Perfetti sconosciuti
Perfetti sconosciuti

Perfetti sconosciuti, la recensione


Un'amara commedia corale sui segreti custoditi all'interno dei nostri cellulari, con dialoghi brillanti e un cast in forma
Voto: 8/10

Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta” dichiarava Gabriel Garcia Marquez. E questo è diventato il presupposto di Perfetti sconosciuti, decimo film di Paolo Genovese, che, di queste tre vite, va ad indagare quella segreta, oggi custodita soprattutto dentro il nostro smartphone.

La trama del film ruota attorno a una cena a cui partecipano alcune coppie di amici; quella che all’inizio sembra una serata come tante prende però una piega imprevista quando si comincia a parlare dell’importanza dei telefoni cellulari e dei presunti segreti custoditi al loro interno, e la padrona di casa propone un gioco: per tutta la durata della cena, i presenti dovranno condividere con la tavolata qualsiasi messaggio, mail, foto o telefonata arrivi sul loro cellulare. Com’è facile immaginare, il gioco porterà alla luce una serie di lati nascosti dei protagonisti.

I cellulari, dice un personaggio del film, sono diventati ormai la “scatola nera” delle persone, e, come mostrato nel film, fanno da filtro o da lente d’ingrandimento dei rapporti umani, anche quelli in apparenza perfetti e sinceri; la domanda quindi è: quanto conosciamo davvero, o crediamo di conoscere, anche le persone a noi più vicine?

Rispettando le tre unità, quasi fosse una pièce teatrale, il film mette in scena tematiche di vario carattere, alcune sempre valide, altre molto attuali: la già citata dipendenza dalla tecnologia (e con essa un certo gusto, anche masochista, per il voyeurismo), i rapporti tra genitori e figli, crisi e infedeltà di coppia, l’accettazione e la tolleranza.

L’espediente narrativo di mettere in una stanza un gruppo di personaggi che, via via, si mettano a nudo gli uni davanti agli altri è stato ampiamente usato dal cinema; qui a uno sviluppo narrativo dal sapore universale (non a caso del film verranno realizzati remake in altri Paesi) si unisce quello stile dolceamaro tipico della classica commedia all’italiana; come aveva già fatto in alcuni dei suoi precedenti lavori corali, ad esempio Tutta colpa di Freud o Una famiglia perfetta, Genovese realizza un film che coniuga risate e dramma, parte lieve per poi virare verso toni più cinici e amari, sino a un finale inaspettato.

Protagonisti del film sono alcuni degli attori italiani più attivi del momento, alcuni già diretti dal regista (Marco Giallini, Anna Foglietta, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea) insieme a new entries d’eccezione (Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak); un cast a proprio agio alle prese con dialoghi brillanti, per un risultato piacevolmente diverso rispetto al panorama medio della commedia italiana.

Perfetti sconosciuti è un film che coinvolge e tiene vivo l’interesse fino alla conclusione, una riflessione malinconica sul nostro presente, che non mancherà di provocare dialogo e riflessioni.

Valutazione di Matilde Capozio: 8 su 10
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