Il buono, il brutto, il cattivo
Il buono, il brutto, il cattivo

Trilogia del dollaro nelle sale The Space Cinema


'Per un pugno di dollari', 'Per qualche dollaro in più' e 'Il buono, il brutto, il cattivo' nelle sale The Space Cinema a partire dal 19 giugno nell'ambito del progetto Il Cinema Ritrovato. Al Cinema.

Tre capolavori che hanno fatto la storia del western tornano restaurati sul grande schermo: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in piùe Il buono, il brutto, il cattivo. I film saranno nelle sale The Space Cinema a partire dal 19 giugno nell'ambito del progetto Il Cinema Ritrovato. Al Cinema promosso dalla Cineteca di Bologna per la distribuzione dei classici restaurati in sala, con il sostegno di Unipol Gruppo. L'uscita in sala della Trilogia del dollaro è realizzata grazie a Leone Film Group e Unidis Jolly Film.

La Trilogia del dollaro è stata presentata nella nuova veste restaurata al 67o Festival di Cannes, per celebrare il 50o compleanno del suo primo capitolo Per un pugno di dollari, il film che nel 1964 lanciò l'icona western di Clint Eastwood, seguito nel 1965 da Per qualche dollaro in più e nel 1966 da Il buono, il brutto, il cattivo.

Questa estate, a distanza di anni, torneranno sul grande schermo per far rivivere a tutti gli appassionati la magia del western e il fascino dell'uomo senza nome: il personaggio interpretato da Eastwood e che ricorre nei film di Leone.
Il primo appuntamento in calendario è a partire dal 19 giugno con il film Per un pugno di dollari. Dal 3 luglio sarà sul grande schermo Per qualche dollaro in più e dal 17 luglio sarà la volta de Il buono, il brutto, il cattivo.

La Trilogia del dollaro fa parte della programmazione The Space Extra, lo spazio dedicato agli appuntamenti speciali e ai contenuti originali prodotti da The Space Cinema dedicati a cultura, musica, scienza, sport, intrattenimento, arte.

I biglietti sono in prevendita alle casse di ogni cinema e online sul sito thespacecinema.it.

Inoltre, solo a Torino dal 2 ottobre al 6 gennaio, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, promuove la mostra C'era una volta in Italia. Il cinema di Sergio Leone: immagini, documenti, costumi, pistole, frammenti, testimonianze, rarità d'archivio, selezionati da Sir Christopher Frayling (curatore della mostra in collaborazione con Lorenzo Codelli e massimo biografo di Leone) in vari Paesi e nella collezione di pellicole, inediti e fotografie della famiglia Leone, conservati e restaurati dalla Cineteca di Bologna. La mostra sarà corredata da un volume pubblicato da Cineteca di Bologna.

PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'
Secondo western di Sergio Leone, e capitolo centrale nella sua "trilogia del dollaro". Cinico quanto il precedente "Per un pugno di dollari", è però meno astratto ed usa schemi collaudati: ad esempio, la trama imperniata sulla rapina in banca, o gli "sketch" umoristici. Ed ancora, la varietà bizzarra dei personaggi, che rende il tono più leggero, anche se meno "esistenziale". La violenza è di nuovo preponderante, ed ha tratti sadici, mentre il senso di disincanto è ben riassunto nel tratteggio dei rapporti umani. Questi ultimi, infatti, si manifestano in sfide d'abilità, inganni, persino furti di mozziconi, ed anche quando sono "edificanti" hanno finalità egoistiche tipo soldi o vendetta, e sono alimentati dal dolore. La regia, come la trama, è più "frizzante", ed il montaggio più rapido: ma l'epicità resta fenomenale ed "esplode" i duelli nell'ormai solito crescendo di primissimi piani, ai quali s'aggiunge un'enfasi del sonoro che, in questo capitolo più degli altri leoniani, esalta l'atmosfera portandola fuori dagli schemi… cioè in un limbo fra leggenda e caricatura. Clint Eastwood, più loquace e "contesutalizzato", torna nei panni del pistolero solitario, ma questa volta si "sdoppia" in una saggia emanazione interpretata da Lee Van Cleef. Gian Maria Volonté invece, sembra il "fantasma" del cattivone intepretato in Per un pugno di dollari, ritornato dall'inferno. Non a caso, sfoggia atteggiamenti diabolici, ha la coscienza annebbiata dalla droga ed è accompagnato da uno scagnozzo deforme (il celebre "gobbo" di Klaus Kinski). Le musiche di Morricone rilanciano in vivacità e la battuta finale di Eastwood chiude i conti (letteralmente) su una vicenda in cui la bilancia della giustizia è tenuta in equilibrio dai morti e dalle ricompense.

