Una Famiglia di Sebastiano Riso
Una Famiglia di Sebastiano Riso

Una Famiglia di Sebastiano Riso al cinema


Arrivata a quella che il suo istinto le dice essere l'ultima gravidanza, Maria decide che è giunto il momento di formare una vera famiglia.

E' al cinema dal 28 settembre Una Famiglia, un film di Sebastiano Riso da una sceneggiatura di Andrea Cedrola, Stefano Grasso e Sebastiano Riso, con protagonisti Marco Leonardi, Micaela Ramazzotti, Fortunato Cerlino, Patrick Bruel, Matilda De Angelis, Ennio Fantastichini, Pippo Delbono, Alessandro Riceci.

Una Famiglia, è un film ispirato da storie vere e vede protagonisti il cinquantenne Vincent nato vicino a Parigi il quale ha tagliato ogni legame con le sue radici e la trentacinquenne Maria cresciuta a Ostia la quale non vede più la sua famiglia. Insieme formano una coppia che non sembra aver bisogno di nessuno e conducono un'esistenza appartata nella Roma indolente e distratta dei giorni nostri. La loro quotidianità dall'apparenza normale lascia tuttavia rapelare un terribile progetto di vita portato avanti da lui con lucida determinazione e da lei accettato in virtù di un amore senza condizioni: aiutare coppie che non possono avere figli. Arrivata a quella che il suo istinto le dice essere l'ultima gravidanza, Maria decide che è giunto il momento di formare una vera famiglia.

"Esiste un mercato nero di bambini anche in Italia, come in molti paesi del cosiddetto Terzo Mondo, che si tiene in piedi grazie a una fortissima richiesta" racconta il regista. "Prova ne sono le numerose inchieste che si sono susseguite in questi ultimi anni dal Nord al Sud di Italia. Sincerità e discrezione sono alla base del mio approccio alla messa in scena: senza risultare invadente, volevo essere presente, sempre accanto a Maria". Per questo, "la macchina da presa è sempre presente in scena, fisicamente addosso ai protagonisti, operata interamente a mano e pronta ad accompagnarli nella loro performance. Una macchina da presa che volerà via durante una scena cruciale e violenta, in modo da riflettere sulla nostra indifferenza, sul nostro essere ciechi e sordi al dolore che ci circonda, alla violenza che si consuma nell'appartamento accanto al quale viviamo. "

"Volevamo raccontare una Roma più astratta, se vogliamo più mentale" prosegue Riso. "Abbiamo operato una stilizzazione della realtà che nella dimensione spaziale (ma anche in quella temporale) è particolarmente evidente. Solo nelle dinamiche tra i personaggi, e ancora di più, nei dialoghi, ci siamo attenuti a un realismo stretto, e il risultato di questo incontro – messa in scena anti naturalistica e scrittura mimetica – è a mio avviso uno dei punti di forza del film". 

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