Locandina ADHD Rush Hour

ADHD Rush Hour (2012)

ADHD Rush Hour
Locandina ADHD Rush Hour
ADHD Rush Hour è un film del 2012 prodotto in Italia e Germania, di genere Documentario diretto da Stella Savino. Il film dura circa 76 minuti. In Italia, esce al cinema giovedì 26 Giugno 2014 distribuito da Microcinema.

… i vostri figli non stanno fermi, giocherellano con le mani e con i piedi … non riescono a stare seduti sulle loro sedie … corrono, si arrampicano … hanno difficoltà a giocare … si comportano come se fossero azionati da un motore … quando gli si parla sembrano non ascoltare … sono distratti … non riescono a stare in silenzio, parlano troppo! Hanno difficoltà ad aspettare il proprio turno … sparano le risposte prima che sia terminata la domanda … interrompono o si intromettono nelle comunicazioni con gli altri … ATTENZIONE! anche solo sei di queste espressioni comportamentali e, probabilmente, qualcuno un giorno vi dirà che vostro figlio soffre di ADHD – DEFICIT DELL'ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ, una anormalità neuro-chimica geneticamente determinata. A seconda del Paese in cui vivete, che voi siate in America, Germania, Francia o Italia, vi sarà offerta, con più o meno facilità, la soluzione ai vostri problemi: una pasticca di metilfenidato o di atomoxetina. Se la vostra vita fosse un film a questo punto premeremmo il tasto "pausa" sul telecomando, perché la realtà che state vivendo è molto più complessa di quanto vi hanno raccontato. La comunità scientifica dibatte e si divide da più di 50 anni su cosa sia l'ADHD veramente. La vostra diagnosi dipenderà dunque esclusivamente dal medico che incontrerete sulla vostra strada. Di certo c'è che i test di laboratorio e i criteri utilizzati per la diagnosi sono limitati e la cura farmacologica non è senza conseguenze: l'atomexina produce allucinazioni, gravi danni epatici e tendenze suicide, e il metilfenidato è un'anfetamina, classificata dalla DEA (Drug Enforcement Administration) nello stesso gruppo dei narcotici, insieme con l'eroina, la morfina e la cocaina. L'ONU parla di emergenza sanitaria, denuncia e lancia l'allarme ADHD " il Consiglio invita le nazioni a valutare la possibile sovrastima dell'ADHD e frenino l'uso eccessivo del metilfenidato (Ritalin). Negli Stati Uniti è stata diagnosticata l'ADHD nei bambini di appena 1 anno". In un viaggio tra Europa e Stati Uniti d'America, tra laboratori di genetica e di Brain Imaging, aule universitarie e scuole elementari, il dibattito scientifico prende corpo, intrecciandosi e alternandosi alle voci dei protagonisti, bambini e adolescenti, e dei loro genitori. 

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 26 Giugno 2014
Uscita in Italia: 26/06/2014
Genere: Documentario
Nazione: Italia, Germania - 2012
Durata: 76 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: Microcinema

Cast e personaggi

Regia: Stella Savino

Immagini

[Schermo Intero]

Armando, 19 anni, vive a Roma dove frequenta ancora il terzo anno delle superiori. Gli è stato diagnosticato l'ADHD all'età di 10 anni. Sono 9 anni che è in cura farmacologica. "Sono stato dal medico due volte, forse tre … in effetti la terza non la ricordo … non so nemmeno se c'è stata una terza volta". Il racconto che Armando fa della sua percezione della malattia è freddo, a tratti confuso. Colpiscono la sua lucidità sugli effetti collaterali della terapia, il più tragico dei quali è lo sdoppiamento della personalità: "solo questo è il problema, che ti si creino due personalità …". La sua visione del mondo è ristretta all'universo scolastico, all'ossessione della performance a cui l'assunzione del farmaco è strettamente legata: "interrompo nei weekend e d'estate quando la scuola non c'è …". Il suo racconto si alterna a quello della madre, una donna forte e intelligente che rivendica il senso di ogni sua scelta. Armando non ha mai fatto terapie comportamentali o psichiatriche. Sua madre crede che la psicoterapia faccia più danni del farmaco e che "la psicoanalisi scavi cose che se la mente dimentica vuol dire che deve dimenticare".

