Locandina 50 – Santarcangelo Festival

50 - Santarcangelo Festival (2020)

50 - Santarcangelo Festival
Locandina 50 - Santarcangelo Festival
50 - Santarcangelo Festival è un film del 2020 prodotto in Italia, di genere Documentario diretto da Michele Mellara, Alessandro Rossi. Il film dura circa 76 minuti.

Il racconto della più longeva manifestazione italiana -il Santarcangelo Festival- dedicata alle arti della scena contemporanea, attraverso la voce dei suoi direttori artistici e dei tanti spettacoli che si sono avvicendati nelle diverse edizioni.

Quando il Cinema racconta il Teatro. Questo quanto accade nel documentario 50 – Santarcangelo Festival, il racconto della più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea, attraverso la voce dei suoi direttori artistici e dei tanti spettacoli che si sono avvicendati nelle diverse edizioni.

Centinaia di spettacoli, compagnie, parole, incontri, passioni, delusioni, tempeste. Dal teatro politico/popolare dei primi anni '70 al teatro delle compagnie e al Terzo Teatro degli anni '80, dal teatro dell'attore al teatro della performance, e infine al Festival senza teatro: il festival delle arti. Santarcangelo Festival è uno specchio fedele delle tendenze dell'arte performativa del nostro paese e del loro cambiamento, è un pezzo significativo della nostra storia, artistica, politica e sociale.

Attraverso materiali d'archivio e la voce di direttori artistici, attori, critici e pubblico, 50 – Santarcangelo Festival – diretto da Michele Mellara e Alessandro Rossi, prodotto da Mammut Film in collaborazione con Santarcangelo Festival e Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, e con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, del Comune di Santarcangelo e MIBACT  – racconta l'esperienza santarcangiolese e una parte fondamentale della storia del teatro italiano degli ultimi cinquant'anni, intrecciando le dinamiche teatrali con la storia culturale, sociale e politica dell'Italia.

Presenti i contributi delle diverse direzioni artistiche che si sono succedute nella conduzione del festival, dal teatro politico degli anni '70 con Piero Patino, primo direttore di Santarcangelo, alla svolta radicale impressa da Roberto Bacci con il teatro di gruppo o il Terzo Teatro, dalle edizioni a fine anni '80 legate al teatro indipendente di Antonio Attisani, al teatro d'attore di Leo De Berardinis, fino ad arrivare a Silvio Castiglioni in co direzione con Massimo Marino, e al teatro contemporaneo, il teatro che si trasforma in performance, il teatro come arte della scena in senso lato, installazione acustico visiva. In questo spazio danno segno della loro esistenza artisti e gruppi di notevole importanza; tra questi Motus, Societas Raffaello Sanzio, Kinkaleri, Teatro delle Albe, Teatro Valdoca, Teatri Uniti e Virgilio Sieni.

Le voci dei protagonisti d'allora sono tratte da vari repertori d'epoca, tra cui l'archivio della Cineteca di Bologna, Rai Teche, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, gli archivi di Santarcangelo Festival, l'archivio di Mario Martone, del Teatro Valdoca, e tanti altri. Ne risulta un collage creativo di immagini e musica, di suoni e parole poetiche, di volti e brevi racconti del quotidiano, che nell'insieme restituiscono quello che il festival ha lasciato nell'immaginario visivo degli ultimi 50 anni. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita in Italia: 1 Aprile in Digitale su #IoRestoInSala e IWonderFull
Genere: Documentario
Nazione: Italia - 2020
Durata: 76 minuti
Formato: Colore, DCP
Produzione: Mammut Film, Santarcangelo Festival (in collaborazione con), Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia (in collaborazione con), Regione Emilia-Romagna (con il sostegno di), Comune di Santarcangelo di Romagna (con il sostegno di), MIBACT (con il sostegno di)
Distribuzione: I Wonder Pictures
Note:
Il film ha debuttato a 'Le giornate degli autori' del Festival di Venezia nel 2020.

