Wonder Woman
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Wonder Woman, la recensione


Gal Gadot è Wonder Woman, una guerra da combattere per ottenere la pace tra i popoli, un'eroina che vuole liberare il mondo dalla malvagità perpetrata dal Dio della guerra. Una occasione persa per la DC che sembra non riuscire a fare il salto di qualità.
Voto: 5/10

Una guerra da combattere per ottenere la pace tra i popoli, un'eroina che vuole liberare il mondo dalla malvagità perpetrata dal Dio della guerra. Gal Gadot è Wonder Woman, l'eroina nata dalla matita di Marston nel 1941, arriva sul grande schermo prodotto da Zack Snyder e diretto da Patty Jenkins, regista del bellissimo "Monster" con Charlize Teron che vinse il premio Oscar.

Diana è una giovane principessa di un'isola protetta dal mondo che si trova in un'altra dimensione, con il sogno di diventare un'amazzone combattente come sua madre la regina Hyppolita. Un improvviso schianto, turberà l'equilibrio dell'isola dominata dalle amazzoni. Steve, una spia dell'esercito britannico salvato all'ultimo respiro da Diana, racconterà alla sua salvatrice che c'è una guerra nel mondo degli uomini. Così Diana, spinta dal senso etico del dovere, si incamminerà insieme a lui per salvare il mondo dalla guerra e dal ritorno di Ares.

Questo spin off, primo di una lunga serie, introduce la storia di uno dei personaggi già visti in "Batman v Superman" e che ritornerà nell'imminente crossover targato Snyder "Justice League". Rispetto al sopracitato "Batman v Superman" ed al pessimo "Suicide Squad", "Wonder Woman" sembra essere un film godibile ma le apparenze spesso ingannano. Nonostante una prima parte scorrevole, seppur con i soliti errori di sceneggiatura che caratterizzano ormai i cinecomics, il film si perde completamente a causa di un finale tanto forzato nell'introduzione di Ares quanto pessimo nella scelta dei dialoghi che appaiono banali e decisamente troppo surreali. Ma il vero problema è che, oltre a Gal Godot, i pregi di "Wonder Woman" sono ben pochi. Per gran parte del film si può lodare la scelta di mantenere una struttura sobria, anche a costo di sembrare stereotipato, ogni tanto spezzata da scene dal forte impatto visivo (seppur con troppi rallenty), soprattutto se consideriamo i falliti esperimenti precedenti. Ma la vera pecca la troviamo nella confusione del finale, come un alito di vento che fa crollare un'esile piramide di carte.

Un'altra, ennesima, occasione persa per la DC che sembra non riuscire a fare il salto di qualità ad un genere che predominato dalla concorrente Marvel. La strada scelta dalla coppa Warner Bors./Dc non sembra essere quella giusta. Dopo la trilogia del "Cavaliere Oscuro" di Nolan e pregevoli prodotti come "Watchmen", le aspettative si innalzano ma ormai in ogni film si possono trovare pochi pregi e tanti, troppi, difetti i quali vengono grossolanamente coperti da scene visivamente notevoli ma che non mascherano i problemi legati alla sceneggiatura.

Valutazione di redazione: 5 su 10
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