The 100 2x14 - Bodyguard of lies
The 100 2x14 - Bodyguard of lies

Recensione The 100 2×14 – Bodyguard of lies


Con 'Bodyguard of lies' ci troviamo davanti all'episodio forse più debole di tutta la serie, questo soprattutto per causa di scelte narrative altamente discutibili. Non mancano però scene che accendono la curiosità dello spettatore, lasciandolo a languire in uno stato di tensione costante.
Voto: 7/10

Dove eravamo rimasti: Resurrection

La settimana scorsa, in Resurrection, abbiamo seguito i protagonisti di The 100 mentre fronteggiavano le conseguenze dell'attacco a Tondc, con Clarke sempre più carnefice di se stessa e della propria umanità, incapace di frenare la rabbia per il missile fatto cadere sul villaggio terrestre, causando numerose morti di cui lei stessa è responsabile. Tra i feriti dell'attacco c'è anche Kane, rimasto imprigionato sotto le macerie: in suo aiuto accorre Abby, che a sua volta rimane intrappolata lì sotto. L'occasione, comunque, permette ai due di confrontarsi e, grazie alla chiacchierata con Kane, Abby capisce di essere stata un'ipocrita e di non poter biasimare Clarke quando lei stessa si è macchiata di tanto sangue innocente quando si trovava sull'Arca. Nel frattempo Bellamy aiuta i suoi amici a fuggire dal settore 5, dove si erano rifugiati dietro barricate improvvisate e avvolti da radiazioni che per la maggior parte degli abitanti del bunker sono tossiche. In più, grazie all'intervento del padre di Maya, i 48 che non sono più 48 trovano, all'interno di Mount Weather, degli alleati che accettano di nasconderli perchè contrari alla politica omicidia di Cage. Accorgendosi che tutti i ragazzi sono scomparsi Cage, però, capisce che c'è una spia all'interno del Monte, oltre che dei veri e propri traditori. La guerra, ormai, è sempre più inevitabile.

Cosa vedremo: Bodyguard of Lies

Nell'episodio di questa settimana la situazione comincia a degenerare sempre di più. Bellamy ormai ha i minuti contati per svolgere la sua missione e, con l'aiuto di Raven, tenta di rendere innocua la nebbia acida. Non sa che Cage lo sta spiando e che l'uomo ha interrotto le comunicazioni con il mondo esterno; non sa che l'annientamento della nebbia era solo una trappola per convincere Clarke e gli altri ad oltrepassare la linea. Ma Cage ancora non ha capito che Bellamy Blake è difficile da sconfiggere. Così, pur correndo il rischio di finire arso vivo, Bellamy riesce (ancora una volta!) a sistemare le cose un momento prima che la sua gente valichi il confine di Mount Weather. A questo punto le truppe di Clarke e Lexa possono avanzare, sane e salve. Nel frattempo Octavia scopre che Clarke era a conoscenza del missile che ha distrutto Tondc e non la prende affatto bene. Quando Lexa capisce che Octavia conosce la verità dà ordine di farla uccidere, ma Clarke riesce a sventare il pericolo. A quel punto affronta Lexa, ma quando la ragazza la bacia, Clarke sembra dimenticare tutto (sic), ricambia il bacio (sic) e poi si allontana dicendo che non è pronta a stare con qualcuno. Intanto, in mezzo al deserto, alle mine e a prove di fede che Theolonius è convinto di dover superare, lui, Murphy e i superstiti della missione arrivano ad una spiaggia piena di pannelli solari che danno l'illusione di lucentezza; tuttavia, prima che i protagonisti possano perdere le speranze, scoprono un drone che, in qualche modo, li invita a seguirlo. Così prendono una barca apparsa quasi per miracolo e cominciano a remare verso il sole morente e l'ignoto.

