Poster Alfredino – Una storia italiana

Alfredino - Una storia italiana (2021)

Alfredino - Una storia italiana
Locandina Alfredino - Una storia italiana
Alfredino - Una storia italiana è un film del 2021 prodotto in Italia, di genere Drammatico diretto da Marco Pontecorvo. Il film dura circa 160 minuti. Il cast include Kim Cherubini, Anna Foglietta, Francesco Acquaroli, Vinicio Marchioni, Luca Angeletti, Beniamino Marcone, Giacomo Ferrara, Valentina Romani, Daniele La Leggia, Daniele Mariani, Emiliano Coltorti, Massimiliano Franciosa. Disponibile in homevideo in Digitale da lunedì 21 Giugno 2021.

Vermicino, 1981: i soccorsi al piccolo Alfredo, caduto in un pozzo, tengono l'Italia con il fiato sospeso.

Parte 1: Vermicino, estate 1981: Franca e Ferdinando Rampi trascorrono qualche giorno di vacanza in campagna con i figli quando il primogenito (Alfredo, 6 anni) scompare. Poco dopo, la Polizia scopre che il bambino è caduto in un pozzo artesiano nei dintorni. Il budello è così stretto che i primi tentativi di salvataggio si rivelano infruttuosi anche per due giovani speleologi, Tullio Bernabei (Daniele La Leggia) e Maurizio Monteleone (Giacomo Ferrara), sopraggiunti sul posto.

Parte 2: Il caso di Vermicino arriva nelle TV degli italiani con il TG delle 13: è l'inizio di una tempesta mediatica che travolgerà la zona dei soccorsi. Nel frattempo, il Comandante dei Vigili del fuoco di Roma, Elveno Pastorelli (Francesco Acquaroli), vuole scavare un pozzo parallelo a quello in cui si trova il bambino, mentre gli speleologi avanzano obiezioni sul terreno sottostante, troppo duro da perforare. Il tempo stringe, la strategia sbagliata comprometterebbe le possibilità di salvare Alfredo. 

Parte 3: I Rampi, stremati, non riescono più a tranquillizzare Alfredo. In loro aiuto, accorre Nando Broglio (Vinicio Marchioni), vigile del fuoco e padre di famiglia che trova il modo giusto di parlare con il bambino. Intanto, i pompieri sembrano sul punto di raggiungere Alfredo per poi scoprire che il bambino è scivolato molto più giù del previsto. Ricomincia la processione di volontari da mandare nel pozzo, guidata dagli speleologi. Nel caos più totale, arriva il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Parte 4: I tentativi per salvare Alfredo non portano l'esito sperato. Dopo tre giorni di lotta, viene annunciata la morte del bambino in diretta TV. La tragedia cambia la vita di tutti i personaggi coinvolti. I Rampi, perseguitati dai media, si rifugiano in Abruzzo, ospiti di una colonia estiva gestita dall'azienda per cui lavora Ferdinando. Qui, conoscono due psicologi, Rita Di Iorio (Gelsomina Pascucci) e Daniele Biondo (Daniele Rienzo) che li aiuteranno a dare forma al Centro Alfredo Rampi.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita in Italia: 21 e 28 Giugno 2021 su Sky e NOW
Genere: Drammatico
Nazione: Italia - 2021
Durata: 160 minuti
Formato: Colore
Produzione: Sky, Lotus Production
In HomeVideo: in Digitale da lunedì 21 Giugno 2021

Cast e personaggi

Regia: Marco Pontecorvo
Sceneggiatura: Barbara Petronio, Francesco Balletta
Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
Fotografia: Vincenzo Carpineta
Scenografia: Stefano Giambanco, Diego Riccioni, Antonella Vilella, Priscilla Rossi
Costumi: Daniela Ciancio

Cast Artistico e Ruoli:
foto Kim Cherubini

Kim Cherubini

Alfredino
foto Anna Foglietta

Anna Foglietta

Franca Rampi
foto Francesco Acquaroli

Francesco Acquaroli

Elveno Pastorelli
foto Vinicio Marchioni

Vinicio Marchioni

Nando Broglio
foto Luca Angeletti

Luca Angeletti

Ferdinando Rampi
foto Beniamino Marcone

Beniamino Marcone

Marco Faggioli
foto Giacomo Ferrara

Giacomo Ferrara

Maurizio Monteleone
foto Valentina Romani

Valentina Romani

Laura Bortolani
foto Daniele La Leggia

Daniele La Leggia

Tullio Bernabei
foto Daniele Mariani

Daniele Mariani

Piero Moscardini
foto Emiliano Coltorti (Jesus Emiliano Coltorti)

Emiliano Coltorti

Francesco Viviano
foto Massimiliano Franciosa

Massimiliano Franciosa

Renato Angelini
foto Claudio Corinaldesi

Claudio Corinaldesi

Giovanni Cortese
foto Riccardo De Filippis

Riccardo De Filippis

Angelo Licheri
foto Eleonora Belcamino

Eleonora Belcamino

Caterina Sorrentino
foto Diego Ribon

Diego Ribon

Evasio Fava
foto Daniele Rienzo

Daniele Rienzo

Daniele Biondo
foto Massimo Dapporto

Massimo Dapporto

Sandro Pertini, Presidente della Repubblica



Produttori:
Marco Belardi (Produttore esecutivo)


Arredatori: Diego Ricci e Antonella Vilella | Art Director: Priscilla Rossi.