Cast e personaggi

Regia: Michele Mellara, Alessandro Rossi
Musiche: Giuseppe Tranquillino Minerva
Montaggio: Mattia Biancucci



Produttori:
Ilaria Malagutti (Produttore per Mammut film)


Fotografia ed effetti materici: Marco Mensa | Montaggio e montaggio del suono: Mattia Biancucci | Operatori: Marco Mensa, Michele Mellara, Anthony Cavarretta | Suono di presa diretta: Alessandro Rossi | Ricerche d'archivio: Irene Gallina | Edizione: Matilde Pieraccini | Grafiche e animazioni: Ameleto Cascio per Bloomik | Mix: Alessandro Saviozzi Studio Arkì | Color correction: Marco Mensa | Con le testimonianze di: Roberto Naccari, Rita Giannini, Giovanni Razzani, Teresa Chiauzzi, Natalino Cappelli, Roberto Bacci, Antonio Attisani, Elio De Capitani, Ferruccio Merisi, Claudio Morganti, Silvio Castiglioni, Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Enrico Casagrande, Daniela Nicolò, Mariangela Gualtieri, Cesare Ronconi, Silvia Bottiroli, Fabio Bruschi | E con: Piero Patino, Wojciech Krukowski, Massimo Marino, Leo De Berardinis, Eva Neklyaeva, Lisa Gilardino, Chiara Guidi | Letture: Luigi Dadina legge 'La belèzza' di Tonino Guerra; Marco Martinelli legge 'Dialogo tra arte e Stato' di Vladimir Majakovskij; Mariangela Gualtieri legge la sua poesia 'Bello mondo' | Compagnie, Gruppi e Artisti presenti nel documentario: Akademia Ruchu, Folkloru Lublin, Roy Boisier, Teatro Laboratorio di Pontedera, Teatro Tascabile di Bergamo, Teatro di Ventura, Les Gestes, Sonia Brunelli, NicoNote, Chiara Guidi, Masque teatro, Felix Thorn, Teatro delle Moire, Filippo Timi, CollettivO CineticO, Enrico Malatesta, Silvano Voltolina, street art project, Antonia Baehr, Roberto Latini, Oriza Hirata, Fiorenza Menni, Aidoru, ZimmerFrei, Kornél Mundruczò, Other Spaces, Zapruder filmmakersgroup, Pathosformel, Art you lost?, Sacchi di sabbia, Gertjan Van Gennip, Markus Ohrn/Azdora, Compagnia Stabile del Festival, Teatro Guerriglia – Grecia Libera, Ula Sickle, Dario Fo, Els Comediants, Sanjukta Panighrai, Alessandro Sciarroni, Teatro Valdoca, Luigi Dadina, Silvia Gribaudi, Amorevole Compagnia Pneumatica, Teatro Sotterraneo, Teatro Potlach, Mutoid Waste Company, Leo Bassi, Monaci Tibetani, Isola Posse All Stars, Enzo Moscato, Societas Raffaello Sanzio, Leo de Berardinis, Teatri Uniti, Toni Servillo, Iaia Forte, Andrea Renzi, Mimmo Cuticchio, Teatro delle Albe, Libera Mente – Crest, Agar, Motus, Virgilio Sieni, Ascanio Celestini, Kuniaki, Roberto Castello, Silvia Calderoni, Ilenia Caleo, Dragon, Tamara Cubas, Merman Blix, Sacchi di Sabbia, Teatro delle Briciole, Kinkaleri, Fanny and Alexander, Laboratorio Hamelin, Pathosformel, Saltkompaniet, Tartana, Alfonso Santagata, Judith Malina, Krypton, Giacomo Cossio, Paola Bianchi.

Immagini

[Schermo Intero]

Curiosità

Dall'8 al 18 luglio 2021, in scena il terzo e ultimo atto di Santarcangelo Festival 2050, iniziato a luglio 2020 con Futuro Fantastico e proseguito a Dicembre 2020 con Winter is Locking Down. 

