Un Eroe (2021)

A Hero
Locandina Un Eroe
Un Eroe (A Hero) è un film del 2021 prodotto in Francia, di genere Drammatico diretto da Asghar Farhadi. Il film dura circa 127 minuti. Il cast include Amir Jadidi, Mohsen Tanabandeh, Fereshteh Sadrorafaii, Sahar Goldoust, Maryam Shahdaie, Ali Reza Jahandideh, Ehsan Goodarzi, Sarina Farhadi, Farrokh Nourbakht, Mohammad Aghebati, Saleh Karimai. In Italia, esce al cinema lunedì 3 Gennaio 2022 distribuito da Lucky Red. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 21 Aprile 2022.

Un uomo, imprigionato per debiti, viene rilasciato e scopre che la sua fidanzata ha trovato una borsa piena di soldi, ma decide di non usarla per sanare i suoi debiti. Quando nella sua città si sparge la voce del suo gesto altruistico, l'uomo diventa famoso e i suoi concittadini raccolgono del denaro per aiutarlo a pagare i debiti…

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: lunedì 3 Gennaio 2022
Uscita in Italia: 3 Gennaio 2022 al Cinema; 21 Aprile 2022 in DVD
Genere: Drammatico
Nazione: Francia - 2021
Durata: 127 minuti
Formato: Colore
Produzione: Memento Production, Asghar Farhadi Production
Distribuzione: Lucky Red
In HomeVideo: in DVD da giovedì 21 Aprile 2022 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Asghar Farhadi
Sceneggiatura: Asghar Farhadi
Fotografia: Ali Ghazi
Scenografia: Mehdi Mousavi
Montaggio: Haydeh Safiyari
Costumi: Negar Nemati

Cast Artistico e Ruoli:

Immagini

[Schermo Intero]

Note di regia – Asghar Farhadi

"Mi è capitato spesso di leggere nei giornali storie come questa – dice Farhadi. Storie di persone comuni diventate improvvisamente famose per aver compito un gesto altruistico. Queste vicende hanno tutte qualcosa in comune. Il film non trae spunto da uno specifico fatto di cronaca, ma quando l'ho scritto avevo in mente questo genere di storie".

Intervista ad Asghar Farhadi

Come hai avuto l'idea per A Hero?
Mi è capitato spesso di leggere nei giornali storie come questa. Storie di persone comuni diventate improvvisamente famose per aver compito un gesto altruistico. Queste vicende hanno tutte qualcosa in comune.
A Hero non trae spunto da uno specifico fatto di cronaca ma quando l'ho scritto avevo in mente questo genere di storie.

Perché la storia si svolge a Shiraz?
Il tema del film parla da solo. Ci sono molti reperti antichi a Shiraz, importanti e splendide tracce dell'identità storica dell'Iran. La ragione principale per cui ho scelto questa città è relativa proprio alla specificità della storia e dei suoi personaggi. Un'altra ragione è che volevo allontanarmi dal fermento che c'è a Tehran.

Come hai scritto il film?
All'inizio avevo una vaga idea della storia, grazie agli eventi reali di cui avevo letto. Con il passare degli anni l'idea è diventata più chiara. 
Lavoro sempre nello stesso modo. Lo spunto nasce da un'immagine, una sensazione, una breve trama che si sviluppa nel tempo. Qualche volta l'idea resta lì, in un angolo della mia mente, senza che io sia consapevole del fatto che un giorno si trasformerà in una sceneggiatura. Il tempo è un alleato importante. Alcuni di questi spunti si dissolvono da soli, altri permangono, crescono e ti restano dentro come progetti incompleti che aspettano di essere sviluppati. In quel momento l'idea comincia ad emergere sotto forma di annotazioni sparse. E' poi la volta della fase di ricerca e dei primi schizzi che servono a capire che direzione prendere. Quasi tutte le storie che ho scritto si sono sviluppate così nella mia mente. Non ricordo di aver mai creato una storia completa partendo da un abbozzo e procedendo con un inizio, uno svolgimento e una fine ben definiti.

