Sulla Via di Damasco
Sulla Via di Damasco

Sulla Via di Damasco, un anno dopo il Terremoto del 26 agosto 2016


Sulla Via di Damasco dedica la puntata di sabato 26 agosto 2017 alla memoria dei tragici momenti che hanno devastato la vita, le radici e la storia delle comunità di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e dintorni un anno prima.

Ad un anno dal terremoto che ha colpito il centro Italia, in quel drammatico 24 agosto 2016, Sulla Via di Damasco dedica la puntata di sabato 26 agosto, in onda alle 9.25 su Rai2, alla memoria di quei tragici momenti che devastarono la vita, le radici e la storia delle comunità di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e dintorni.

Protagonisti del programma di Mons. Giovanni D'Ercole e Vito Sidoti, i volti di alcuni sopravvissuti alle macerie, tra attimi di paura, panico, fino a quell'abbraccio impareggiabile con persone sconosciute che aprirono un varco alla speranza.

Così per Patrizia, che da quella notte ha perso il figlio, il marito, i genitori e il cognato. Con suo marito è rimasta bloccata sotto il peso di una trave, assistendo, inerme, all'esalazione del suo ultimo respiro. Poi le urla, le richieste di aiuto, fino all'arrivo di un carabiniere che la tirerà in salvo. Suor Miriana, altra protagonista della puntata, alle 4 di quella notte, stretta tra polvere e crolli, si rassegna all'idea di morire. Fino a quando, ormai addormentata, sente la voce di un "angelo delle macerie", un ragazzo che le indicherà la strada per uscire.

La puntata, poi, si soffermerà sulla testimonianza di alcuni ragazzi disabili del Centro Sant'Eusanio, a Rieti, che decisero, all'indomani di quel terremoto senza fine, di preparare con le loro mani dei pupazzi da regalare ai bambini sopravvissuti, uno slancio di solidarietà oltre ogni barriera.

Infine, il ricordo del terremoto di Arquata e Ussita nelle voci, rispettivamente di Stefano e Giovanni, il primo fornaio, l'altro allevatore. Da quella notte buia, la lezione del valore delle piccole cose, dell'amore per l'altro e per la propria terra, nella consapevolezza che non si è soli in momenti di sconforto.

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