Note Regia

"Noi lavoriamo sui collage, sugli accostamenti emotivi, a volte pop a volte classici, di immagini e musica, di suoni e parole poetiche, di volti e brevi racconti del quotidiano. I luoghi parlano assieme alle persone e agli archivi. Santarcangelo Festival è un affresco iniziato 50 anni fa che abbiamo sottoposto a verifica cinematografica in questo suo importante compleanno affinché l'affresco – di una città, di una comunità, di un ideale – continui a vivere negli anni. Il teatro è il demone sepolto di ogni civiltà. Il documentario intreccia più trame, cresce attraverso un coro di voci. In primo luogo i direttori che rileggono loro stessi, le loro scelte, i loro dissidi con l'organizzazione del festival. Le voci dei direttori si confondono con i suoni degli spettacoli, con frammenti di memoria oggettiva (poster, fotografie, cataloghi). Poi ci sono quelli che sono sempre rimasti, che hanno visto il festival cambiare pelle e lo hanno aiutato nella "muta". Sono i dirigenti, gli amministratori, che abbiamo riunito in un luogo simbolo del festival, il Ristorante Zaghini, e che, come un piccolo e divertito coro teatrale, raccontano le peripezie, gli sbandamenti e le grandi invenzioni delle varie edizioni del festival. Ci sono poi le nostre riprese del paese dormiente durante il letargo invernale in attesa che il festival si compia, e delle grotte della memoria sulle quali pareti esplodono visioni teatrali del passato più prossimo. Ma il documentario vive anche grazie ai colori dei mille spettacoli che si rianimano nei repertori filmici e video. L'archivio va maneggiato con cura. Ci si avvicina sempre con una certa prudenza e, immediatamente, si è colti da una serie di domande che determineranno, almeno in parte, il rapporto creativo che si verrà a creare con i materiali girati da altri. Una delle prime domande che affiora sempre è la seguente: chi l'avrà girato? A volte ci si imbatte in registi noti, ma molto più spesso i registi – o in molti casi i cineamatori – rimangono figure misteriose, delle quali è quasi impossibile sapere alcunché; biografia e provenienza sono incerti, ciò che si sa di loro passa attraverso le loro immagini. La pasta filmica, il supporto usato – videocamera, cinepresa, super otto, macchina fotografica digitale – già determina il perimetro del visivo, una forma che diviene contenuto nella qualità di ciò che si è filmato: pixel che compongono il frame, grana della pellicola, righe e sganci dei supporti analogici, luminosità e nitidezza del digitale più recente. Qualità visiva in relazione al supporto quindi. Poi il soggetto. Chi o cosa è stato ripreso. Ci sono materiali in grado di mettere in scena un "interesse" forte del regista, ed altri che invece sono solo di servizio, telecronache senza sensibilità o conoscenza del soggetto ripreso. Forma e contenuto si sposano. Matrimoni riusciti, a volte, altre molto meno. Il gioco è quindi caratterizzato da un dialogo tra chi guarda oggi e chi filmò e montò in passato. Da questo dialogo – emotivo e intellettuale insieme – il ricercatore-regista, come un chimico in laboratorio, dovrà distillare le composizioni alchemiche necessarie al suo racconto. Sarà quindi necessario porsi altre domande: Come usare questo materiale? E' lecito rimontarlo? Devo attenermi alla fonte documentale così come mi si presenta oggi o posso invece, avendone interpretato l'essenza, la motivazione, rimontarla, rimetterci le mani, impastarla con altro? A queste domande ne seguiranno altre, di carattere formale e contenutistico e non finiranno mai di perseguitare il ricercatore-regista fino alla fine del suo lavoro, e probabilmente anche dopo. Raccontare a partire da una mole eterogenea di materiali d'archivio cinquant'anni di storia del Santarcangelo Festival e, con esso, oltre che una parte della storia del teatro italiano, anche un pezzo di storia sociale, culturale e politica del nostro paese, ha richiesto un'interpretazione polifonica del visivo del passato. "