Conoscevi bene la biografia dei tuoi personaggi?
Le note sparse di cui parlavo si riferiscono soprattutto all'esplorazione del passato dei personaggi.
Questo passaggio, che richiede sempre molto tempo, si riferisce soprattutto ai protagonisti. Per mesi prendo nota su diversi foglietti colorati delle idee relative alla storia che sto scrivendo. Utilizzo un colore specifico per le idee che sono sicuro di voler inserire nella sceneggiatura, un altro per quelle per le quali ho ancora delle incertezze. Molti di questi foglietti non verranno mai utilizzati direttamente per scrivere la sceneggiatura. Non contengono informazioni chiare ma mi aiutano a capire meglio i miei personaggi. Durante la fase della preparazione molti aspetti del passato dei personaggi vengono sviluppati e lasciano tracce più o meno visibili nel film.

Il personaggio di Rahim è abbastanza ambiguo. Penso a quel sorriso che ha sempre stampato sul volto…
Credo che l'approccio realistico del film richiedesse tale complessità per le personalità dei suoi protagonisti. Come nella vita reale, le persone presentano dimensioni diverse e in alcune circostanze alcune di queste prendono il sopravvento diventando più visibili. Si tratta di personalità "grigie", non stereotipate o unidimensionali. Come nella nostra vita di tutti i giorni, le persone reali hanno delle contraddizioni, presentano tendenze in conflitto tra loro e sono internamente tormentate quando devono prendere una decisione. Il sorriso di Rahim fa parte di un insieme di tratti che sono emersi progressivamente durante i mesi di prova che sono serviti a capire come definire il modo di recitare dell'attore che avrebbe dovuto interpretarlo. Si trattava in fondo di conferirgli quell'elemento "grigio" che è fa parte della nostra quotidianità.

Come lavori per le scene di gruppo, soprattutto per le scene in famiglia, che appaiono così naturali?
Molto dipende dalla scrittura. E' un processo inconscio. Accade quando l'intera troupe e il cast sono attenti a fare in modo che ogni dettaglio della scena sia plausibile e autentico, mettendocela tutta per dar vita alla sceneggiatura. Siccome il comportamento dei personaggi e i loro dialoghi non sono irrealistici o basati su cliché, gli attori fanno del loro meglio per evitare di cadere nella trappola della superficialità. Chiaramente esiste il rischio che questo sforzo verso la naturalezza si trasformi esso stesso in artificio. La linea è molto sottile e labile, e bisogna stare attenti a non superarla. La vita di ogni giorno può essere ridondante e noiosa. Come regista devo fare in modo che la tensione verso il realismo, in uno stile semidocumentaristico, non si accompagni alla naturale lentezza della vita quotidiana.

Siavash vive con suo zio e sua zia, Farkhondeh vive con suo fratello: si percepisce una vera solidarietà all'interno di queste famiglie, che qualche volta può trasformarsi in un peso. E' una situazione comune in Iran?
Credo che, come in molti altri Paesi, è così che funziona nelle capitali, o almeno nelle grandi città. Ma altrove la vita quotidiana ha un ritmo più lento, le famiglie non perdono la loro identità, il loro tradizionale stile di vita e queste famiglie così unite sono più diffuse. Le relazioni familiari sono più sviluppate e, nel caso in cui qualcuno si trovasse in una situazione di bisogno, tutti intorno a lui si sentirebbero coinvolti. Io stesso sono cresciuto in questo tipo di ambiente socio-culturale. Venti anni fa la frase "non è un mio problema" non esisteva nella lingua iraniana.
Si tratta di un comportamento importato, che rappresenta un nuovo modello relazionale nella nostra società.
Anche il personaggio di Bahram, l'uomo al quale Rahim deve dei soldi, è molto ambiguo…
Di norma questo personaggio avrebbe dovuto essere il 'cattivo' del film e noi avremmo dovuto avercela con lui per le difficoltà che crea al protagonista. Ma proprio per lo sviluppo dei personaggi di cui parlavo, anche lui ha delle ragioni che lo portano ad agire in quel modo. Quando spiega queste ragioni esse ci sembrano giustificabili e il suo comportamento comprensibile. Forse questa dimensione del personaggio, che lo rende qualcosa di più del mero stereotipo del 'cattivo', ci permette di sentirlo più vicino a noi.