Zache vive a Miami, ha dieci anni e frequenta il quinto anno delle elementari. Ha ricevuto la sua diagnosi di ADHD al primo anno di asilo. Da allora è sempre stato sotto farmaci. Nel corso degli anni ha sperimentato quasi tutti i farmaci indicati per il trattamento dell'ADHD. Il suo problema è che li metabolizza troppo velocemente e dopo poche settimane gli effetti collaterali diventano insostenibili. La sua storia è raccontata dalla madre Traceye, fragile e tenera, ma anche estremamente lucida nella sua descrizione della malattia e di quanto sia violenta la pressione da parte della società e della scuola in particolare. "Se non siete in grado di controllarlo allora dovete portarlo in un'altra scuola", le è stato detto quando Zache aveva solo 3 anni. Ma Traceye non è arrabbiata con il sistema scolastico, non si sente abusata nei suoi diritti di genitore "l'impressione è che loro vogliano tenerli sotto controllo, qualunque cosa significhi tenerli sotto controllo … ma è normale, hanno così tanti bambini!". E ancora per Traceye l'ADHD è un dono così speciale che "se esistesse una pillola in grado di trasformare Zache in un bambino normale, uguale agli altri? non gliela darei… che cosa sarebbe successo ad Einstein se sua mamma gli avesse dato una pasticca e lui si fosse concentrato su una sola cosa alla volta?".

Lindsay è nata nell'Iowa ma vive a New York, ha 25 anni, è laureata e ha ricevuto la sua prima diagnosi di ADD (attention deficit disorder) all'età di 21 anni, già adulta. Lindsay è il volto di un nuovo fenomeno in rapida espansione: la diagnosi di ADHD o ADD, da sempre definita nel DSM (manuale diagnostico disordini psichiatrici) come un disturbo dell'età evolutiva, colpisce oggi anche gli adulti. Si tratta di un fenomeno in rapidissima espansione che ha allargato il mercato delle case farmaceutiche in modo esponenziale. Anche Lindsay segue solo la terapia farmacologica. Le piacerebbe avere accesso ad altre terapie come quelle comportamentali, ma la sua copertura assicurativa non glielo consente.

Points points points …
Che cos'è un STP ovvero tre parole magiche: regole, valutazioni e premi. STP sta per Summer Treatment Program. È un campo estivo per bambini ADHD. Il programma, della durata di due mesi, prevede lezioni in classe, attività sportive e ricreative, e ha la finalità di insegnare ai bambini affetti da ADHD a migliorare le loro capacità di attenzione e di concentrazione, a socializzare con i loro compagni e far loro il concetto di regola considerato essenziale per la sopravvivenza all'interno del sistema scolastico, familiare, affettivo, in una parola, sociale. C'è una regola per tutto! Il professor Pelham, di cui seguiamo una lezione universitaria, è il direttore dell'STP, ma lui non interagisce mai direttamente con i bambini.
Per questo esiste uno staff apposito di operatori, il cui compito principale è quello di monitorare le attività attraverso un sistema di punteggio molto severo. I bambini perdono o guadagnano punti in tutte le attività del campo, che sia una lezione di matematica o una partita di basket, che sia l'ora di ricreazione come quella di arte. Si possono perdere punti perché non si ha la pazienza di aspettare il proprio turno o perché non si presta abbastanza attenzione, ma anche quando una matita cade dal banco, perché questo significa che non si è prestata abbastanza cura al proprio materiale didattico! Alla fine della settimana sommando tutti i punti si capirà se c'è stato o meno un miglioramento e chi avrà accumulato più punti avrà anche diritto alla ricompensa. Questo sistema di gratificazione o di punizione dovrebbe alla lunga sedimentarsi nella psiche del bambino al punto da portarlo a modificare il proprio comportamento.

