Oblivion - The Human Jukebox
Oblivion - The Human Jukebox

The Human Jukebox: Gli Oblivion al Teatro Olimpico


Gli 'Oblivion' tornano a Roma, stavolta al Teatro Olimpico, con il nuovo tour del loro spettacolo 'The Human Jukebox', che resta uno spettacolo fatto essenzialmente di perfezione, talento e continua meraviglia. Il tutto condito con una simpatia che vi impedirà di restare seri.
Voto: 1/10

Qualche mese fa vi avevamo raccontato del colpo di fulmine che ci aveva colpito quando, sedendoci nella platea del Teatro Sistina, ci eravamo imbattuti in questo strano spettacolo dal titolo The Human Jukebox e degli altrettanto strani interpreti che lo avevano portato sul palcoscenico, gli Oblivion. Un gruppo di manovali dello spettacoli, dei jolly impazziti dalla dizione perfetta e dall'umorismo inaspettato, che sono diventati famosi tramite alcuni video pubblicati su youtube, in cui offrivano Bignami musicali di alcuni capolavori della letteratura italiana, come I promessi sposi in dieci minuti o l'Inferno di Dante, riassunto in sei.  Quando eravamo andati a teatro, quella prima volta, non avevamo idea di cosa aspettarci e ci siamo innamorati. Questa volta, non più al Sistina ma al Teatro Olimpico, sapevamo già in quale ginepraio musicale ci stavamo andando a cacciare: eravamo preparati. Ma la cosa più sorprendente riguardo a questi artisti è che non si è mai preparati, non del tutto.

The Human Jukebox, pur essendo uno spettacolo con alcuni punti di riferimento e alcuni schemi ricorrenti, è comunque uno show messo su non solo per cambiare sera dopo sera, ma anche e soprattutto per sottolineare la duttilità di questi interpreti che non hanno mai paura di mettersi in gioco, che trasformano la ricerca della perfezione e lo sforzo che si cela dietro questa ambizione in un gioco di canzoni, testi recitati, parodie e una continua interazione con il pubblico. Perché sono proprio gli spettatori a giocare un ruolo fondamentale in questo spettacolo: sono loro che, con la loro cultura musicale, scrivono nomi di interpreti musicali su dei biglietti che poi, all'interno dello spettacolo, vengono pescati e sui quali si costruiscono dei numeri che non sono solo divertenti – divertentissimi! – da seguire, ma che si differenziano dalla media delle produzioni per la perizia con cui vengono scritti, per la capacità surreale di manipolare testi e canzoni, usando le parole quasi fossero creta malleabile.

Il risultato è uno spettacolo in continuo divenire, a cui si crede sempre e comunque, e dal quale è pressoché impossibile non uscire con le lacrime agli occhi per il troppo riso. Perchè gli Oblivion sono bravi anche in questo: maestri nell'arte che portano in scena, nascondono il proprio ego di artisti e si sottomettono al pubblico, portandolo al centro dell'azione e della fruizione, facendolo diventare persino protagonista di numeri di improvvisazione.

Nella prima recensione che abbiamo scritto sugli Oblivion abbiamo cercato di trasmettere il senso di meraviglia per una cosa mai vista prima. A distanza di mesi siamo ancora alla ricerca di epiteti che possano descrivere il talento di questi cinque artisti che alla meraviglia della prima visione hanno sostituito lo stupore davanti alla capacità di apparire perfetti anche quando il "trucco" è stato svelato. E siamo arrivati alla conclusione che la lingua italiana non ha ancora inventato superlativi adatti a contenere tutte le qualità dgli Oblivion. L'unica cosa che possiamo fare è invitarvi ad andare a vedere coi vostri occhi. Andate. Vedete. Innamoratevi.

Valutazione di Erika Pomella: 1 su 10
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