The Water Diviner di Russell Crowe
The Water Diviner di Russell Crowe

Recensione The Water Diviner di Russel Crowe


'The Water Diviner', prima opera registica di Russel Crowe, è un film che riflette sulla guerra e sulla necessità del perdono. Nonostante alcuni difetti di ritmo e di retorica, la pellicola è una buona prima prova, che colpisce per l'umanità dei personaggi messi in gioco.
Voto: 6/10

The Water Diviner rappresenta il debutto registico per Russel Crowe che, all'età di cinquantanni e con una carriera pluripremiata alle spalle, decide di passare dietro la macchina da presa e dirigere una storia che prende spunto da avvenimenti realmente accaduti. La vicenda prende avvio durante la prima guerra mondiale, e si concentra sulle moltissime vittime della battaglia di Gallipoli (raccontata anche nella deliziosa miniserie Anzac Girls). Sono passati quattro anni da quell'orribile spargimento di sangue e Joshua (lo stesso Russel Crowe) non si è ancora rassegnato all'idea di aver perso i suoi tre figli. Sua moglie, come lui ancora in preda allo sconforto, sembra incapace di vivere nella realtà e si rifugia in un mondo dove sembra impossibile raggiungerla. Quando, alla fine, un'altra disgrazia si abbatte sulle spalle sempre più stanche di Joshua, l'uomo decide di intraprendere un viaggio verso la Turchia, alla ricerca di quel che rimane dei suoi figli scomparsi. Il viaggio gli darà l'occasione di rapportarsi non solo con un mondo che non conosce e che è in continuo divenire, ma anche con il lutto che ha scavato un vuoto dentro al suo cuore. 

Per la sua opera d'esordio Russel Crowe sceglie una storia intensa, a tratti epica, che mira al cuore dello spettatore. L'empatia del pubblico con questo padre disperato, infatti, scatta quasi in automatico, come se la nostra coscienza sentisse il bisogno di dare il proprio supporto a quest'uomo disperato, che si attacca alla più labile speranza per trovare una ragione per continuare a far entrare polmoni nel proprio corpo. A questa vicenda umana, piena di sentimenti e, al tempo stesso, di rabbia, il regista/attore alterna anche momenti di riflessione sulla guerra, sul modo che essa ha di cambiare il volto della civilità, riscrivendo le regole dalla parte dei vincitori. Eppure, anche quando si sofferma a riflettere sui conflitti bellici e sulle loro nefaste caratteristiche, Russel Crowe non rinuncia mai al lato più umano. I grandi movimenti politici e sociali non gli interessano minimamente, interessato com'è a seguire il percorso di uomini che devono convincere con il lutto e con il trauma che ne consegue. Traumi, questi, che si ripropongono all'infinito, come la mitica pietra di Sisifo che continua a rotolare giù dal monte, senza inizio e senza fine. Ed è proprio sull'ineluttabilità del trauma, sul suo modo infido di entrarci sotto la pelle, che The Water Diviner riesce a toccare maggiormente le corde del proprio essere. Riflettendo sul dolore, la pellicola si sofferma anche a pensare sull'importanza dell'amore e, insieme, del perdono. Elementi, questi, che sembrano vetusti e in qualche modo banali, ma che di fatto rappresentano il motore del mondo. Ed è proprio il perdono che Joshua deve imparare: perdonare se stesso che, come padre, non è riuscito a proteggere i suoi figli, che ancora lo inseguono con il suono delle loro risate innocenti; perdonare il mondo, gli uomini, la Turchia, quegli sconosciuti che gli attraversano il campo visivo e che, ad uno ad uno, gli ricordano gli "assassini" dei figli. 

The Water Diviner, commovente in più di un'occasione e forte di un'interpretazione che parte dallo stomaco e arriva agli occhi, ha comunque alcuni difetti tipici delle opere prime. Innanzitutto si ha la sensazione che la ricerca in qualche modo di epicità sia troppo ostentata dal regista, che finisce col cadere nella trappola della pedanteria, tanto che, in alcuni tratti, 111 minuti sembrano effettivamente troppo. In più, in alcune sequenze, la retorica si fa eccessiva e si scade in una sorta di spettacolino melenso e privo di fondamenta. Questi difetti, tuttavia, non rovinano troppo l'impianto generale dell'opera che, nell'insieme, rimane una prima prova piuttosto soddisfacente che ci fa ben sperare nel futuro.

Valutazione di Erika Pomella: 6 su 10
The Water Diviner
Impostazioni privacy