La Casa
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Recensione: La casa di Fede Alvarez


Recensione del film La casa di Fede Alvarez, remake del film del 1981 di Sam Raimi: sviluppo narrativo credibile e coerente dove non manca paura, tensione, mostri, morti, sangue, mutilazioni e ancora sangue.
Voto: 5/10

La casa, come si può immaginare già dal titolo, è il remake versione anni 2000 del film del 1981 che ha reso popolare e famoso in tutto il mondo Sam Raimi, il regista della trilogia di Spider-Man. Questa volta però non si tratta di uno dei tanti tentativi di rilanciare una saga horror senza il bene placido del creatore originario, ma è una produzione che vede tra i suoi fautori principali proprio Raimi stesso. È stato lui ha voler riproporre nelle sale una nuova versione del suo film per far conoscere anche agli spettatori moderni quella storia che ha terrorizzato e segnato gli amanti del genere horror negli anni Ottanta, che proponeva effetti molto basici realizzati con un budget basso e che invece oggi, con le nuove tecnologie a disposizione, avrebbe potuto terrorizzare una generazione di affezionati nuova, abituata ormai a livelli visivi di un certo tipo. Il regista scelto è un esordiente sul grande schermo, l'uruguayano Fede Alvarez, con una sceneggiatura scritta da lui in collaborazione con Rodo Sayagues.

Un gruppo di amici, tre ragazze e due ragazzi, decidono di trascorrere un weekend in una sperduta e fatiscente casa nel bosco per aiutare una di loro, Mia (Jane Levy), a risolvere il suo problema con la droga. Appena arrivati sul posto però iniziano a capire che c'è qualcosa che non va, trovano nei sotterranei gatti bruciati e impiccati secondo un rituale e un libro satanico. Uno di loro inconsciamente richiama dei demoni e piano piano, uno per uno, vengono posseduti da essi, iniziando proprio da Mia. Così quella che doveva essere una gita tra amici si trasforma in un vero e proprio incubo per tutti loro.

La casa nel corso degli anni è diventato un classico del genere, un vero e proprio film cult per i cultori degli horror e rifare un film partendo da tale premessa non è mai facile, è sempre rischioso e la paura del flop è dietro l'angolo. Partendo da questo presupposto, la pellicola di Alvarez è riuscita a metà. La cosa che colpisce da subito è che si prende molto sul serio; man mano che la storia va avanti e la situazione diventa sempre più paradossale, il film non perde mai la rotta e porta avanti la strada che si è scelto di percorrere senza esitazioni, con scelte spesso fin troppo esagerate e a tratti ridicole, ma con coerenza e determinazione.

Il presupposto da cui parte la storia, ovvero rifugiarsi in uno chalet pericolante e isolato per aiutare un'amica a disintossicarsi, è molto fragile e poco funzionale alla storia. Ma non è sicuramente uno sviluppo narrativo credibile e coerente che i fan del genere cercano quando vanno a vedere questi film. Vogliono paura, tensione, mostri, morti, sangue, mutilazioni e ancora sangue. Da questo punto di vista il film è molto curato e ben realizzato, con la giusta (forse anche troppa) dose di tortura fisica e di ferimenti che lo rendono a tratti al limite del ridicolo. Ma è questione di punti di vista, perché o ti piace il genere o non ti piace. Se ti piace La casa di Alvarez è consigliato, se non ti piace da evitare assolutamente. 

Valutazione di Giorgia Tropiano: 5 su 10
La Casa (2013)
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