Race - Il Colore della Vittoria
Race - Il Colore della Vittoria

Recensione Race – Il Colore della Vittoria di Stephen Hopkins


Race e' uno dei film sportive più belli mai prodotti che riesce ad andare oltre ogni stereotipo filmico e lascia lo spettatore meravigliato. Ancor di più se appassionato di sport.
Voto: 8/10

Race – Il colore della vittoria è l'ultimo film del regista Stephen Hopkins. La storia narra la famosa vicenda di Jesse Owens (interpretato dal giovane attore canadese Stephan James), l'atleta afroamericano che riuscì a sbaragliare i giochi Olimpici di Berlino del 1936, sotto la Germania nazista di Hitler, vincendo ben 4 medaglie.

Il film ci mostra l'ascesa del velocista seguendo le vicissitudini sin dal suo primo giorno di college nella ben poco tollerante università dell'Ohio. Le sue doti vengono segnalate all'allenatore nonche ex campione Larry Snyder (Jason Sudeikis) che riuscirà a perfezionare il suo stile fino a farlo qualificare alle Olimpiadi. Tuttavia la partecipazione dell'America ai giochi viene messa in dubbio da un forte fattore etico e da una protesta verso le politiche raziali di Hitler da parte del Comitato Olimpico Americano che però grazie alla mediazione di Avery Brundage (Jeremy Irons), parteciperà e risulterà vincitore nonostante tutto.

Il film è ispirato dall'autobiografia del campione olimpico che scrisse la storia dei giochi olimpici, non tanto per le sue vittore quanto per i suoi record rimasti imbattuti per oltre venti anni. Dietro la macchina da presa troviamo Stephen Hopkins, un regista abbastanza esperto, famoso per aver diretto thriller-horror come "Predator 2", "Spiriti nelle Tenebre", "I segni del Male" e il film biografico su Peter Sellers "Tu Chiamami Peter" nonchè le prime due stagioni della serie culto "Californication".

Race si avvale anche di un cast d'eccezione caratterizzato dai premi Oscar Jeremy Irons e William Hurt e al candidato ai Canadian Screen Awards (l'equivalente dei premi Oscar canadese) Stephan James. La regia, così come la scrittura del film, sono molto buone in quanto riescono a creare un'empatia totale con lo spettatore nonostante i fatti narrati siano avvenimenti storici già accaduti. Race non si ferma alla semplice descrizione dei fatti o ai soliti stereotipi dello sport che unisce ciò che la politica divide ma tende a coinvolgere lo spettatore mostrando i lati umani e le debolezze del mito creando un vero processo di umanizzazione e rendendo Jesse Owens la prova storica di uno stile di vita, la vera incarnazione della forza di volontà quando tutto il mondo ti è contro. Le ricostruzioni storiche sono a dir poco meravigliose e dal forte impatto visivo, soprattutto il villaggio olimpico con l'Olympienstadion di Berlino in costruzione e il piano sequenza che segue il protagonista dai corridoi dello spogliatoio fin dentro la pista atletica dello stadio, mostrando il suo stupore e la sua emozione incontenibile.

Una menzione speciale va anche alla presenza di Federico Buffa, conduttore Sky famoso per le sue cronache delle partite di NBA e per le sue monografie sui campioni dello sport, nel ruolo del doppiatore del cronista delle Olimpiadi.

Per concludere, Race – Il Colore della vittoria (da notare che il titolo gioca sul doppio significato di race in inglese che significa sia "razza" che "corsa") è uno dei film sportive più belli mai prodotti che riesce ad andare oltre ogni stereotipo filmico e che lascerà lo spettatore senza dubbio meravigliato. Ancor di più se appassionato di sport.

Valutazione di redazione: 8 su 10
Race – Il colore della vittoria
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