La Svezia – una brutta storia
In Svezia la ricerca scientifica è stata trascinata in un'aula di tribunale. Tutto ha inizio nel lontano 2002 quando il dottor Leif Elinder, di ritorno dalla Nuova Zelanda, dove per anni ha lavorato come pediatra specializzato in bambini con problemi di comportamento, si imbatte in un articolo di giornale molto allarmante. L'articolo annuncia che più del 10% dei bambini svedesi soffre di ADHD, che il difetto è genetico ed ereditario e che l'unica cura indicata è quella farmacologica. Si tratta di un dato inquietante! Ma è il frutto di una ricerca, durata anni, condotta dall'università di Goteborg e dall'esimio e illustrissimo professor Cristopher Gillberg, una delle massime autorità in materia di ADHD. Elinder conosce bene il disturbo e lui stesso per anni ha prescritto il Ritalin per la cura dell'ADHD, ma poi gli effetti collaterali lo avevano portato a dubitare dell'efficacia di questo tipo di trattamento. Elinder chiede di poter avere accesso ai dati della ricerca. Nel frattempo in un'altra città della Svezia, a Malmo, qualcun altro stava avanzando la stessa richiesta: Eva Karvfe, una sociologa e docente universitaria. Entrambe le richieste vengono rigettate.
L'università e i suoi ricercatori rifiutano di rendere pubblici i dati dello studio adducendo come scusa la tutela della privacy dei pazienti! Ma né Elinder né la Karvfe avevano alcun interesse nel conoscere i nomi dei pazienti, la loro richiesta si limita a un interesse scientifico. Elinder e la Karvfe decidono di unire le forze e di andare fino in fondo alla questione: si rivolgono al tribunale. Dopo anni di battaglie legali e di campagne diffamatorie e intimidatorie, dopo ben tre processi (tutti vinti da Elinder e Karvfe), finalmente la corte intima all'università di rendere consultabili i dati. È a questo punto che si consuma l'ultimo atto di questa vicenda degna di una spy story: il team di Gillberg, messo alle strette, distrugge il materiale della ricerca passandolo al trita carte durante un caldo weekend d'estate. Resta aperta la domanda del perché non si volessero dare ad altri ricercatori la possibilità di consultare e di contestare una ricerca scientifica che aveva come unico scopo quello di convalidare il trattamento farmacologico nella cura dell'ADHD. La vicenda mette in discussione i codici della deontologia professionale e getta un velo nero sulla trasparenza della ricerca scientifica, particolarmente grave nella misura in cui gli studi riguardavano dei minori. Il dottor Gillberg viene giudicato colpevole per abuso in atti d'ufficio e condannato a pagare 4000 euro; i tre colleghi di Gillberg vengono condannati per omissione e soppressione di atti d'ufficio; il vice rettore viene condannato a pagare 3500 euro per abuso in atti d'ufficio. Dopo soli due anni lo stesso Gillberg viene insignito di una medaglia d'oro dal re di Svezia!

I luoghi della ricerca
All'interno di un'aula universitaria di Roma, un professore di Storia della Medicina e Bioetica, Stefano Canali, sta tenendo una lezione di Storia delle Neuroscienze: la cultura e la storia delle sostanze psicoattive; il funzionamento del cervello; gli effetti e i meccanismi d'azione e la maniera in cui i fattori psicologici e sociali modulano i loro effetti e le loro conseguenze sull'organismo e sulla mente. Nei laboratori del Brookheaven laboratory, alcuni ricercatori di fama mondiale, come Gene Jack Wang (tra i massimi esperti di Brain Imaging a livello mondiale), stanno svolgendo uno studio comparato sugli effetti di alcune sostanze psicotrope usate nella cura dell'ADHD.
Nei laboratori dell'Image Project, con sede nel King's College di Londra, è in atto un importantissimo studio di genetica in cui il DNA di circa 900 famiglie viene conservato, studiato e analizzato allo scopo di trovare la prova concreta dell'ereditarietà genetica nell'ADHD.

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