Quel che sapeva Maisie
Quel che sapeva Maisie

Quel che sapeva Maisie, la recensione


Quel che sapeva Maisie è una pellicola indipendente estremamente toccante, che gioca tutto sulle emozioni e sui gesti ma soprattutto si mette completamente a disposizioni dei sentimenti della piccola protagonista e mostra ogni azione attraverso i suoi occhi innocenti.
Voto: 7/10

Quel che sapeva Maisie è una pellicola presentata al Toronto International Film Festival del 2012 e diretta dalla coppia Scott McGeheeDavid Siegel. È un adattamento del famoso romanzo Ciò che sapeva Maisie di Henry James prima pubblicato a puntate su rivista e in seguito in un volume nel 1897. Nonostante il romanzo sia molto datato il tema trattato è quanto mai attuale ed non è difficile immaginare di adattare la sua storia ai giorni nostri. Si segue la vita di una bambina che soffre della situazione di tensione che c'è tra i suoi irresponsabili genitori e tutto è vissuto attraverso gli occhi della piccola. La pellicola si avvale di un cast molto interessante: Julianne Moore (premiata di recente come migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes), Alexander Skarsgard, Joanna Vanderham, Steve Coogan e la piccola protagonista Onata Aprile.

La piccola Maisie (Onata Aprile) è una bambina dolce e affettuosa che si trova catapultata nel mezzo di un divorzio complicato e sofferto. La madre, Susanna (Julianne Moore), è una rockstar ormai non più giovane,, con un carattere forte ma ribelle, tiene molto a sua figlia ma al tempo stesso anche alla sua carriera ormai sul viale del tramonto. Il padre, Beale (Steve Coogan), è un uomo d'affari sempre in viaggio e perciò molto assente, per lui il lavoro viene prima di tutto. Entrambi i genitori inizialmente litigano per l'affidamento della piccola Maisie ma quando poi si rendono conto che la bambina potrebbe essere un peso per le rispettive carriere entrambi organizzano due matrimoni di convenienza per avere un appoggio dove poter lasciare la piccola in loro assenza. Così Maisie si ritrova a passare tutto il suo tempo tra l'ex babysitter Margo (Joanna Vanderham) ora matrigna e Lincoln (Alexander Skarsgard), un barista nuovo marito della madre. Entrambi i giovani ragazzi sanno essere molto più presenti e affettuosi  dei veri genitori.

Mai una situazione come quella dell'affidamento di una bambina e della sua reazione alla separazione dei propri genitori può essere più attuale. Di qualsiasi epoca si tratti, può cambiare il contesto, i metodi di affidamento, le necessità personali o le leggi a favore dell'uno o dell'altro ma le emozioni provate dall'unica anima innocente che soffre di più rimangono le stesse, in particolar modo se tutto è mostrato attraverso i suoi occhi teneri e spauriti. Tutto il film è girato seguendo le vicissitudini di Maisie che è l'unica presenza fissa in ogni singola scena, spesso abbiamo infatti inquadrature riprese alla sua altezza che mozzano l'adulto, sono quasi tutti suoi i primi piani e le sequenze che la mostrano in ogni sua emozione, che sia triste o felice, che sia spensierata o preoccupata.

La pellicola, ambientata in una New York caotica e molto presente che diventa il correlativo oggettivo della vita frenetica e inquieta che vive la piccola Maisie, che contrasterà con la tranquillità e la spensieratezza che la bambina avrà con i due giovani "genitori" nella casa sul mare, è un lavoro indipendente che gioca tutto sui sentimenti e riesce, nella maggior parte del tempo, nel suo intento di coinvolgere ed emozionare. Tutto ciò grazie soprattutto alle prove attoriali del cast, una Julienne Moore sempre efficace e mai sopra le righe, un Alexander Skarsgard che si è ormai sdoganato dal suo ruolo di vampiro in True Blood, che lo ha reso famoso, per darsi al cinema indipendente e più intimista, creando in questo caso un personaggio molto riuscito di gigante buono, grazie soprattutto alla sua imponente presenza fisica e scenica, riesce a creare una chimica speciale con la piccola attrice Onata Aprile, vera star del film. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 7 su 10
Quel che sapeva Maisie
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