Tutta colpa di Freud, intervista a Claudia Gerini


Intervista a Claudia Gerini, protagonista del film di Paolo Genovese, Tutta colpa di Freud.

Di seguito l'intervista a Claudia Gerini, che interpreta Claudia nel film di Paolo Genovese Tutta colpa di Freud.

Com'è stata la sua esperienza con Paolo Genovese?
Durante le riprese di UNA FAMIGLIA PERFETTA era già nata una bella amicizia professionale destinata a durare, poi Paolo mi ha chiamato e mi ha raccontato questa nuova storia molto al femminile che aleggia intorno allo psicoterapeuta Francesco (Marco Giallini) che finisce con l'innamorarsi perdutamente del mio personaggio, Claudia, una signora borghese equilibrata, riservata, che si ritrova ad un bivio nella relazione col marito fino a quando non scopre che lui ha un'altra, restandoci piuttosto male e cercando di capire perché. È una donna misteriosa, elegante e di classe, di cui all'inizio sappiamo poco o niente: la vediamo attraverso gli occhi dello psichiatra, per questo ci appare alquanto fredda. Inizialmente lo psicanalista la idealizza come se fosse la donna dei suoi sogni, la osserva aggirarsi per il quartiere venerandola da lontano, poi i due finiranno con l'incontrarsi e il destino li vedrà molto più collegati di quanto lui possa pensare. L'uomo si ritrova alle prese con tre figlie tra i 18 e i 30 anni che vivono ognuna il proprio mal d'amore e in particolare la sua ultimogenita diciottenne si innamora ricambiata di un coetaneo di suo padre (Alessandro Gassmann) che non è altri che mio marito. Il protagonista si ritrova così combattuto tra il desiderio di veder tornare tranquillamente alla sua famiglia l'uomo maturo che ha perso la testa per sua figlia e quello di non fare niente per evitare quella separazione in modo da ritrovarsi poi libero di avere una relazione con quella Claudia che rappresenta il suo punto di arrivo.

Come si è trovata con Paolo Genovese?
Paolo è molto abile ad indagare il tema della famiglia in tutti i suoi risvolti, gli piace molto riflettere sui rapporti dall'interno del nucleo familiare e sui rapporti di coppia in generale. In questa occasione ha scritto e diretto una commedia che non è solo divertente ma è anche in grado di esplorare in profondità i sentimenti e le psicologie, sia pure in modo ironico e brillante, mettendo in rilievo il lato buffo della vita. Il suo film tocca tanti temi diversi: c'è il ragazzo sordomuto (Marchioni), tre figlie che crescono con un solo genitore, un padre moderno che si ritrova ad avere a che fare con i loro problemi. Paolo sa raccontare relazioni e sentimenti e in particolare il tema della famiglia in modo sfaccettato, completo, pieno di piccole e profonde annotazioni e in alcuni momenti riesce ad essere anche emozionante e commovente. E poi c'è un'attenzione particolare all'universo femminile attraverso gli occhi di un padre molto innamorato delle proprie figlie. Sono molto soddisfatta di questa esperienza perché abbiamo potuto contare su una storia molto solida, ben costruita in ogni suo aspetto e perché dopo la nostra splendida intesa in UNA FAMIGLIA PERFETTA avevo molta voglia di tornare a recitare anche con Marco Giallini, col quale abbiamo girato alcune scene molto divertenti di dialettica amorosa tra i nostri due personaggi che si raccontano i rispettivi mondi. In questa occasione un altro amico ritrovato, superprofessionale come Giallini, è stato Alessandro Gassmann. Questa volta io e Alessandro abbiamo avuto poche sequenze in comune, ma sono state molto belle e significative, mi sono divertita molto perché lui ha saputo rendere con molta ironia il suo cinquantenne che non vuole crescere e vive nella menzogna la sua vita di coppia apparentemente normale.

Quali sono le caratteristiche principali del suo personaggio? Le somiglia?
Genovese ha voluto chiamare il mio personaggio Claudia per aderire meglio alla realtà, perché ha dichiarato di essersi ispirato direttamente a me già in fase di scrittura e questo naturalmente mi ha fatto molto piacere. Claudia è una signora borghese raffinata, forse colta, curata, realizzata in un matrimonio all'apparenza felice. Ad un certo punto della sua vita scopre, però, l'infedeltà del marito, che la tradisce con una donna più giovane, e questo le provoca una sorta di choc, spingendola a riflettere sulla propria vita. Una volta scoperto il tradimento lei non reagisce violentemente, cerca piuttosto di capire, ma lo spettatore non sa come andrà a finire: io nei suoi panni non so dire se sarei capace di perdonare… forse no, ma non ci giurerei.

Che tipo di rapporto si è creato sul set con Genovese?
All'inizio ci siamo confrontati a lungo, ci fidavamo l'uno dell'altro, era come se avessimo lavorato molte volte insieme, tanto che dopo le riprese di questo film Paolo mi è anche un po' mancato, mi è sembrato di lavorare meno di quei 12 giorni che ho effettivamente girato. È un regista che ama molto gli attori, è una persona piacevolissima, è spiritoso, leggero e intelligente e riesce a creare armonia sul set perché è pacato e calmo, e fino a quando non è convintissimo cerca e ricerca la scena giusta, non si ferma mai. In questo film avevamo bisogno di pochi elementi e lui mi ha diretto con molta precisione, mi stava molto dietro, voleva una donna sicura, un personaggio forte e poco empatico che non cercava sempre e comunque la simpatia o un punto di contatto, preferiva che fossi un po' distaccata: sicura, femminile, ferma ma amichevole, quasi fredda.

Ricorda qualche momento particolare della lavorazione?
Una scena clamorosa, una delle esperienze più forti della mia carriera l'ho provata in occasione di una sequenza in cui mi lancio con l'elastico da un ponte di cemento in una gola di montagna nei pressi di Biella (è il secondo più alto d'Europa). Claudia dopo aver visto suo marito baciare la sua giovanissima amante guida la sua auto per un po', poi fa due passi e si butta nel vuoto ma capiamo presto che mentre compie questo volo in realtà è attaccata ad un elastico: mi hanno appesa a 40 metri di strapiombo sul torrente per poter girare un'inquadratura più ravvicinata, qualcuno giocava a yo-yo con me facendomi rimbalzare appesa come un pipistrello a testa in giù in piena montagna! Genovese mi aveva rassicurata dicendomi che mi avrebbero bloccato soltanto le caviglie, ma poi la sequenza è venuta fuori in modo straordinario, è stata un'esperienza forte che mi ha dato tanta adrenalina.

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