Terminator: Destino Oscuro
Terminator: Destino Oscuro

Terminator – Destino Oscuro non convince molto: vediamo perche’


Questo Destino Oscuro risulta privo di capacità di attrarre lo spettatore e di risultare convincente.
Voto: 5/10

A partire dal 30 Ottobre e grazie a 20th Century Fox, Terminator: Destino Oscuro arriva al cinema e pone fine alla trilogia di James Cameron, che ha voluto "cancellare" dalla memoria degli spettatori il terzo, quarto e quinto capitolo della saga.

Grace è un soldato geneticamente potenziato, giunge dal futuro per salvare Dani Ramos, giovane operaia messicana impiegata in una fabbrica automobilistica. Dal futuro e con l'obiettivo di ucciderla viene pure Rev-9, un Terminator di ultima generazione, indistruttibile ed in grado di assumere le più svariate identità. A venire nel presente sarà anche Sarah Connor, che caccia e abbatte Terminator da decenni con l'aiuto di una fonte di energia misteriosa. Le tre donne sono unite dal destino e si ritrovano a combattere tutte insieme l'avanzata dell'intelligenza artificiale. Al di là del muro e decise a sbarcare in Texas, le donne troveranno la collaborazione di un vecchio amico, che è ancora in grado di menar le mani.

Il palese obiettivo che si muove sottotraccia in questo Terminator: Destino Oscuro è quello di svecchiare (e femminilizzare) una saga che potrebbe ancora dare tanto al botteghino internazionale. Al netto di un andamento al cardiopalma, non tutto funziona. Perchè le protagoniste non sono dotate della stessa icasticità dei personaggi dei primi due film diretti da James Cameron che anticipavano, a tutti gli effetti, il futuro. Nè tantomeno, il progetto è in grado di brillare a livello visivo e di messa in scena.

Insomma, a differenza di Star Wars: Il Risveglio della Forza, un eccellente ibrido tra vecchio e nuovo capace di passare il testimone alle generazioni future di attori e di spettatori, è difficile immaginare che questo Terminator possa da vita a qualcosa che proseguirà ancora negli anni a venire. La parabola del personaggio di Arnold Schwarzenegger è quella di un robot che si scopre uomo, dotato di una coscienza che non trova più posto ad Hollywood. In che modo, in tal senso, è possibile che il suo corpo riesca a sopravvivere nell'ambito del cinema americano contemporaneo. Attraverso il campo-controcampo tra eroe/eroina e sguardo alienato della macchina/replicante.

James Cameron ci spinge, ancora una volta, a credere nei racconti bigger than life in cui gli esseri umani sono il centro di ogni narrazione classica. Peccato che, al di là dei suoi precedenti progetti, questo Destino Oscuro sia totalmente privo di capacità di attrarre lo spettatore e di risultare convincente.

Valutazione di redazione: 5 su 10
Terminator – Destino oscuro
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