Truth di James Vanderbilt
Truth di James Vanderbilt

Recensione Truth, film d’apertura della Festa del Cinema di Roma


'Truth' è una pellicola elegante, sorretta dalle ottime prove di tutto il cast, su cui troneggia la maestosa Cate Blanchett, nei panni di Mary Mapes che, nel 2004, insieme al collega Dan Rather, fece tremare l'America, portando di fatto ad un nuovo modo di intendere il giornalismo. Tra 'The Newsroom' e 'Spotligh', un'opera esaltante.
Voto: 8/10

Nell'ultimo decennio, se pensiamo ad un prodotto mediatico che sia stato in grado di presentare, alla grande massa, il volto di un giornalismo dietro le quinte, nascosto all'ombra della macchina da presa dei notiziari televisivi, non possiamo fare a meno di pensare a The Newsroom, la serie tv di tre stagioni firmata dalla penna geniale di Aaron Sorkin. Ed è proprio con The Newsroom che Truth di James Vanderbilt, scelto come pellicola d'apertura alla decima edizione del Festival (tornato ad essere Festa) del Cinema di Roma, mostra alcune affinità tutt'altro che trascurabili. Ad un primo sguardo, infatti, la pellicola presentata in anteprima mondiale allo scorso Festival di Toronto sembra una variante della storyline presentata nella serie tv, dove la manipolazione delle informazioni e l'inaffidabilità di alcune fonti rischiavano di mandare a picco un notiziario televisivo.

Ma Truth è, soprattutto, un elegante e intenso saggio sul giornalismo, un ritratto sempre cangiante di un modo di fare informazione in via di evoluzione. L'anno della storia, infatti, è il 2004 e il momento storico è quello in cui internet, con le sue reti tentacolari, cominciava ad influenzare il modo di fare e dare notizie. Tratto dalla storia vera di Mary Mapes Dan RatherTruth si concentra su un servizio mandato in onda dal programma 60 Minutes della CBS nel 2004, alla vigilia delle elezioni presidenziali, in cui si metteva l'accento sui privilegi che George Bush aveva ricevuto negli anni '70, riuscendo ad ottenere onorificenze e ad evitare la guerra in Vietnam. Un servizio, questo, che svegliò l'indignazione dei blogger conservatori, tanto da spingerli a mettere in dubbio la veridicità delle fonti dei due giornalisti e di tutto il team, dando il via ad un vero e proprio caso di caccia alle streghe.

Ad interpretare i due protagonisti ci sono Cate Blanchett Robert Redford, che in scena dimostrano di avere un affiatamento davvero palpabile, che permette allo spettatore di entrare subito in empatia con i due giornalisti, scegliendo, quasi istintivamente, di stare subito dalla loro parte. Nella descrizione di questo rapporto quasi paterno, Vanderbilt si mostra molto abile nel non scadere nel facile pietismo, non sforzandosi affatto di arruffianarsi il pubblico con facili artifizi emotivi; il regista è, piuttosto, sempre attento a mantenere un equilibrio di forma e contenuto, non invadendo mai lo schermo con la sua presenza, ma senza mai allontanarsene troppo. E' una figura tentacolare, che controlla ogni aspetto della messa in scena, ma lascia poi che sia il film ad entrare nel cuore del pubblico.

Al di là della storia coinvolgente e delle molte riflessioni che apre senza apparente sforzo, Truth ha soprattutto il vantaggio di poter contare su un cast veramente eccezionale. Cate Blanchett è maestosa, splendida, quasi ipnotica. Con il kajal che spesso sembra scivolare dagli angoli dei suoi occhi cerulei e larghi maglioni che sembrano voler avvolgere la sua innata eleganza, l'attrice dà un'anima tridimensionale al suo personaggio, facendogli trascendere lo schermo stesso. Come suggerito poco più sopra, anche Robert Redford riesce a tratteggiare con poche pennellate il personaggio di Dan, idolo e vittima al tempo stesso di un sistema che l'ha partorito ma che non sa più come gestirlo. Intorno a loro due, inoltre, girano molti personaggi in qualche modo minori che aiutando a concretizzare l'idea e l'essenza stessa della pellicola, guidandola verso un risultato davvero esaltante.

Valutazione di Erika Pomella: 8 su 10
Truth – Il prezzo della verita’Festa del Cinema di Roma 2015
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