The 100 3x03 - Ye Who Enter Here
The 100 3x03 - Ye Who Enter Here

Recensione The 100 3×03 – Ye Who Enter Here


'Ye Who Enter Here' è un episodio cardine; un episodio che apre la porta alla storyline principale di quest'anno. Clarke e Lexa si avvicinano ancora di più, mentre Bellamy viene tradito su più fronti. Grazie al cielo, niente città della luce questa settimana.
Voto: 7/10

La terra, in The 100, non è un posto sicuro. Lo sapevamo già dalle passate stagioni, ma con questa terza stagione sembra che gli autori vogliano allontanare da noi spettatori qualsiasi dubbio. Nelle scorse due puntate incentrate su Wanheda abbiamo visto una Terra che sembra molto meno caotica di come avevamo immaginato che fosse nelle prime stagioni; quando era arrivato Lincoln, pensavamo che ci fossero solo questi grounders, selvaggi dal linguaggio sconosciuto pronti a tener testa agli invasori. Invece man mano che siamo andati avanti abbiamo scoperto un mondo che preserva ancora molti misteri; un mondo fatto di alleanze, di clan, di popoli, che danzano su un sottile confine tra pace e guerra. Tendendo sempre più per quest'ultima. Ed è proprio in Ye who enter here che la guerra sembra prendere sul serio il comando. Clarke e Roan sono tenuti prigionieri da Clarke, sebbene abbiano abbastanza libertà di muoversi e architettare un piano per far fuori Heda.

Roan, purtroppo, fa l'errore di fare affidamento su Clarke per il suo piano di fuga: le dà il compito di uccidere la comandante, non sapendo che la ragazza che ha di fronte, che gioca suo malgrado a fare il leader, non è sicura della posizione che vuole tenere. Clarke è giovane e inesperta, perciò è chiaro che non sappia fino in fondo cosa deve fare della sua vita. Abbiamo usato il termine "gioca" perché in questo è simile a un bambino: si trova davanti qualcosa di completamente nuovo e prova a giocare secondo le regole. Quando vede però che le cose non vanno come aveva pensato, non ci pensa su due volte prima di azzerare tutto e ricominciare il gioco da capo. E nel frattempo le persone o vengono tradite o muoiono. Questo suo tentennamento in questo episodio appare ancora più palese: sappiamo che – viste le urla dei fan su qualsiasi social network – Clarke non potrebbe mai uccidere Lexa, visto che tra loro c'è comunque tutta una storia che aspetta di essere sviluppata e vissuta. Sappiamo che tra di loro c'è qualcosa che va oltre la razionalità; perciò è comprensibile che, al momento clou, Clarke non abbia il coraggio di portare a termine il piano di Roan. Eppure tendiamo a credere a Clarke quando all'inizio giura e dichiara che mai e poi mai si inginocchierà a Lexa, che l'ha lasciata a Mount Weather e morire, che l'ha costretta a uccidere Finn, e che l'ha costretta a diventare un'omicida di massa. Quando lo dice le crediamo, perché Clarke ha tutte le ragioni per essere arrabbiata con il comandante che la fronteggia. Fosse stato per noi, avrebbe anche dovuto tentare di ucciderla, ma per i motivi di cui sopra, comprendiamo che non lo faccia. Poi, però, che succede? Non si sa; qualcosa scatta nel cervello di Clarke e puffete cambia idea. Sì, d'accordo, sta cercando di agire per il bene della sua (sarà ancora la sua?) gente, ed evitare una guerra, ma il suo cambiamento di idea risulta talmente repentino e talmente spuntato fuori dal nulla che, invece di apparire come il sacrificio di una leader che agisce per un bene superiore, dà più l'idea di un capriccio infantile.