Gli archivi

50 – Santarcangelo Festival è un documentario d'archivio quasi interamente composto da immagini di repertorio in larghissima parte inedite. Sono immagini affiorate nel corso di una attenta e complessa ricerca negli archivi del festival, della biblioteca di Santarcangelo, nei repertori di registi e operatori che negli anni hanno seguito il festival.
A questi archivi, che già costituiscono una base di grande originalità e forza evocativa, si sono aggiunti filmati e servizi giornalistici ritrovati nella Cineteca di Bologna e nelle Teche Rai, Infine i super8 e i 16mm di Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia fanno emergere la società che negli anni Settanta e Ottanta frequentava il Festival.
Fra questi vasti e diversificati materiali spiccano i due volumi degli Appunti da Santarcangelo filmati a metà degli anni Novanta da Mario Martone (che ci ha gentilmente concesso il loro utilizzo). Sono frammenti di spettacoli raccontati con l'acutezza e la sensibilità di un uomo di teatro. Mostrano con immediatezza ed efficacia visiva una stagione intensa di teatro dell'attore che portò alla ribalta artisti di grande valore quali Toni Servillo, Iaia Forte, Andrea Renzi, Enzo Moscato, Claudio Morganti, Alfonso Santagata e naturalmente Leo De Berardinis che in quegli stessi anni diresse il Festival e che invitò Martone a filmarlo.
Gli anni '70 sono invece raccontati da due grandi documentaristi italiani. La prima stagione del festival, quella del pionieristico Piero Patino, è contenuta nello splendido Teatro in piazza realizzato nel 1972 da Giuseppe Ferrara con l'intenso bianco e nero di Luciano Tovoli. È un documento recuperato presso la Cineteca di Bologna e mette in relazione il Festival ai suoi albori con la grande tradizione del teatro in piazza e del teatro politico e di agit-prop. L'altro documentario è Invasione del teatro di Carlo di Carlo (1979) che con l'aiuto e la guida di Tonino Guerra compì una lucida ricognizione per immagini nella fase del grande cambiamento del festival quando, sotto la guida di Roberto Bacci, diventava punto di riferimento internazionale per il Terzo Teatro e modello innovativo

della "forma festival". Gli anni più recenti sono invece affidati allo sguardo di un gruppo di giovani filmmaker, i Lele Marcojanni, che da dieci anni riprendono gli spettacoli e le performance del festival. Abbiamo dialogato con tutti questi archivi interpretandoli sempre e comunque come un materiale vivo e vegeto e non come un rimasuglio polveroso del passato. Il risultato è un percorso emozionale, coinvolgente, in grado di far riflettere sulla necessità della pratica teatrale in qualunque paese voglia dirsi civile.

Gli autori, Michele Mellara e Alessandro Rossi

Lavorano insieme da circa vent'anni. "Fortezza Bastiani" è il loro lungometraggio d'esordio (Premio Solinas miglior sceneggiatura; Candidato miglior esordio alla regia David di Donatello). Hanno realizzato documentari sui grandi temi del diritto alla salute ("Le vie dei farmaci"; "Vivere, che rischio"), della globalizzazione ("God save the green"; "I'm in love with my car"), della vita politica italiana ("La febbre del fare"). I loro film sono stati proiettati e trasmessi in tutto il mondo ricevendo numerosi premi e alimentando partecipate discussioni. Nel 2017 il Biografilm gli ha dedicato un omaggio. 

