Perez
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Venezia 71: Perez, la recensione


Perez, opera seconda di Edoardo De Angelis, dopo il debutto con Mozzarella Stories, è un buon thriller italiano, con un cast in parte, una storia interessante e un'ambientazione tanto drammatica quanto affascinante.
Voto: 7/10

Presentato fuori concorso alla settantunesima edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia, Perez rappresenta il secondo lungometraggio di Edoardo De Angelis, dopo il precedente Mozzarella Stories. Il film, che ha convinto sia pubblico che critica, grazie anche ad un intensa interpretazione di Luca Zingaretti, è pronto ad arrivare in America. Il produttore Stefano Gallini Durante, con la sua casa di produzione americana Code 39 Films, ha fatto richiesta dei diritti remake USA del film ai produttori della pellicola.

Demetrio Perez (Luca Zingaretti) è un avvocato d'ufficio, l'ultima ruota del carro, l'ultimo rifugio quando nessuno ha la possibilità di ricorrere ad altre opzioni per difendersi. La sua è una vita infelice, sul lavoro quanto nella sfera privata, sua moglie lo ha lasciato e vive con la sua unica figlia ventenne, Tea (Simona Tabasco). Una scossa forte alla sua quotidianità avviene quando Tea si innamora di Francesco Corvino (Marco d'Amore, il protagonista della serie già culto Gomorra), il figlio di uno dei più pericolosi camorristi. Il pericolo entra in casa sua e Perez, uomo tranquillo e perbene, si accorge che è pronto a tutto pur di salvare la propria famiglia, anche a fare ciò che mai avrebbe pensato di poter fare.

La camorra è un argomento sempre attuale nel nostro paese, nella nostra quotidianità e di conseguenza anche nel nostro cinema, un tema spesso fin troppo abusato. De Angelis con Perez cerca di proporre una versione dell'argomento un pò diversa, la camorra è messa un pò in secondo piano, ci si focalizza su una brava persona, un uomo qualunque che, per il lavoro che fa e per la città dove vive, si trova suo malgrado coinvolto in una cosa più grande di lui e deve imparare in breve tempo a gestirla se vuole salvare se stesso e sua figlia. La legge, che lui stesso difende e in cui crede fermamente, è messa in discussione, deve scendere a compromessi, sporcarsi le mani e infrangere le regole, entrare in contatto con il mondo che cerca di combattere. Come dice il regista stesso, si avvicina alla zona grigia, quella in cui criminali e gente perbene si incontrano, quella in cui le differenze tra l'una e l'altra categoria si fanno sempre più sfumate e indefinite.

Perez è ambientata a Napoli, ma è una città diversa da quella che nell'immaginario comune siamo abituati a visualizzare quando pensiamo a un film di questo genere. Il quartiere scelto per il film è quello del Centro Direzionale, luogo caratterizzato da grattacieli progettati da grandi architetti che avrebbe dovuto rappresentare una promessa per un futuro diverso, più prospero, ma che ad oggi si rivela essere solo un tentativo fallito. Tutto ciò diventa un perfetto correlativo oggettivo per rappresentare lo stato d'animo del protagonista, intrappolato all'interno della sua stessa vita.

Perez è un buon film, realizzato molto bene e interpretato in modo altrettanto convincente.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
Perez.Venezia 2014
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