Arrow 2x22 - Streets of Fire
Arrow 2x22 - Streets of Fire

Recensione Arrow 2×22 – Streets of Fire


Il penultimo episodio della seconda stagione di Arrow è un episodio pieno di azione, che però manca di quell'anima capace di amalgamare i vari elementi e farne, così, un vero e proprio spettacolo pirotecnico. Vero mattatore dello show è ancora una volta Slade Wilson che, nelle poche inquadrature destinategli, riesce a rubare la scena praticamente a chiunque.
Voto: 7/10

Dove eravamo rimasti: City of Blood

Nell'episodio 2×21 City of Blood di Arrow – che possiamo considerare alla stregua di un episodio riempitivo – avevamo assistito al dolore e al lutto di Oliver Queen, che sembrava incapace di andare avanti dopo la morte di sua madre, Moira, per mano di Slade Wilson. Un dolore immenso, pieno dei sempre presenti sensi di colpa, che si intrecciava da una parte con l'ascesa al potere da parte di Sebastian Blood e dall'altra con una guerra ormai immimente. Slade Wilson, infatti, ha dato il via al suo esercito di – è il caso di dirlo – miracolati. Un gruppo di assassini che si muovono grazie all'ausilio del Mirakuro che gli scorre nelle vene e che rischiano di mandare in fiamme la città di Blood, Starling City.

Cosa vedremo: Streets of Fire

Con Streets of Fire ci avviciniamo sempre di più allo scontro finale tra Oliver Queen e Slade Wilson, più che mai agli antipodi per il possesso di Starling City. Giunti al ventiduesimo episodio, però, si ha ancora l'impressione che qualcosi manchi e che la preparazione al season finale sia solo un mero esercizio di stile, piuttosto che un vero e proprio racconto al cardiopalma. Di certo non manca l'azione – Starling City è sotto attacco, i muri crollano, le persone si feriscono – ma è come se mancasse il filo conduttore. Quell'elemento, cioè, capace di rendere questa miscellanea di elementi una vera e propria bomba ad orologeria. Tra i tanti eventi messi in scena di sicuro va citato l'incontro tra Thea e il suo padre biologico Malcom Merlyn, oltre che il ritorno di Black Canary, alias Sarah, che si vede dare anche la benedizione da parte di Laurel, che in questo episodio appare un po' più attiva. Intanto Sebastian Blood, resosi conto del cuore nero di Slade, cerca di redimersi, affidando la cura ad Arrow; ma i suoi piani si scontrano con la ferma volontà di Deathstroke di ottenere tutto quello che vuole. Così, mentre Starling City è a un passo dal crollo, Oliver Queen è costretto a fare i conti con se stesso e con le proprie debolezze. Sarà solo grazie all'aiuto di una Felicity più che mai versione fangirl che l'uomo riuscirà a ritrovare la propria forza di spirito.

Sull'isola

Per tutta la prima stagione di Arrow, e per buona parte della seconda, gli inserti sull'isola hanno rappresentato un vero e proprio motore trainante per Arrow che spesso rischiava di annoiare tra i grattacieli di Starling City. Così lo spettatore era quasi sempre spinto ad attendere l'arrivo dell'isola di lostiana memoria, per cercare di rimettere insieme i pezzi di un puzzle sempre più ampio e sempre più complicato. Lo stesso puzzle che adesso sembra perdere i propri pezzi, mettendo in scena situazioni e azioni al limite del non-sense. Sappiamo che ci stiamo avvicinando al momento in cui Sarah sarà creduta morta e in cui Oliver cercherà vendetta (lui!) su Slade lanciandogli contro la freccia che priverà il nemico dell'occhio. In tutto, sull'isola, sono passati due anni ed è già successo di tutto. Domandarci che cos'altro ci attenderà nel futuro prossimo venturo è lecito; ma per il momento tutto quello che vediamo è l'incapacità che ha Oliver di ferire/uccidere Slade Wilson, che continua a considerare un amico, l'alleato che reso più facile e più sopportabile la sua prigionia sull'isola. Questo probabilmente anche a causa dei sensi di colpa che Oliver continua a trascinarsi dietro per tutta la storia legata a Shado. Storia, questa, che sta diventando quasi un elemento riempitivo; viene tirata in ballo ogni volta che la trama sembra vacillare, come se gli sceneggiatori non sapessero bene come districarsi dalla propria matassa narrativa. Va detto, tuttavia, che queso sentimentalismo di Oliver è molto verosimile e in linea con il suo personaggio. Slade è stato un compagno, un alleato, un complice. Ha sempre trattato il ragazzo con gentilezza e con pazienza, finendo anche con il sacrificare il proprio cuore spezzato per questo rampollo dell'alta società. Slade ha sacrificato la propria possibilità di essere felice per questo ragazzo, per il kid al quale ha insegnato tanto. Perciò è umanamente comprensibile che Oliver abbia dei dubbi su come procedere. Ad ogni modo, in Streets of Fire si ha anche l'occasione per spiegare perchè Oliver parli russo e perchè abbia a che fare con la mafia russa. E' stato un collegamento ben fatto, che sottolinea la voglia – sebbene non continuativa – di non lasciare mai nessun buco narrativo.

La cura

Streets of Fire, però, è anche l'episodio sulla cura, questo fantomatico antidoto che avrebbe potuto risparmiare a Starling City un sacco di problemi se solo la si fosse nominata con un po' di anticipo. Abbiamo a lungo pensato che la cura potesse venire utilizzata da Oliver per frenare Slade e renderlo più vulnerabile. Perchè, a dirla tutta, il Deathstroke interpretato sempre più magistralmente dal fantastico Manu Bennett – che si presenta in una forma fisica veramente eccezionale – sembra davvero difficile da sconfiggere senza l'aiuto di questa nuova scienza. La cura, inoltre, permette anche di mettere in evidenza l'idiozia che spesso accompagna molti personaggi. Nel gioco prolungato del Chi ha la cura? ad emergere è una sorta di stupida ingenuità del personaggio di Sebastian Blood che, dopo aver venduto la propria anima al demonio Deathstroke, si mostra sorpreso nell'apprendere che l'uomo che ha davanti è un uomo "malvagio", non disposto a tenere fede alla parola data. Slade Wilson, al contrario, si mostra perfettamente coerente, in linea con se stesso: volto cioè a mantenere l'unica promessa che conti: togliere ogni cosa ad Oliver Queen, senza fermarsi finchè l'uomo non avrà detto addio alla cosa a cui tiene di più. Sono molte le congetture che ruotano intorno a questo qualcosa che rappresenterebbe il "grande amore" di Oliver. Sebbene molti spingano a dire che si tratta di Sarah – che è anche colpevole di essere sopravvissuta quando Shado è morta – a noi piace pensare che la cosa a cui Slade si riferisca sia proprio Starling City, la città che Oliver ha cercato di proteggere ad ogni costo. Una scelta del genere, oltretutto, metterebbe anche in evidenza i molteplici limiti del supereroe, che non solo non sa proteggere chi ama, ma non riesce nemmeno a tenere fede ai propri principi. Una vendetta, questa, che sembra perfettamente in linea con l'elegante strategia perpetuata da Slade.

Cosa ci è piaciuto:

&bull, L'interpretazione di Manu Bennett del crudele ma affascinante Slade Wilson.
&bull, La scena in cui Manu Bennett parla di Roma. Ogni riferimento a Spartacus e a Crisso ci fa sempre commuovere.

Cosa non ci è piaciuto:

&bull, L'aver ridotto Felicity ad una sciocca fangirl.
 

Valutazione di Erika Pomella: 7 su 10
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