Filmografia

Musica da lettura– 2021
Film musicale con e su Paolo Fresu per il suo sessantesimo compleanno girato nella splendida cornice della Biblioteca storica dell'Archiginnasio di Bologna. Trasmesso da Rai5; Rai play; YouTube (canale ufficiale dedicato a Paolo Fresu)

Vivere che rischio (Life is deadly) – 2019
Audience Award- Storie italiane -Biografilm Festival 2019; Premio AAMOD Miglior documentario Festival SiciliAmbiente 2019; Premio Cinema del Reale, 2019

L'incontro(The Match) – 2017
Vincitore del premio "Migrarti" indetto dal MIBAC 74ma Mostra del Cinema di Venezia – concorso Migrarti 2017; Premio Miglior Film al Matera Sport Film Festival 2017 

I'm in love with my car – 2017
evento speciale al Biografilm 2017

Pascoliana – 2014

God save the green – 2012
Premio Miglior documentario concorso internazionale Environmental Film Festival, Albania 2015; Premio Cinema del reale, Specchia (LE) 2014; Miglior documentario, Costa Rica International Film Festival 2013; 2013; Premio Parco Colli Euganei, Euganea Festival 2013; Premio Skylogic Giornate Europee dell'audiovisivo, Torino 2009

Morris' Bag – 2012

La febbre del Fare, Bologna 1945-1980 (Work Fever, Bologna 1945-1980) – 2010
Premio Speciale della Giuria al Festival International de cinema de arquivo, Rio de Janeiro 2011; Evento Speciale Sotto le stelle del cinema – Piazza Maggiore Bologna 2010

Le vie dei farmaci (Health for sale) – 2007
Miglior Documentario Italiano Torino CinemAmbiente 2007

Un metro sotto i pesci (One meter below the fish) – 2006
XXIV Bellaria – Anteprima Docfestival 2006 – Premi Velambiente e Avanti; Torino Cineambiente 2006 – Menzione speciale sezione documentari italiani; Premio Miglior Fotografia al Sole e Luna Doc Festival (Palermo) 2008; Nomination al Gold Panda Award 2007 Pechino – Cina

Domà, Case a S. Pietroburgo(Domà, Houses in S. Petersburg) – 2003
miglior documentario e premio della critica al Genova Film Festival 2003; miglior documentario e premio come miglior lavoro a Videopolis di Padova 2004; Menzione CinemAmbiente Torino 2003;

Fortezza Bastiani(Fort Bastiani) – 2002
Premio Solinas 1999; Premio Miglior Esordio "Officinema – Visioni italiane" 2002; Nomination ai David di Donatello come miglior esordio 2003 

I loro documentari sono stati trasmessi in tutto il mondo:
RAI 1, RAI 2, RAI 3, Rai 5, RAI Storia, RAI Digital (Italia); Sky Arte (Italia); RTSI (Svizzera Italiana); Current TV (Italia); La 7 (Italia); CBC (Canada); LINKTV (USA); Mac TV (Regno Unito); NZ TV (Nuova Zelanda);  TVO – (Ontario); IRIB (Iran); Spiegel (Germania); TV1 (Francia); Ushuaia (Francia); VPRO (Olanda); LTV (Lettonia); STV – Slovak TV (Slovacchia); SVT (Svezia); UR TV (Svezia); YLE (Finlandia); ERT (Grecia); TVE (Spagna); Against Gravity (Polonia); CTV (Repubblica Ceca); IBA (Israele); Yes Tv (Israele); Tempo TV (Indonesia); CNN Tur (Turchia); Canal Futura (Brasile); Lichtpunt (Belgio); Al Jazeera Middle East TV (Paesi Arabi), PTSF (Taiwan); EBS (Sud Corea).  

La casa di produzione, Mammut Film

È tra le principali società di produzione di documentari dell'Emilia Romagna.
Ilaria Malagutti è la responsabile delle produzioni. Attiva da 15 anni oltre ad avere prodotto i film di Michele Mellara e Alessandro Rossi, ha realizzato anche documentari di altri autori, tra questi: "Kemp. My best dance is yet to come" di Edoardo Gabbriellini; "Sponde. Nel sicuro sole del nord" di Irene Dionisio; "L'Orchestra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart" di Francesco Merini ed Helmut Failoni.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:

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