The Devil's Candy
The Devil's Candy

The Devil’s Candy, la recensione


Un film con molto potenziale ma gestito male che si limita a perseguire una strada banale del solito thriller di invasione, concedendosi qualche deviazione esoterica mai approfondita fino in fondo. 
Voto: 5/10

Abbinare il genere filmico dell'horror a quello musicale del metal è un lavoro che richiede molta fatica per evitare di scadere nella banalità legata ai soliti luoghi comuni del satanismo e degli omicidi rituali. Il ridondante stereotipo è sempre dietro l'angolo, per questo non basta un'accurata scelta dei brani da inserire nel film anche perchè non ci troviamo certo di fronte ad un musical. "The Devil's Candy" è un film con molto potenziale ma gestito malissimo e che sceglie di non scegliere. Non segue la strada esoterica, se non accennandola. Si limita a perseguire una strada banale del solito thriller di invasione, concedendosi qualche deviazione esoterica mai approfondita fino in fondo. 

Jesse è un pittore "metalhead" che si trasferisce insieme alla sua ridente famiglia in una nuova casa dove Ray, anni prima, aveva fatto strage della sua famiglia. I problemi iniziano a palesarsi quando Ray, un ragazzo schizofrenico, si presenta in quella che era casa sua, ammaliato dalla presenza di Zoey, la figlia di Jesse. Le voci dentro la sua testa gli dicevano che doveva sacrificarla a Satana. E quando il Diavolo chiede, Ray esegue. Le suddette voci iniziano a perseguitare anche Jesse, che inizia a dipingere quadri sempre più macabri ed inquietanti. Ma il vero dramma si consumerà quando Ray riuscirà a rapire la piccola Zoey. 

Raccontata brevemente, la trama appare pressoché scontata, quasi stereotipata rispetto a tantissimi altri film. Il problema è nell'esecuzione che ci racconta un po' di tutto senza mai approfondire nulla concretamente e lasciando lo spettatore in balia delle tante domande che inevitabilmente sarà costretto a porsi e che mai troveranno risposta. Sean Byrne avrebbe potuto e avrebbe dovuto osare molto di più ma le catene della narrazione forzata l'hanno costretto a sfornare un film mediocre che se da un lato non risparmia pregevoli momenti di regia, dall'altro tende a creare confusione e nei personaggi e nel risvolto esoterico della trama, lasciata un po' troppo al caso. Ed è un peccato perchè il suo "The Loved Once" era un buon film, tra horror e thriller, e che sceglieva una via di mezzo gestita con grande sapienza. In questo caso, siamo davanti ad un'occasione persa perchè "The Devil's Candy" presenta moltissime potenzialità narrative che permettono di creare un horror onirico à la "Shining". Purtroppo però così non è stato. E non bastano certo qualche buon momento registico, come la scena dell'altalena, o buone recitazioni, come quella di Taylor Vince nei panni del folle Ray. A malincuore, il film scivola via in una spirale di confusione e perplessità invece che delirio ed orrore.

Valutazione di redazione: 5 su 10
The Devil’s Candy
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