PER UN PUGNO DI DOLLARI
Pistolero solitario, Joe arriva a San Miguel, cittadina al confine tra Stati Uniti e Messico divisa dalla lotta per il monopolio di due famiglie, i Rojo e i Baxter, che commerciano rispettivamente in alcol e in armi. Fingendo di vendersi ai primi, Joe fa in realtà il doppio gioco con lo scopo di mettere gli uni contro gli altri e trarre profitto dalla reciproca eliminazione delle forze antagoniste. Scoperto l'inganno, i Rojo torturano Joe che, salvatosi in extremis, sferrerà l'ultimo colpo in uno spettacolare duello.
Straordinario successo al botteghino di un titolo che inaugurerà la fruttuosa stagione del cosiddetto "spaghetti western", Per un pugno di dollari costituisce la prima astutissima mossa di quella "trilogia del dollaro" che, insieme a Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, consegnerà il cinema di Sergio Leone alla storia del cinema. Per certi versi inferiore ai due successivi movimenti, più compositi e articolati, rappresenta una lezione insostituibile per quella rappresentazione grafica della violenza che sarà assorbita da molti cineasti attivi tra i Sessanta e i Settanta. Differentemente dal western classico, il tema della conquista della frontiera, qui, lascia il passo a una "dimensione più privata", a rondò estremamente fisici il cui motore primo sembra essere quello della sete di vendetta. Da un soggetto fortemente ispirato a La sfida dei samurai di Akira Kurosawa, che fece causa e fu risarcito con i diritti esclusivi di distribuzione in Estremo Oriente, Leone mette a punto, di fatto, un nuovo linguaggio in cui la fanno da padrone nichilismo e pessimismo, raggelante ironia e una generale brutalità a livello visivo, ritmico, recitativo, è il caso della bidimensionalità di ogni personaggio.

IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO
Il buono, il brutto, il cattivo, un titolo diventato tanto famoso che, all'uscita del film America, nel gennaio del 1968, Bob Kennedy lo cita in un discorso, dichiarando che avrebbe voluto utilizzare questo titolo per la sua campagna elettorale allo scopo di rendere più facile la distinzione tra lui, Johnson e Nixon. E' il film che finalmente impone Clint Eastwood e Sergio Leone anche negli Stati Uniti, ricompensando ampiamente lo sforzo della United Artists, che aveva partecipato al finanziamento del film stesso e si era impgnata nella distribuzione dell'intera "trilogia del dollaro" di Leone, con una costosa campagna pubblicitaria. Il successo commerciale di Il buono, il brutto, il cattivo apre il mercato americano al prolifico filone dello spaghetti western, che finisce per influenzare anche i successivi western made in USA. Il film era stato campione di incassi anche in Italia. Uscito a Natale 1966, si era piazzato al terzo posto dopo Il Dottor Zivago e La Bibbia. E' la storia, ambientata nel New Mexico nel 1862, di tre avventurieri cinici, avidi, calcolatori, alla ricerca di un tesoro nascosto mentre infuria la guerra civile americana. Clint Eastwood, nel ruolo del "buono" che praticamente ripropone la maschera dei due film precedenti (il pistolero taciturno di Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più), questa volta si trova affiancato non solo da Lee Van Cleef, già coprotagonista nel secondo film della trilogia, ma anche da un altro attore americano, Eli Wallach, che nel ruolo di Tuco, l'istrionico e picaresco bandito messicano, grazie al suo naturale talento comico spesso riesce a rubargli la scena. E' proprio a causa del forte ruolo di Eli Wallach in questo film che Clint Eastwood non accetta di fare altri film con Sergio Leone.

Impostazioni privacy