Il bacio

Cominciamo questa recensione con quello che, a detta di chi scrive, è il tasto dolente dell'episodio, quello che, in qualche modo, ha minato la costruzione personale e psicologica della protagonista: il bacio lesbo tra Clarke e Lexa. Che la comandante dei grounders fosse presa da Clarke l'avevamo capito più o meno dal primo istante: sensazione che si era rafforzata quando le due avevano affrontato il pouna e Lexa aveva visto che Clarke riusciva ad essere forte proprio grazie a quei sentimenti da cui Lexa invece scappa. O almeno tenta di farlo. D'altro canto, Clarke ha scorto in Lexa una sorta di guida (non del tutto affidabile, ad essere sinceri), un modello da emulare per diventare un vero leader per la sua gente. Tra le due, in altre parole, si avvertiva la chimica. Questo è inutile negarlo. In questo episodio, inoltre, Lexa, come personaggio, fa un salto in avanti. Finalmente lascia cadere i muri che si era autoimposta e ammette a Clarke che l'unica in grado di farle provare ancora qualcosa è lei. Clarke rimane basita davanti questa dichiarazione, quasi sorpresa. Ma non risponde niente: in testa ha mille altri problemi da affrontare, tra Octavia che non la vuole più vedere e Bellamy che è costantemente a rischio. Nel frattempo però Clarke scopre che Lexa ha ordinato ad uno dei suoi uomini di far fuori la sorella Blake perchè, come nella miglior tradizione mafiosa, sa troppe cose. Ovviamente Clarke non può permettere una cosa del genere: non solo perchè Octavia è la sorella di Bellamy, ma soprattutto perchè è sua amica.Quindi la salva – senza che la ragazza sappia niente – e poi torna ad affrontare Lexa. Ecco, diciamo che quello che ci ha stancato di Lexa è sentirla ripetere in continuazione come bisogni ignorare i propri sentimenti, come essi rappresentino una debolezza. Manco fossimo in The Vampire Diaries e il vampiro di turno chiedesse di spegnere la propria umanità. Abbiamo capito, Lexa. Avevamo già capito la prima volta. Il problema è che dopo averci ripetuto allo sfinimento questo mantra, alla fine Lexa capitola dicendo che la sua debolezza è Clarke, che lei è l'unica per cui non riesce ad applicare la sua stessa filosofia di vita. E, alla fine, c'è il bacio. Come dicevamo poco più sopra il fatto che Lexa sia innamorata era abbastanza palese anche prima della dichiarazione e vedendo che Clarke non la rifiuta in nessun modo è logico e lecito che il comandante tenti il tutto per tutto e la baci. Il nostro sconcerto nasce piuttosto nel vedere Clarke che ricambia. Autori e showrunner hanno annunciato su twitter che Clarke è bisessuale (cosa che ci ha sorpreso visto che mai prima d'ora c'erano stati cenni al riguardo), vantandosi del proprio coraggio e della propria mente aperta nel mettere in scena una protagonista che potesse rappresentare al meglio anche gli spettatori omosessuali. A Roma si dice cantarsela e suonarsela. Il problema di questa scena, però, non sta neanche in questo. Il fatto che Clarke sia bisessuale, di base, non è un problema (sebbene, ammettiamolo, poteva essere costruita meglio come cosa!); il problema è che bacia la stessa donna che nell'arco di … quanto? Un mese? Due? Ha fatto terra bruciata intorno a lei. Lexa è quella che ha costretto Clarke ad uccidere Finn. Quest'ultimo, colpevole, ha di fatto sancito la propria morte, ma sarebbe bastata una parola del comandante per mettere fine a tutto. Lexa è quella che le va ripetendo da giorni di non tener conto dei legami, che quasi la voleva spingere ad abbandonare Bellamy al proprio destino, solo per poi far marcia indietro quando ha capito che per Clarke, Bellamy è intoccabile. Ma di fatto sono state le parole di Lexa a convincerla, in un primo momento, che Bellamy era sacrificabile. E l'espressione sofferente che ha fatto il ragazzo quando Clarke gli dice che è pronta a correre il rischio di perderlo, è uno smacco che difficilmente possiamo perdonare. Infine Lexa è quella che, due minuti prima – letteralmente due minuti prima – ha volontariamente ignorato le richieste di Clarke, decidendo di uccidere