The Rhythm section, recensione del thriller con Blake Lively e Jude Law
Una donna vuole vendicarsi della morte della sua famiglia, fra azione e intrighi politici, con un'inedita Blake Lively.
di Matilde Capozio / 26.04.2020 Voto: 5/10
The Rhythm Section è la storia di Stephanie Patrick (Blake Lively), una giovane donna che ha perso tutta la sua famiglia in un incidente aereo, e da allora è finita in una spirale di droga e prostituzione in un bordello londinese. Un giorno riceve la visita di un giornalista che sta indagando sullo schianto, e le rivela che in realtà si è trattato di un attacco terroristico, e che l'aereo è esploso a causa di una bomba nascosta al suo interno. Stephanie entra così in contatto con un ex agente dei servizi segreti, il misterioso B. (Jude Law) al quale chiede di insegnarle tutto ciò che le servirà per dare la caccia ai responsabili della tragedia, e quindi vendicare la sua famiglia.
Il film, che è disponibile per il noleggio e l'acquisto in streaming, è scritto da Mark Burnell che ha adattato il suo omonimo romanzo, primo di una saga sul personaggio di Stephanie.
Il tema della vendetta come motore che spinge a farsi giustizia da soli qui si mescola al thriller politico, in una trama che tira in ballo terrorismo e servizi segreti; i produttori, non a caso, sono gli stessi della saga di James Bond per questa storia di spionaggio la cui azione rimbalza da un Paese all'altro, dall'Inghilterra alla Scozia, dalla Francia alla Spagna, fino agli USA.
Questo film d'azione con protagonista femminile ha anche una regista donna: si tratta di Reed Morano, che ha alle spalle alcuni lavori interessanti, come l'apocalittico I think we're alone now con Peter Dinklage ed Elle Fanning, che da noi è rimasto inedito; qui la regista usa la sua lunga esperienza come direttrice della fotografia specialmente nel mettere in risalto le variegate location della storia, dagli aspri paesaggi rurali a un affollato mercato di strada, e si concede anche qualche virtuosismo registico, più di maniera che necessario. La sceneggiatura, invece, che parte dalla premessa della persona comune che si trova, quasi suo malgrado, coinvolta in imprese eccezionali, mette subito in chiaro motivazioni e obiettivi della protagonista, ma in un susseguirsi di addestramento, inseguimenti, lotte a mani nude e sparatorie, non brilla per originalità, accumulando personaggi collaterali e colpi di scena più o meno prevedibili che non riescono a coinvolgere del tutto.
Tra cambi di pettinatura e parrucche colorate, bocca imbronciata e sguardo spesso fisso nel vuoto, Blake Lively non trova con questo film la consacrazione definitiva come attrice drammatica, è un po' sprecata anche la partecipazione di Sterling K. Brown (uno dei protagonisti della serie This is us) e il ruolo più riuscito risulta alla fine quello di Jude Law.
Una caccia all'uomo su scenari internazionali che non resta memorabile, ma può piacere agli appassionati del genere, e ai fan di Blake Lively che vogliono vederla impegnata in una parte per lei inedita.