The Originals (credit: The CW (Official Facebook))
The Originals (credit: The CW (Official Facebook))

Recensione The Originals 2×11 – Brotherhood of the Damned


In 'Brother of the Damned', Finn rapisce i suoi fratelli per scoprire qual è il segreto che Klaus sta nascondendo: ma la sua rabbia e la sua invidia lo accecano al punto da non fargli capire che Klaus è un personaggio dalle mille sfumature. Episodio intenso e toccante, tutti incentrato sugli Originali.
Voto: 9/10

Dove eravamo rimasti: Gonna set your flag on fire

In Gonna set your flag on fire il tema portante dell’episodio è stato il senso di claustrofobia e reclusione. Da una parte, infatti, c’era Rebekah, chiusa tra le stanze di un manicomio, in un nuovo corpo e con uno spirito che cerca di entrare in contatto con lei e che scopriamo essere la sorella scomparsa, Freya. Al quartiere francese, intanto, le cose non vanno molto meglio. Finn, che sta assumendo il ruolo di villain in questa seconda parte di stagione, ha gettato un incantesimo che rinchiude i vampiri di Marcel e i licantropi di Hayley all’interno della magione. Lo scopo è quello di metterli gli uni contro gli altri – come, in effetti, va avanti da secoli – e sperare in una strage che liberi Finn di metà dei suoi nemici. Ci vorrà infine l’aiuto di Davina e Kol per evitare che la situazione degeneri: i due stregoni, infatti, fanno un contro incantesimo che distrugge la barriera per sessanta secondi, dando così il tempo ai licantropi di uscire. I vampiri restano imprigionati, e con loro Kol. Klaus, infatti, ha scoperto lo scherzetto che suo fratello ha fatto ai danni di Rebekah e, al momento, non è propenso a perdonarlo. Anzi, lo lascia all’interno del cortile, dove i vampiri cominciano ad essere sempre più affamati.

Cosa vedremo: Brotherhood of the damned

In Brotherhood of the damned la situazione al quartiere francese non si è ancora risolta: i  vampiri sono ancora prigionieri e, come se non bastasse, Marcel è stato morso da un licantropo. Il leader di New Orleans, però, tace sulle sue vere condizioni, perché non vuole allarmare la sua gente. Nel frattempo, tuttavia, deve vedersela con allucinazioni e tuffi nel passato: Marcel, infatti, rivive i suoi giorni al fronte, quando aveva deciso di arruolarsi per liberarsi della presa di Klaus. Quest’ultimo, intanto, sta cercando, insieme a Davina, di trovare un modo per localizzare Finn – che sta usando i poteri dei suoi genitori per avere sempre più potere -. Elijah, nel frattempo, è ancora in campagna con Cami ed Hope e finalmente confessa la sua colpa nei confronti di Tatia e la paura che Klaus potrebbe non perdonarlo. L’ultimo dei fratelli originali, Kol, è invece alle prese con la fame crescente dei vampiri, che vorrebbero divorarlo in un sol boccone. Tutto ciò cambia quando Finn, tramite l’ennesimo incantesimo, riesce a trasportare i suoi fratelli in una sorta di altra dimensione, una casa di caccia sui cui muri sono appesi trofei totem che dovrebbero rappresentare le anime di tutti gli originali presenti: Kol l’astuta volpe, Finn il cinghiale (?), Elijah il nobile cervo e Klaus il lupo cattivo. In questa dimensione di mezzo, il vampiro cerca di scoprire la debolezza dei suoi fratelli e quando sta per avvicinarsi alla realtà Elijah decide di sacrificarsi. Infatti egli sa che l’allucinazione che ha creato Finn ha bisogno della correttezza delle informazioni per poter perdurare: per questo Elijah confessa a suo fratello Klaus la colpa nei confronti di Tatia – il fatto che l’abbia uccisa e abbia poi permesso a sua madre di nascondere tutto – per dimostrare che non è quel nobile vampiro che tutti credono che sia. Ben presto, allora, l’illusione si spezza e cade. Ma Finn ha un altro asso nella manica: decide di rapire Marcel e tutti i suoi vampiri nella speranza di scoprire quale sia il segreto che Klaus nasconde. Segreto che Hayley dovrebbe confidare a Jackson per via di un vecchio rituale che prevede che i due promessi sposi non abbiano segreti l’uno per l’altro.