Octavia. Con questo bagaglio alle spalle, con la sofferenza della morte di Finn (che, vi ricordiamo, Clarke aveva detto di amare!) è quanto meno strano che Clarke ricambi il bacio e che, alla fine, dica qualcosa sul fatto che ora non è pronta a stare con nessuno. Non dice cose del tipo "non posso amarti per tutto quello che hai fatto" o "non posso stare con te, hai provato ad uccidere una mia amica" o ancora "come posso stare con te, sapendo che potrebbe venire il giorno in cui mi considererai una debolezza da eliminare?". Bastava, veramente, che Clarke dicesse anche solo una di queste cose e tutta la situazione avrebbe trovato un equilibrio che, seppur sempre precario, avrebbe mantenuto un po' più di logica. Invece, di punto in bianco, scopriramo che Clarke è bisessuale e che non si mette con Lexa solo perchè non è pronta a stare con qualcuno. E il bacio in sè è un problema perchè, di solito, Clarke non agisce così. Non con Finn, non con Bellamy. Finn è dovuto morire per farsi dire che lo amava, quanto a Bellamy ha avuto solo un abbraccio, che adesso appare quasi come un misero premio di consolazione. La sensazione che abbiamo avuto è che sia stato adottato il metodo del due pesi/due misure. E, cosa assai ancor più grave, che il bacio in sè non avesse nessun motivo narratologico di esistere, se non il contentino per alcuni fan, oltre che un tentativo disperato di far alzare gli ascolti. Io capisco, Jason Rothenberg, che si tentano tutte le strade per salvare The 100. E' più che comprensibile: ma se per salvare un telefilm si rinnega la sua natura, i suoi personaggi, di fatto rovinandoli, allora forse non ne vale poi così tanto la pena. Però l'autore si contenta di vantarsi di essere così avanti, così orgoglioso, così fiero. Per carità, va benissimo, ma il vero passo avanti, secondo almeno quanto chi scrive, sarebbe quello di costruire un personaggio bisessuale fin dall'inizio, magari proseguendo su quella strada. Non creando uno stupido momento puramente fanservice che ha il merito di accontentare una fetta di pubblico, ma di infastidire l'altra per le evidenti lacune narrative. Perchè è questo il vero, grande problema: non il bacio in sé, non la bisessualità di Clarke, non l'ostacolo per la coppia Clarke/Bellamy (d'altra parte, chi non vuole stare con Bellamy, non se lo merita!), ma l'ostentazione di una situazione che non ha basi, non ha fondamenta narrative, non ha terra su cui poggiare i piedi. I fan, semplicemente, volevano questo incontro Clexa (nome della ship) e gli autori glielo hanno dato. In passato abbiamo fatto i complimenti agli sceneggiatori di The 100 per la loro capacità – a differenza di altri colleghi, come quelli di Once Upon a Time – di proseguire la propria storia senza dare troppo peso alle parole dei fans. Non c'era stata incoerenza, non c'era stata paura, non c'era stata pressione. The 100 era andato avanti fiero e sicuro di se. Ma dal momento che tutti sono umani e quindi inclini allo sbaglio, ci troviamo davanti a questa scena che si poggia sul nulla. Ben fatto, davvero #sarcasm.

Cosa ci è piaciuto:

• All'inizio, quando Lexa capisce che Clarke tiene a Bellamy presumibilmente più di tutti gli altri.
• Murphy, ma quanto sta evolvendo questo personaggio?
• La crescita di Octavia, sempre più vera leader.
• Il drone che, alla fine, Jaha e Murphy vedono. Curiosità a mille.
• La furbizia di Bellamy. In passato abbiamo apprezzato la sua lealtà, il suo coraggio, il suo cuore altruista, la sua forza d'animo, la sua fisicità. Questa settimana tocca alla sua sagacia.
• Nonostante tutto, la débacle di Raven e Wick.

Cosa non ci è piaciuto:

• Il bacio Clexa.
• Lexa che vuole uccidere Octavia. Comandante, non lo hai capito che i Blake non si toccano?
• Clarke. Un personaggio rovinato nel corso di mezza puntata. E' quasi un record.
• Theolonius e le sue prove di fede. Okay, abbiamo capito! Perchè in questi ultimi episodi i personaggi ci ripetono le stesse cose dodici volte?

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
The 100The 100 (stagione 2)
Impostazioni privacy