Ratched
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Ratched, recensione in anteprima della nuova serie di Ryan Murphy


Dal 18 Settembre su Netflix 'Ratched', nuova serie di Ryan Murphy che indaga sul passato di uno dei villain più famosi nella storia del cinema: l'infermiera Mildred Ratched di 'Qualcuno volò sul nido del cuculo'.
Voto: 8/10

Era il 1975 quando nelle sale cinematografiche arrivò Qualcuno volò sul nido del cuculo, famosa pellicola diretta da Milos Forman che raccontava la storia di Randle Patrick McMurphy (Jack Nicholson) che, per sfuggire alla prigione millanta una disabilità mentale che lo porta ad essere internato. Vera e propria pietra miliare della settima arte, a cui apporta anche una nuova delicatezza nel trattare il tema dei manicomi e degli ospedali psichiatrici (a cui fa riferimento il titolo), Qualcuno volò sul nido del cuculo ha avuto anche il merito di inserire un villain di celluloide che ha fatto storia: la rigida e crudele infermiera Mildred Ratched.

Ed è proprio da questo personaggio che prende il via Ratched, la nuova serie firmata da Ryan Murphy che rappresenta un prequel ideale del film di Forman, dal momento che tratta il passato dell'infermiera di Salem, raccontando quali siano state le sue scelte e quale sia stato il percorso che l'ha portata ad essere poi l'antagonista di Jack Nicholson. Ad interpretare questo personaggio tanto controverso, sia angelo della morte che donna dal cuore sensibile, c'è Sarah Paulson, una sorta di attrice feticcio di Murphy che in Ratched mette molti dei volti familiari alla sua produzione. Oltre alla Paulson, infatti, nel cast c'è anche Finn Wittrock (indimenticabile la sua interpretazione di Dandy in American Horror Story Freak-Show) e Jon Jon Briones. Ma il cast è ricco anche di altri nomi, come Sharon Stone nei panni di una ricca donna in cerca di vendetta e la Cynthia Nixon diventata famosa per aver interpretato Miranda nell'iconico Sex and the city.

Ratched si apre come fanno alcune storie dell'orrore entrate nell'immaginario collettivo: in una notte buia e tempestosa. I colori pop tipici della filmografia di Murphy riempiono lo schermo, ma c'è un'oscurità che preme contro la finestra di quella che sembra essere una casa piena di lusso. Una nota distorta, una tenebra celata dietro colori così accesi da essere quasi kitch e che mettono immediatamente lo spettatore davanti alla consapevolezza che sta per succedere qualcosa di orribile. Nel prologo, infatti, viene immediatamente perpetrata una strage. Edward (Wittrock) decide di prendersi la sua vendetta: mesi dopo, nella stessa cittadina, arriva la misteriosa Mildred Ratched, che trova immediatamente lavoro come infermiera. La strada di questi due personaggi si incroceranno molto preso, insieme a quella di tutti coloro che ruotano intorno al manicomio, compreso il governatore (Vincent D'Onofrio).

Composta da otto episodi, Ratched racconta l'arco di una donna che ha le idee chiare su quello che vuole e che non si fa scrupoli ad ottenerlo: al tempo stesso, però, la serie offre allo spettatore un personaggio fragile, quasi spaventato alle volte. Un mostro in fieri che cela ancora quelle fattezze d'angelo che potrebbero insospettire o confondere.

Vestito dai panni del genere del mélo, Ratched è prima di tutto un grandioso spettacolo per gli occhi. Come sempre Ryan Murphy dimostra di non prendere sottogamba l'impatto della visività dei suoi prodotti, prestando attenzione ad ogni dettaglio. In un'epoca come quella attuale, prettamente instagrammabile, la messa in scena di Ratched non è solo sontuosa, ma anche affascinante, una sorta di personaggio aggiunto che riempie lo schermo e disseta lo sguardo. Del melodramma la serie eredita i costumi e i colori pastello, così come una recitazione che molto spesso passa attraverso l'esasperazione dei movimenti del corpo (come nel caso dell'infermiera Bucket interpretata da Judy Davis) o la loro quasi totale assenza (ed è il caso della protagonista). Anche alcune scene narrative affondano le proprie radici nel genere sopracitato: la difficoltà di avere un lieto fine, il senso di rassegnazione che pervade il luogo al centro della storia.

Ma Ryan Murphy non si tira indietro davanti la volontà di scivolare anche nell'horror: un horror che non è mai manifesto, mai troppo accessibile. Nonostante la presenza di alcune scene più apertamente splatter, Ryan Murphy sembra voler puntare verso un tipo di horror più suggerito, che chiaramente deve molto all'opera omnia di Alfred Hitchcock, a cui Ratched si ispira molto. Ci sono degli omaggi davvero palesi: nel primo episodio, ad esempio, c'è una sequenza di Sarah Paulson in macchina che è un'aperta dichiarazione d'amore al regista e, nello specifico, al suo film Gli Uccelli.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
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