There is one thing you never thought me capable of: forgiveness.

E’ indubbio che la parte migliore di questo episodio risieda nelle sequenze che i fratelli dividono nella casa di caccia dove Finn li ha portati. Sebbene anche il passato di Marcel sia molto interessante, soprattutto a livello visivo e di sceneggiatura, non si può riconoscere la meraviglia delle scene che gli originali dividono. Non tanto per Kol, che dimostra di essere la solita “volpe” che pensa solo al proprio tornaconto; tantomeno per Finn che, al di là di essere il tirapiedi di una madre che l’ha tradito appena si è distratto, dimostra di essere un villain potenzialmente intelligente ma troppo accecato dall’odio per pensare con raziocinio. Ovviamente il vero cuore pulsante di questo viaggio nell’altro dimensione risiede nei due fratelli più importanti (e affascinanti): Klaus ed Elijah, che sono il motore di The Originals ancor prima che il telefilm nascesse da una costola di The Vampire Diaries. A causa della tortura subita per mano di Esther, Elijah ha visto sguinzagliati tutti i suoi demoni interiori, quelli che gli impediscono anche di confessare ad Hayley quanto profondo sia il suo amore. Dietro la porta rossa della sua anima, il vampiro ha trovato tutte le sue colpe e le sue atrocità, ricordi che aveva rimosso per dire a se stesso di essere ancora l’essere nobile che farebbe di tutto per difendere la sua famiglia. E tutte queste colpe sono raggruppate dietro l’effige di Tatia – nella serie interpretata da Nina Dobrev – il primo amore di Elijah, ma anche il suo primo omicidio. Una colpa che il vampiro confessa per prima a Cami, dando voce alla sua paura che Klaus, una volta scoperto questo misfatto, possa non perdonarlo. E l’idea di perdere suo fratello spaventa Elijah in un modo che ci spezza il cuore. Lui, che per Klaus è sempre stato un alleato, un amico, un fidato compagno; che ha dovuto subire le pene dell’inferno per la semplice volontà di redimere suo fratello; lui, ora, ha timore che Klaus possa allontanarlo per quella sua prima colpa. Così, per la prima volta, vediamo Elijah mentire per il proprio tornaconto. Un tornaconto nobile, in qualche modo, ma pur sempre egoistico. Quando, però, Finn li trasporta tutti dall’altra parte, in quella casina di caccia che è ricordo e insieme prigione, Elijah deve ben presto scendere a patti con le sue priorità: salvare il proprio rapporto con Klaus o, ancora una volta, sacrificare se stesso per la felicità di suo fratello che, questa volta, passa attraverso la salvaguardia di sua figlia Hope. Così, quando capisce che Finn si sta avvicinando a scoprire la verità, prima che arrivi a fare due più due, Elijah decide di confessare la propria colpa per scardinare l’incantesimo del fratello e liberarli da quel mondo fuori dal tempo.