Molto più senso, allora, lo assume l'inchino finale di Lexa a Clarke; anche qui, a dirla tutta, riusciamo a vedere il pur fanservice messo in scena dagli autori, ma visto che sono gli ascolti a mandare avanti gli show non possiamo far loro una colpa il fatto di cavalcare l'onda e modificare la storia per accontentare una fetta più ampia di pubblico. Però, come si diceva, l'inchino finale di Lexa ha più senso. In pubblico il comandante deve mostrare la sua faccia più dura e indistruttibile. Deve dimostrare di meritare il posto di comando che occupa e il rispetto di tutti coloro che le hanno giurato fedeltà. Ma in privato può togliersi la maschera di Heda e tornare ad essere una ragazza che si è presa una cotta. E il suo inchino, più che a mostrare rispetto a Clarke o essere una mera sottomissione, è piuttosto una richiesta di perdono. Per tutta la passata stagione Lexa ci ha fatto una testa tanta ripetento il mantra secondo cui l'amore è una debolezza. Lo ricordate, no? Lo diceva ogni tre per due, tanto che le parole avevano finito per perdere quasi significato. E Lexa lo aveva dimostrato anche quando aveva abbandonato la ragazza di cui si era innamorata per il bene (lei sì) del suo popolo.

Con l'inchino che vediamo in questa puntata, invece, Lexa cerca di chiedere perdono per il tradimento, e la scena è molto, molto bella. Nel frattempo, comunque, mentre Clarke gioca al m'ama non m'ama con i suoi nemici, Bellamy e il ritrovato Pike finiscono per cadere nella trappola di Echo, la terrestre che nella scorsa stagione Bellamy aveva salvato; la ragazza, infatti, li aveva convinti che ci fosse una sorta di sicario all'interno del concilio di Lexa e che Clarke, Kane e Abby erano in pericolo. Bellamy, che non ha motivo di credere ad una trappola, segue la ragazza e si trova proprio nella tana di Lexa quando il sicario mandato dal popolo del ghiaccio fa esplodere non la torre dove si trova, bensì tutto il Mount Weather, uccidendo più o meno tutti, compresa Gina, la ragazza di Bellamy.

Grazie al cielo né Raven, né Lincoln, né Octavia, né Murphy si trovano nel luogo, quindi (perdonateci la superficialità) i nostri personaggi preferiti sono tutti salvi. Al consiglio, intanto, dove Abby ha ceduto il posto a Kane come capo del clan, Bellamy cerca di far tornare a casa Clarke. Bellamy, giustamente, dice alla ragazza che Lexa metterà sempre al primo posto il suo popolo e gli chiede di tornare dal suo: She'll always put her people first. You should come home to yours. Ma l'unica risposta che il ragazzo ottiene è un mero "mi dispiace" che non serve a niente. E lo sguardo che le rivolge Bellamy, a metà strada tra l'ira e la disperazione, è di quelli che spezzano il cuore e fanno propendere più per un personaggio che per l'altro. I'm sorry Clarke.

Cosa ci è piaciuto:

• Finamente si vede la regina del ghiaccio.
• La canzone cantata durante il Consiglio. La scena della cantante, in realtà, era abbastanza ridicola, ma la canzone è veramente bella.
• La scena in cui Octavia dice di non sentirsi a casa e Bellamy "la lascia andare". Non che Octavia abbia bisogno del permesso del fratello, ma visto che Bellamy ha vissuto i suoi giorni nel tentativo di proteggere, il suo "lasciarla andare" fa capire non solo quando bene voglia ad O, ma soprattutto quanto sia cresciuto in queste stagioni.
• Niente City of Light, urrà!
• Raven, come al solito magnifica.

Cosa non ci è piaciuto:

• Il fatto che Echo abbia tradito Bellamy, specie che, nella scorsa stagione, dopo che lui l'aveva liberata, Echo sembrava così dannatamente in debito con lui da farci sentire l'odore di ship. Niente.
• I cambiamenti repentini di Clarke. Scusateci, ma cominciamo ad odiarla veramente, veramente tanto.

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
The 100The 100 (stagione 3)
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