che conosciamo fin troppo bene e che aspettavamo di vedere da troppo tempo: Grace.

Cosa ci è piaciuto:

• Ogni singola scena.

Cosa non ci è piaciuto:

• Encefalogramma piatto.

Valutazione di Erika Pomella: 1 su 10
Peaky BlindersPeaky Blinders (stagione 2)
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