Elijah confessa di non poter più essere un nobile cervo, perché le sue mani, così come la sua anima, sono state macchiate dal sangue di un innocente. Elijah confessa l’omicidio di Tatia, pur sapendo che questo potrebbe distruggere il suo rapporto con Klaus, visto che anche lui era innamorato della ragazza. Eppure non ci pensa su neanche un attimo: per Hope e per suo fratello, Elijah si auto-condanna all’inferno. Una cosa molto nobile da fare e, in effetti, il suo comportamento non porta alcun mutamento. Perché, come dice lo stesso Finn, quell’ammissione è, di per sé, qualcsoa che solo un’anima nobile potrebbe fare. Ed è qui che entra in scena Klaus, il meraviglioso Klaus. Nel corso di queste recensioni e di questi due anni, abbiamo sempre detto che Klaus è un personaggio straordinario per il suo essere piene di sfumature. Ci piace perché non ha mai paura di fare del male, pur avendo lati profondamente umani e buoni. Quando ci chiedono: Klaus è cattivo? La risposta è sempre la stessa: no. Klaus non è cattivo. Klaus è un vampiro che ha vissuto tutta la vita con l’ombra di un padre-cacciatore da cui elemosinare un pizzico di attenzione e da cui, invece, ha sempre avuto solo odio e promesse di morte. Klaus è vissuto nelle menzogne della madre, a metà strada tra due mondi che non riuscivano ad accettarlo. Ha vissuto tradimenti, oltraggi ed umiliazioni. E tutto questo ha in qualche modo forgiato il suo carattere, portandolo spesso a compiere il male come autodifesa: Klaus ferisce prima di essere ferito. Questo però non toglie che il vampiro sia anche un personaggio con numerosi aspetti positivi: una volta che dona il cuore, Klaus lo difenderà fino alla morte. Non importa cosa dovrà affrontare o quale rischi dovrà correre. Non gli importa nemmeno di quante persone finiranno per odiarlo: se qualcuno a cui tiene è anche solo vagamente in pericolo, Klaus è disposto anche a dichiarare guerra al mondo intero. E’ un uomo che non conosce mezze misure, che va da 0 a mille nell’arco di un secondo, ma è anche un personaggio profondamente tormentato, pieno di cicatrici che tenta di nascondere dietro il fugace sorriso di una battuta sardonica. Tutte queste chiavi di lettura, tuttavia, sfuggono allo sguardo feroce ed invidioso di Finn, leccapiedi di una madre che non l’ha mai amato abbastanza. Per Finn suo fratello non è altro che il grande lupo cattivo che tutti i suoi nemici dipingono. Ed è proprio questa sorta di cecità genetica che sancisce, in questo episodio, la sconfitta per Finn. Non conoscendo affatto suo fratello, Finn non sa che il lupo cattivo può facilmente tramutarsi in una nobile creatura dal manto oscuro che cavalca la notte per difendere i suoi parenti più prossimi. Quando, alla fine, Elijah confessa la sua colpa e Finn gli ride in faccia, dicendogli che ha solo dimostrato di essere l’anima nobile che tutti credevano, è Klaus a prendere la palla al balzo: “Does it? It turns out, my brother is even more depraved than I am”. E poi aggiunge: “He is the noble stag no longer, indeed an altogether different beast creeping through the cracks. Klaus sta parlando di Elijah come se non lo conoscesse più. Ne parla come di un depravato e di una bestia inquietante. In quei momenti lo spettatore è portato a pensare che sia arrivato il momento dello scontro, della rabbia, della delusione. Klaus potrebbe sentirsi in effetti tradito dalla menzogna perpetuata da Elijah e sappiamo bene che l’ibrido non reagisce bene ai tradimenti. Poi, però, proprio perché Klaus è quel signore personaggio che siamo abituati ad amare, continua, rivolto a Finn: “you have also failed in your representation of me because there is one thing you never thought me capable of Forgiveness.” – C’è una cosa di cui non hai mai pensato che fossi capace, il perdono. E così dicendo Klaus mette una mano sulla spalla di Elijah, quasi a volerlo rassicurare che niente, tra di loro, è cambiato. Cosa che ribadirà più tardi, al telefono, quando dirà a suo fratello: “I Meant what I said. I’m capable of forgiveness”. Ed Elijah sorride, perché Elijah, a differenza di Finn, sa che per Klaus non esiste niente di più sacro della sua famiglia.

Cosa ci è piaciuto:

• La scena nella casa di caccia, quando Elijah confessa le sue colpe.
• Alla fine, quando Klaus chiede a suo fratello come stia Hope, Elijah guarda Cami e risponde: “E’ in buone mani. Come me”.
• Il discorso che Marcel fa alla sua truppa.
• Vedere Klaus quanto è preoccupato perché Marcel va in guerra.
• Klaus che, saputo che Marcel è stato morso da un licantropo, risponde subito che gli darà il suo sangue

Cosa non ci è piaciuto:

• L’inutilità di Davina. E’ una super strega, eppure mentre Finn sta facendo i suoi comodi, tutto quello che riesce a fare è dare due sberle in faccia a Klaus, svenuto.
• L’esistenza di Gia. Inutile. Insopportabile.
• Finn riesce proprio bene a farsi odiare.
• Qualsiasi scena che includa Jackson. Ora questo rituale della verità comincia a puzzarci un bel po’.

Valutazione di Erika Pomella: 9 su 10
The OriginalsThe Originals (stagione 2)
Impostazioni privacy