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Soldado, recensione del film di Stefano Sollima


Il nostro Stefano Sollima all'esordio americano con l'atteso sequel di Sicario, che regala un'altra magnifica performance di Benicio Del Toro in un thriller d'azione ambientato al confine tra USA e Messico.
Voto: 7/10

C'è una comprensibile attesa e più di un motivo di interesse e curiosità nei confronti di Soldado: si tratta infatti dell'esordio americano del regista italiano Stefano Sollima, che si cimenta con il sequel di un film già osannato dalla critica e buon successo di pubblico, il thriller Sicario, diretto nel 2015 dal franco-canadese Denis Villeneuve.

A scrivere la sceneggiatura di Soldado è stato Taylor Sheridan, che continua così la sua personale osservazione e riflessione sulla moderna frontiera americana (oltre a Sicario, ricordiamo anche il recente I segreti di Wind River) e che in questo caso ritorna sul confine tra Messico e Stati Uniti dove operano i cartelli del narcotraffico.

Soldado propone alcuni cambiamenti nel cast rispetto al primo film: la differenza principale è l'assenza del personaggio di Emily Blunt, che rappresentava il centro emotivo e morale della storia, mentre ritornano l'agente federale Matt Graver (Josh Brolin) e il misterioso ex avvocato Alejandro Gillick (Benicio Del Toro), oltre a qualche new entry come Catherine Keener e la giovane Isabela Moner.

Nonostante la continuità narrativa con il suo predecessore, Soldado è comunque un film a sé stante, con una trama indipendente che rappresenta un altro capitolo dei conflitti di frontiera: stavolta infatti si parla di traffico di esseri umani.

Per contrastare il terrorismo, Graver decide di rapire la figlia di un potente boss del narcotraffico, allo scopo di istigare una guerra tra cartelli rivali. A questo scopo, l'agente FBI decide di rintracciare e reclutare Gillick, contando sulla sua sete di vendetta. I due uniscono ancora una volta le forze, ma qualcosa non va come dovrebbe e si innesca un conflitto, in cui come sempre non si capisce chi siano i veri nemici.

Vero protagonista di Soldado è il personaggio di Benicio Del Toro, cane sciolto con una sua personale idea di giustizia, ma che qui appare anche sotto una luce differente: scopriamo infatti alcuni dettagli inediti sul suo finora misterioso passato e lo vediamo costretto a intraprendere decisioni importanti.

Il film punta anche i riflettori sulla cruda realtà dei minori coinvolti nei traffici illegali, i cosiddetti "coyote", allettati dalla prospettiva di denaro facile, mentre resta più in secondo piano la parte politica, presente ma fuori campo.

Sollima, colui che qui da noi ha largamente contribuito a una riscoperta del cinema di genere, grazie a titoli come A.C.A.B. e Suburra (oltre a Romanzo Criminale e Gomorra in tv) possiede certamente una competenza e un'esperienza che lo rendono adatto a un film come Soldado, che dirige con stile muscolare, adrenalinico, ma attento ai dettagli. Non c'è sfoggio di violenza gratuita, mentre le sequenze d'azione si alternano a momenti di suspense e non manca qualche colpo di scena.

A catalizzare l'attenzione è sicuramente la riuscita performance di Benicio Del Toro nei panni di un personaggio che potrebbe diventare per lui una sorta di franchise se, come lascia presagire il finale aperto, un terzo capitolo è altamente possibile e, forse, già in preparazione.

Valutazione di Matilde Capozio: 7 su 10
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