Piccole donne
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Piccole donne, la recensione


Il Piccole donne di Greta Gerwig è un film molto bello, emozionante, con una sceneggiatura moderna ma che resta fedele al testo originario e una regia dall'ampio respiro.
Voto: 8/10

A Natale negli Stati Uniti e il 9 gennaio nelle nostre sale uscirà l'ultima trasposizione del famosissimo romanzo di Louisa May Alcott, Piccole donne. L'attrice e ormai sempre più regista Greta Gerwig dirige questo film tutto al femminile e con un cast di prim'ordine tra cui troviamo le quattro sorella Saoirse Ronan (attrice feticcio della regista), Emma Watson, Florence Pugh ed Eliza Scanlen, Laura Dern e Meryl Streep nel ruolo rispettivamente della mamma e della zia March e i tre interessi amorosi delle ragazze Timothée Chalamet (anche lui alla seconda collaborazione con la regista), James Norton e Louis Garrel. Il romanzo è uno dei capisaldi mondiali della letteratura per ragazzi e nel corso degli anni sono state tante le trasposizioni, ci sono stati film, miniserie, cartoni animati, è sicuramente una delle storie letterarie più famose e conosciute al mondo. In questo caso la Gerwig, che è autrice anche della sceneggiatura, sceglie di narrare un arco narrativo che comprende anche il seguito di Piccole donne, ovvero Piccole donne crescono. Il film ha recentemente ricevuto numerose candidature tra Golden Globe, Critics' Choice Awards e tanti altri premi, aspettando il prossimo annuncio delle nominations agli Oscar.

Il film racconta, grazie ad un abile intreccio narrativo che va avanti e indietro nel tempo, la vita delle quattro sorelle March, dalla loro adolescenza fino alla loro età adulta. Troviamo così la testarda e determinata Jo (Saoirse Ronan), la tranquilla e materna Meg (Emma Watson), la dolce e timida Beth (Eliza Scanlen) e la dispettosa e allegra Amy (Florence Pugh), le quattro piccole donne molto legate tra loro e accomunate da una grande gioia di vivere e da un profondo amore verso i propri genitori. Viviamo con loro le difficili prove che la vita pone loro davanti, tra belle notizie e grandi dolori, tra amori teneri e altri più passionali, tra risate e lacrime ma tutto accomunato dall'unione familiare che non le abbandonerà mai.

Quando ci sono rivisitazioni di grandi classici letterari e soprattutto di opere già precedentemente affrontate a livello audiovisivo tra i rischi maggiori che si corrono ci sono sia il confronto con le trasposizioni precedenti, sia la classica domanda che pende come la spada di Damocle sull'opera, ovvero era davvero necessaria? In questo caso Grata Gerwig riesce a scongiurarle entrambe perchè crea una pellicola unica, personale e veramente bella sotto vari punti di vista, quindi la risposta che sorge spontanea ad eventuali critiche di questo tipo è una sola: non ci interessano queste inutili disquisizioni se il risultato è questo film. La Gerwig è brava sia nella sceneggiatura perchè riesce a creare un intreccio narrativo che collega presente e passato in maniera perfetta, senza mai annoiare e con collegamenti a livello sensoriale o emotivo veramente efficaci, sia nella sua regia così classica visivamente ma così aperta alla modernità, che riesce a sfruttare gli spazi creando un sensazione di libertà in ogni immagine. Fa un film al femminile che lo è veramente, senza la necessità, come spesso è accaduto ultimamente negli Stati Uniti (si veda ad esempio quella brutta scena spacciata per femminista dell'ultimo Avengers, dove arrivano tutte le donne per combattere insieme) di creare forzatamente un finto women power che risulta alquanto ridicolo. Qui le donne sono le vere protagoniste in tutto e per tutto, e sono donne fortissime ma con le loro fragilità e debolezze e non supereorine fintamente forti che in realtà giocano solo a fare gli uomini. Ognuna di loro ha un carattere diverso e fa scelte di vita diverse ma non per questo una risulta più emancipata o forte di un'altra.

Ci sono altri aspetti molto positivi nell'opera, come la musica di Alexandre Desplat che come al solito fa un lavoro egregio, i costumi stupendi di Jacqueline Durran e la bellissima scenografia di Jess Gonchor, entrambi gli aspetti curati nel minimo dettaglio e ultimo, ma non per importanza la recitazione di gran parte del cast. Saoirse Ronan è bravissima e semplicemente perfetta nell'interpretare Jo March, la più famosa ed amata tra le sorelle, anche solo per il fatto che rispecchia la scrittrice stessa. Riesce a far provare allo spettatore ogni emozione diversa che Jo vive in maniera spontanea e naturale. Brave anche le altre sorelle (a parte forse Emma Watson che non riesce ad allontanarsi dalle sue solite faccette ed espressioni che si porta dietro da quando recitava Hermione da bambina), e ovviamente Laura Dern e Meryl Streep sempre impeccabili. Tra gli uomini spicca sicuramente Luois Garrel, posato e con una presenza scenica perfetta, sempre abbastanza uguale a se stesso invece Timothèe Chalamet, a tratti quasi fastidioso ed irritante.

Valutazione di Giorgia Tropiano: 8 su 10
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