Riders of Justice
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Riders of Justice, recensione dell’action comedy con Mads Mikkelsen


L'attore danese è protagonista di un film d'azione in salsa di commedia, in cui interpreta un soldato che, insieme a un gruppo di bizzarri personaggi, va in cerca dei responsabili dell'incidente che gli ha portato via la moglie.
Voto: 6/10

Mads Mikkelsen è ormai un'affermata star del cinema non solo nella sua Danimarca, ma anche sulla scena internazionale, amato dal cinema d'autore (Un altro giro, fresco vincitore dell'Oscar al film straniero) e anche dai blockbuster (Casino Royale, Doctor Strange, il prossimo Animali Fantastici solo per citarne alcuni).

Lo ritroviamo ora protagonista di Riders of Justice, in uscita in VoD, una produzione danese scritta e diretta da Anders Thomas Jensen (che lo aveva già diretto in Le mele di Adamo).

Markus (Mikkelsen) è un soldato che si trova in missione in Afghanistan quando sua moglie e la loro figlia adolescente, in Danimarca, rimangono coinvolte in un grave incidente ferroviario, in cui la donna muore mentre la ragazza riesce a salvarsi. Fra i passeggeri del treno c'era però anche Otto (Nikolaj Lie Kaas, Angeli e demoni), un esperto di algoritmi da poco disoccupato il quale, quando viene a sapere che tra le vittime dell'incidente c'era anche un uomo in procinto di testimoniare a un processo contro una gang di motociclisti (i Riders of Justice, per l'appunto) si convince che lo scontro ferroviario sia stato provocato intenzionalmente. Così Otto coinvolge nelle sue indagini un paio di amici appassionati di dati e statistiche e si reca a casa di Markus, nel frattempo alle prese con la figlia distrutta dalla morte della madre: gli uomini si ritrovano a unire le forze alla ricerca di verità e di giustizia.

Riders of Justice è quindi un film che mescola azione e commedia, in cui lo spirito di vendetta scaturito da una tragedia deve però fare i conti con una combriccola decisamente male assortita: ciascuno dei componenti ha il proprio bagaglio di paure, ossessioni, e conflitti interiori irrisolti, e ritrovarsi coinvolti, quasi senza rendersene conto, in un'impresa così insolita per loro darà vita a errori ed equivoci dai risultati a volte disastrosi, a volte spassosi.

Una trama dunque un po' surreale e sopra le righe, che non si prende tanto sul serio, con dei "cattivi" piuttosto piatti e convenzionali, mentre il fulcro della storia sta nel contrasto fra il protagonista, un Mads Mikkelsen con testa rasata e barba lunga nel ruolo dell'uomo che ha imparato a reprimere le proprie emozioni, perlopiù taciturno e poco incline al confronto, e i suoi compagni d'avventura goffi e maldestri ma che gli offrono una via al dialogo con la figlia. 

La regia si mantiene piuttosto sobria anche nelle scene d'azione, funzionali alla trama ma senza qui virtuosismi che a volte siamo abituati a vedere nel cinema action statunitense, e dunque il risultato finale è un'opera che si lascia guardare con piacere, che non ricerca l'innovazione ma intrattiene con leggerezza.

Valutazione di Matilde Capozio: 6 su 10
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