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Raya e l’ultimo drago, recensione del nuovo film Disney

Arriverà il 5 marzo su Disney+ Raya e L'ultimo Drago, nuovo film Disney che coinvolge ed emoziona, raccontando un mondo di donne e draghi

Arriverà il 5 marzo su Disney+ Raya e L'ultimo Dragonuovo film Disney che, non potendo debuttare in sala a causa della pandemia che ancora imperversa nel nostro paese, costringendo i cinema a rimanere chiusi, si presenterà agli spettatori dell'ormai nota piattaforma streaming dello studio. La pellicola è diretta da Carlos Lopez Drago, John Ripa, che aveva già lavorato in Oceania e Zootropolis, e Don Hall, a cui dobbiamo già il (sottovalutato) capolavoro rappresentato da Big Hero 6.

Un tempo c'era Kumandra, un luogo pacifico, dove uomini e draghi vivevano in armonia, coesistendo, senza lotte di potere o divisioni interne. Tuttavia l'avanzata di una forza oscura e crudele ha portato i draghi a prendere la decisione di sacrificarsi per la salvaguardia degli umani. Da allora sono passati 500 anni e di Kumandra non resta altro che un ricordo e gli umani vivono in una realtà divisa, frammentata, dominata proprio dall'avidità e dall'interesse personale. Ed è questo sentimento che la giovane Raya sperimenta quando l'invidia dei popoli vicini la porta a perdere tutto e a doversi inventare un modo per fronteggiare il ritorno di quella stessa forza oscura che in passato aveva distrutto i draghi. Ed è proprio nella ricerca dell'ultimo drago, Sisu, che Raya si lancia per gli anni successivi, fino a quando arriverà il momento di affrontare sul serio non solo la minaccia che incombe sul mondo, ma anche il rancore che porta sulle spalle da quando è stata tradita.

Con Raya e l'ultimo drago la Disney si rivolge ai propri spettatori offrendo una trama che affronta temi che sono ormai da considerarsi canonici per la casa di produzione hollywoodiana. L'importanza dell'amicizia, della lealtà e della famiglia rimangono i pilastri intorno a cui si sviluppa non solo la narrazione ma anche la protagonista stessa. Tuttavia, partendo proprio da questo punti fermi, Raya e L'Ultimo Drago è una pellicola che si sposta ancora di più nella direzione scelta dalla Disney di concentrarsi sui personaggi femminili, dando voce alla dimensione femminile che non ha necessariamente bisogno di un uomo per capire quale direzione dare al proprio destino. Un percorso iniziato già a fine anni '90, con Mulan che in qualche modo è stato l'apripista di un nuovo tipo di intendere l'idea della "principessa".

Non più una splendida creatura dall'animo buono e coraggioso che deve fronteggiare degli ostacoli per conquistare la propria felicità attraverso un principe: ma donne sempre più indipendenti, coraggiose, che agiscono per se stesse. Il che non vuol dire agire per egoismo: semplicemente significare far sentire la propria voce, afferrare la propria specificità e la propria individualità. 

Allo stesso tempo, però, va sottolineato che Raya e l'ultimo drago non decide di seguire la tensione a quello che viene definito il Girlboss feminism. Il film non si concentra su una ragazza che deve essere tosta a ogni costo, quasi prepotente, una prescelta che accetta poteri e responsabilità. La forza di questa pellicola sta nella scelta di portare sullo schermo delle ragazze che sono scheggiate, insicure, che sbagliano perché non hanno la chiave per decifrare il futuro, proprio come avviene nella realtà.

Tanto Raya quanto Namaari sono ragazze che sono state cresciute con ideali e insegnamenti che, prima di tutto, devono imparare a decostruire per poter trovare se stesse, per conoscere il loro pensiero e il loro cuore, senza bisogno di ricalcare l'idea di qualcun altro. Inoltre, nonostante siano circondate da persone, le tre protagoniste femminili del romanzo sono plasmate dalla solitudine, un sentimento che appare quanto meno attuale, soprattutto se si tiene conto del periodo che stiamo vivendo.

Questo non significa affatto che Raya e l'ultimo drago sia un film-manifesto di una certa idea di femminismo, né che sia un prodotto pensato solo per un pubblico femminile. La grandezza della Disney è proprio la sua capacità di rivolgersi a un pubblico sempre più vasto, di parlare della realtà, di temi che toccano più o meno chiunque. Perciò se da una parte si può facilmente fare un plauso alla riflessione sul femminile – soprattutto in prodotti di intrattenimento che andranno a toccare l'immaginazione dei più piccoli – Raya e l'ultimo drago è anche un vero e proprio spettacolo per gli occhi, un'avventura che intrattiene e commuove, che coinvolge con quella magia tipica di casa Disney, quell'incantesimo senza ricetta che ti fa dimenticare tutti i problemi della tua quotidianità per un paio d'ore di puro incanto. 

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