Wildlife di Paul Dano, la recensione
Wildlife di Paul Dano, la recensione

Wildlife di Paul Dano, la recensione (TFF36)


Wildlife racconta la storia di Joe, un adolescente costretto ad affrontare i problemi della sua famiglia in un momento delicato come quello della crescita.
Voto: 7/10

Paul Dano esordisce come regista con il film Wildlife, presentato in anteprima nazione, al 36° Torino Film Festival. Il film è basato sul romanzo Incendi di Richard Ford.

Il punto di vista adottato da Dano è quello del quattordicenne Joe, un adolescente molto brillante a scuola che vive con i suoi due genitori Jerry e Jeanette. Sin da subito capiamo che, anche se la vita di Joe sembrerebbe perfetta in realtà il ragazzo ha visto e vissuto più di quanto si possa immaginare. Joe non ha legami con i suoi coetanei perché è costretto a cambiare città molto spesso a causa del lavoro saltuario di suo padre. La madre, insegnante che vorrebbe lavorare per aiutare la famiglia, in apparenza di comune accordo con il marito decide di rimanere a casa per essere il più presente possibile per il figlio. Percepiamo che questa non è assolutamente la condizione preferita della moglie che fa di tutto per tenersi occupata e per presentarsi agli altri come insegnante piuttosto che come una casalinga. Il padre di Joe d'altro canto è molto orgoglioso e, dopo un licenziamento dal lavoro, decide di non volerci più mettere piede anche se il datore di lavoro è tornato sui suoi passi e, piuttosto, decide di andare a fare il pompiere a chilometri di distanza da casa. Quando Jeanette si trova da sola a casa con Joe comincia ad avere dei comportamenti strani e inizia una curiosa relazione con il signor Miller, un uomo molto abbiente di molti anni più vecchio. Quando Joe ritorna a casa l'apparente, e falso, equilibrio che sembrava esserci all'inizio del film ormai si è sfaldato e sarà compito di Joe provare a raccogliere i pezzi della sua famiglia. 

In Wildlife emerge con forza una delicatezza che è difficile trovare nel cinema di oggi, un sentimento vero che affligge molti adolescenti di oggi e che Dano riesce ad esprimere al meglio pur avendo ambientato la vicenda nel secolo scorso. Quello che risulta incredibile è sapere come un ragazzino così giovane affronti tutti questi processi di cambiamento praticamente da solo visto che i genitori sembrano non preoccuparsi di quello che potrebbe pensare il figlio. I due non fanno che ribadire il fatto che Joe sia uno dei più bravi a scuola ma allo stesso tempo sembra come padre e madre non tengano affatto conto dell'opinione del figlio. I due lo utilizzano come tipo di giustificazione per i loro comportamenti dicendo che è per lui che fanno una determinata cosa quando, in realtà, i soli a cui stanno pensando sono loro. La sceneggiatura, scritta da Dano e dalla compagna Zoe Kazan, è quindi molto forte e incalzante tranne in qualche momento di stallo e anche la fotografia ha i suoi perché, anche se non rivela una mano particolare ma è molto semplice ed efficace

Valutazione di redazione: 7 su 10
WildlifeTorino Film Festival 2018
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