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Recensione Un Giorno Speciale di Francesca Comencini

Recensione del film Un Giorno Speciale di Francesca Comencini con Filippo Scicchitano. Il film, presentato al Festival di Venezia, e' caratterizzato da una sceneggiatura banale che si adatta ad una storia altrettanto banale, salvo poi concludersi con una simil-denuncia contro le raccomandazioni.

Un Giorno Speciale è l’ultima fatica di Francesca Comencini, figlia d’arte del rimpianto regista Luigi Comencini, presentato all’ultimo Festival di Venezia.

Il film parla di Gina (Giulia Valentini, alla sua prima apparizione) e Marco (Filippo Scicchitano,già visto in Scialla!), due giovani che hanno appena iniziato a confrontarsi con il mondo del lavoro. Lei è un’aspirante attrice televisiva, lui è un autista che ha il compito di portare Gina dall’onorevole per cui Marco lavora. Tuttavia, l’appuntamento viene rimandato di ora in ora e questo permetterà ai due giovani di conoscersi meglio per le vie di Roma, raccontandosi l’uno con l’altro. Arrivati alla fine della giornata, tutti e due si renderanno conto che ormai le loro vite non sono più le stesse.

Francesca Comencini, già autrice di film come Mi piace lavorare-Mobbing e Carlo Giuliani, ragazzo presentato a Cannès nel 2002 si ripresenta sul grande schermo con un film tratto dal romanzo di Claudio Bigagli ‘Il cielo con un dito’ che ha moltissime pecche e ben poco da salvare. La storia, con pochissimi spunti, è diretta in un modo sciatto a tratti forzato e gli attori non aiutano certo a rendere il film piacevole. Tutto il film è caratterizzato da una sceneggiatura banale che si adatta ad una storia altrettanto banale che si presenta difatto come uno dei tantissimi film da inserire nel filone delle love comedy adolescenziali che caratterizzano gran parte del cinema italiano di questi ultimi 5 anni, salvo poi concludersi con una simil-denuncia contro le raccomandazioni dei politici per lavorare nella televisione, le quali sono frutto di favori sessuali. 
L’unica nota positiva in Un Giorno Speciale è l’uso di una fotografia che si adatta totalmente alle scenografie rendendo ogni personaggio contestualizzato al luogo che lo circonda.

La crisi contenutistica che sta caratterizzando il cinema italiano continua ancora e prodotti come questo non lasciano affatto ben sperare. La banalità, alternata a situazioni improbabili, ormai sono diventati elementi costanti che caratterizzano questo genere di film.

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