Come in Una separazione, lo sguardo dei bambini è importante…
Ancora una volta in questo film i bambini sono i testimoni. Osservano le difficoltà e i conflitti degli adulti. Non sono in grado di capirne la complessità ed ecco perché, come nei film precedenti, i bambini sono solo testimoni frastornati dagli eventi. La loro percezione delle crisi degli adulti è puramente emotiva. Tuttavia in questo film Nazanin, la figlia di Braham, è più grande degli altri bambini e agisce, facendo qualcosa che renderà la situazione ancora più complicata.

La maggior parte dei personaggi comunica attraverso i social media. In Iran è un fenomeno nuovo e diffuso?
Come ovunque nel mondo, i social media hanno un peso cruciale nella vita della gente in Iran. Si tratta di un fenomeno abbastanza recente ma il suo impatto è tale che è difficile ricordare come fosse la vita prima che facessero la loro comparsa.
La mia personale esperienza mi porta a credere che questo è ancora più ovvio per la società iraniana che altrove. Credo infatti che dipenda dalla situazione socio-politica del Paese.

Alla fine dei tuoi film lo spettatore ha la sensazione di non aver avuto tutte le risposte. Sei uno di quei registi ai quali non piace scegliere?
Come ho detto prima, questa particolarità che accomuna i miei film non è intenzionale. Una certa ambiguità ai limiti del mistero è un elemento che emerge spontaneamente nella fase della scrittura, e devo dire che mi piace. Questo aspetto rende la relazione tra il film e lo spettatore più durevole, oltre il tempo della proiezione. Dà al pubblico la possibilità di riflettere di più sul film. Mi piace sempre molto rivedere Rashōmon, proprio per questa sua dimensione misteriosa. Penso che combinare l'ambiguità con una storia che racconta le vicende quotidiane di persone ordinarie sia una sfida interessante.
Conosci la celebre frase di Jean Renoir: "La cosa più terribile di questo mondo è che ciascuno ha le sue ragioni"? Sembra adattarsi perfettamente ai personaggi di A Hero
Sono assolutamente d'accordo. Ognuno di noi ha le proprie ragioni per agire come agisce, perfino quando non siamo consapevoli di quelle ragioni. Se chiedessimo a chiunque di elencarle non riuscirebbe a farlo. Le ragioni che ci spingono a fare qualcosa non sono sempre chiarissime e facili da sintetizzare. Spesso sono anche contraddittorie. Nella vita reale le persone possono metterci anni a capire le ragioni delle proprie azioni perché sono profondamente incorporate nel loro passato. 
Inoltre vorrei chiarire che non credo che tutte le azioni siano giustificabili. Non si tratta di legittimare, ma di comprendere. Comprendere non vuol dire legittimare. Conoscendo le ragioni che hanno spinto qualcuno ad agire in un certo modo può aiutarci a capire quella persona pur senza prendere le sue parti.


intervista dal pressbook del film

Eventi

• Presentato In concorso alla 74a edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il Gran Premio Speciale della Giuria al festival di Cannes 2021.

• Film scelto per rappresentare ufficialmente l'Iran agli Oscar 2022. 

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Un Eroe disponibile in DVD da giovedì 21 Aprile 2022
info: 3 Gennaio 2022 al Cinema; 21 Aprile 2022 in DVD.


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