The 100 3x04 - Watch the Throne
The 100 3x04 - Watch the Throne

Recensione The 100 3×04 – Watch the Throne


'Watch the Throne' è un episodio che scuote le fondamenta delle strutture di potere all'interno di 'The 100'. Da una parte all'altra della barricata, è al vertice che avvengono i maggiori cambiamenti. Da una parte per difendere il proprio diritto a comandare, all'altra per sfogare la rabbia e la disperazione.
Voto: 8/10

Watch the Throne, controlla il trono; un avvertimento che sembrerebbe essere uscito da Il trono di spade finisce con l'essere la sintesi perfetta di questo quarto episodio della terza stagione di The 100.Perché a venir messa in scena è la fragilità di quasiasi forma di governo, di qualsiasi leader. Lexa ha finalmente catturato Nia, la regina del Popolo del Ghiaccio, che invece di fare apertamente la guerra, rimprovera Heda della sua coalizione dei tredici clan, accusandola di essere diventata una debole. Il discorso della madre di Roan ottiene l'approvazione generale dei membri del consiglio, il che la dice lunga su quanto Lexa fosse popolare tra i suoi sottoposti e tra chi era incaricato di consigliarla durante le prese di decisioni. L'attacco di Nia porta ad una diatriba che può essere risolta solo attraverso un duello: una scena, questa, che ricorda quelle già viste in Game of Thrones, con ben altri risultati. Ognuno deve scegliere un campione: Nia elegge suo figlio Roan come proprio campione, mentre Lexa, che non vuol nascondersi dietro nessuno, accetta di scendere in campo personalmente. Scelta che ci è piaciuta moltissimo, sebbene per tutto il tempo siamo rimasti col fiato sospeso, per paura di dover odiare Lexa qualora avesse fatto fuori Roan.

Ma Heda, nonostante il velo dell'amore ad accecare le sue ultime decisioni, non è affatto stupida. La sua decisione, però, manda nel panico Clarke, che cerca in tutti i modi di prevenire questo combattimento, tanto da andare a parlare personalmente con Nia, cercando di avvelenarla con una lama avvelenata. Nia non la prende molto bene, ma trova comunque il modo di dire a Clarke di recapitare un messaggio per Lexa, dicendole che anche lei ha un'arma, vale a dire la ragazza che la serve e che ha il sangue adatto per diventare un capo. Nella preoccupazione per Clarke lo spettatore legge i sentimenti che le hanno – ci dispiace – imposto per Lexa. Sappiamo che è una cosa orribile da dire, ma se Lexa appare credibile nei suoi sentimenti, Clarke sembra più un burattino nelle mani di sceneggiatori che, come abbiamo già scritto in precedenza, cercano di cavalcare l'onda. Insomma, da cosa nasce il sentimento di Clarke? Solo dal fatto che Lexa è una bella ragazza? Perché prima del tradimento, prima di tutto, appena si erano baciate, Clarke aveva detto di non essere pronta per una relazione, con nessuno. Non che adesso lo sia, ma cosa può averla spinta a (almeno sembra) innamorarsi di più dopo tutto quello che è successo? Cosa spiega i suoi sentimenti verso una persona che l'ha lasciata a morire con il suo popolo? Che, peggio, l'ha costretta a scegliere tra il suo popolo e persone innocenti che, in alcuni casi, avevano addirittura aiutato i cosiddetti suoi amici a sopravvivere?

Al di là della mera ship war che imperversa sui social – e che, lo ammettiamo, ci fa temere che questo bellissimo show sia ridotto a qualcosa di improponibile come accaduto con Once Upon a Time – è questa crescita instantanea e abbastanza inspiegabile dei sentimenti da parte di Clarke che ci lascia perplessi. Perché nessuno può dubitare del fatto che questi sentimenti ci siano e che crescano da un giorno all'altro come se niente fosse. E' questa repentinità ad essere sospetta. Detto questo, Lexa ascolta la preoccupazione di Clarke, ma se ne cura fino a un certo punto. Lei è Heda, un comandante che deve dimostrare al proprio consiglio di avere il diritto e il merito di occupare il posto sul trono. Perciò Lexa e Roan combattono, solo che, alla fine, Lexa lancia la sua arma contro Nia, uccidendola, e dichiarando Roan il nuovo re. Ecco, c'è di nuovo questo problema della repentinità. Nia ci era stata descritta come una Regina di Ghiaccio, come crudele e calcolatoria, feroce e malvagia. Un nemico da abbattere, da combattere, di cui aver paura. E di colpo è già stata fatta fuori. Ecco, questi tagli improvvisi e veloci sono uno degli aspetti di The 100 che proprio non ci piacciono. Dall'altra parte, intanto, le cose al capo della piramide non vanno proprio bene. Bellamy è ancora sconvolto per quanto accaduto a Mount Weather. Non solo – e non tanto – perché ha perso la fidanzata Gina. Ma soprattutto perché quanto accaduto nella montagna il ragazzo lo percepisce come una sua manchevolezza. E' stato lui a credere ad Echo, lui a spingere gli altri a cadere in trappola, lui ad aver tradito i propri compagni, lasciandoli privi di protezione. E' stato sciocco e sconsiderato e, per questa ragione, altri – molti – sono morti. In questo stato d'animo, dove a farla da padrone è il senso di impotenza, Bellamy finisce con il credere alle parole di Pike, che è un grande oratore e, in poco tempo, riesce a portare a termine un vero e proprio colpo di stato.

Si fa eleggere Cancelliere scavalcando Kane e Abby. Pike, infatti, fa leva sulla paura generale da parte della gente nei confronti dei Grounders, sul loro desiderio di buttare via lo straniero, in una rilettura alquanto attuale di quanto sta succedendo nella realtà. Oltretutto Pike promette a tutti la possibilità di sfogare la violenza e la rabbia per quanto hanno dovuto subire da quando sono arrivati sulla terra, perché, come dice Pike, sono stati i Grounders a iniziare. E mentre pochi cercano di farli ragionare – tra cui lo stesso Lincoln, che, non dimentichiamolo, è stato addirittura torturato da Bellamy nella prima stagione -, la massa segue l'uomo che promette giustizia, senza fermarsi un momento a ragionare. E Bellamy è tra questi: la sua rabbia, la sua frustrazione per essere continuamente tradito e il suo senso di colpa annebbiano il suo giudizio quel tanto che basta per fargli scegliere Pike. E da qui, è indubbio, arriveranno tutti i prossimi problemi.

Cosa ci è piaciuto:

• Risentire il "May we Meet Again".
• Il duello tra Lexa e Roan. Peccato che Lexa ormai abbia occhi solo per Clarke, perché con Roan – due guerrieri, due orfani, due leader – sarebbero davvero bellissimi. Ma, ahimé, il fandom ha scelto in un altro modo, quindi non ci resta altro da dire che sono meravigliosi quando combattono insieme.
• Il tentativo di Lincoln di mettere ordine nel caos.

Cosa non ci è piaciuto:

• Nia viene fatta fuori troppo facilmente.
• Jasper continua la sua parabola insopportabile.
• Clarke, per favore; cerca di stare tranquilla, che quando ti muovi fai più danni che altro.
• Pike.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
The 100The 100 (stagione 3)
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