I Personaggi Principali

FRANCA RAMPI (Anna Foglietta).
37 anni, casalinga. È la mamma di Alfredino. Bella, volto volitivo, come le donne dell'antica Roma, dai suoi occhi arrivano energia e passione. Una donna capace di provare un dolore sconfinato, trattenendolo dentro di sé, senza cercare compassione. Non urla, non punta il dito a caccia di colpevoli, non si strappa i capelli. Nessuno può raccontare il suo dolore, ma la sua forza sì. La forza di impegnare tutta se stessa nel far nascere, costruire, organizzare l'associazione 'Centro Alfredo Rampi', l'embrione della futura Protezione Civile. MAURIZIO MONTELEONE Giacomo Ferrara 26 anni, speleologo volontario del Club Alpino Italiano. Più rivoluzionario che 'soldato', dimostra coraggio e tecnica nell'affrontare le discese nel pozzo, anche se non vanno a buon fine. Ha la passione del disegno. Logorroico, irriverente e indomabile, non si fa scrupoli a esprimere sempre e comunque la propria opinione, per quanto dura possa essere, anche a costo di entrare in rotta di collisione con chi gli sta intorno.

NANDO BROGLIO (Vinicio Marchioni).
42 anni, caposquadra del distaccamento dei VV.F. Tuscolano II. Si fa sempre in due, letteralmente, avendo un secondo lavoro. Diretto e di gran cuore, brusco nei modi, ma generoso, nonostante la barba da Mangiafuoco, è un ottimo padre, sempre pronto a giocare a indiani e cowboy con i suoi quattro figli. Ed è proprio trattando Alfredino come un figlio che riesce a stabilire con un lui un dialogo fitto, intenso, capace di tenere in vita il bambino ben oltre ogni aspettativa.

MARCO FAGGIOLI (Beniamino Marcone).
30 anni, geometra e parte integrante dei VV.F. di Roma. Coordina i primi tentativi di soccorso a Vermicino. Occhiali da vista, poco avvezzo alla divisa, è un vigile del fuoco atipico. Obbedisce a Pastorelli – è l'unico nel corpo dei VV.F. che gli dà del "tu" – ma nello stesso tempo, con pragmatismo e intelligenza, cerca di mediare con gli speleologi per evitare un inutile scontro di competenze e responsabilità.

ELVENO PASTORELLI (Francesco Acquaroli).
52 anni, ingegnere civile. Dal 1976 è il comandante dei VV.F. di Roma. Pastorelli è 'il Comandante' non tanto sulla carta, quanto grazie ai meriti guadagnati sul campo insieme a innumerevoli onorificenze, tra cui una medaglia d'argento al valor civile per aver disinnescato un ordigno esplosivo. Preparato, esigente e combattivo, esercita un carisma innegabile sui suoi uomini, per cui è un imprescindibile punto di riferimento. Pur nella diversità di vedute coi giovani speleologi sul posto, dà fondo a ogni risorsa a sua disposizione per tentare di salvare Alfredino.

FERDINANDO RAMPI (Luca Angeletti).
41 anni, impiegato dell'ACEA. È il papà di Alfredino. Fisico robusto, volto antico, di poche parole, la sua calma è un punto di riferimento per la moglie Franca. Le rimane sempre accanto, durante e dopo la vicenda, sostenendola con forza e riportandola alla realtà nei momenti più drammatici, fondando con lei una coppia solida. Senza di lui, Franca non sarebbe quella che è.

TULLIO BERNABEI (Daniele La Leggia).
23 anni, speleologo volontario del Club Alpino Italiano, capo squadra del Lazio. Nonostante la giovane età e l'aspetto da capellone, è adulto e consapevole. Da quando, da bambino, legge il Viaggio al centro della terra di Jules Verne, sondare le grotte più inesplorate del pianeta diventa il sogno della sua vita. Voce pacata e modi gentili, organizza e coordina le discese dei volontari in fondo al pozzo.

LAURA BORTOLANI (Valentina Romani).
24 anni, volontaria del Club Alpino Italiano. Oltre ad essere speleologa è anche geologa. Fidanzata di Tullio, archetipo della donna moderna e indipendente, è un 'maschiaccio' che preferisce i pantaloni alle gonne e la picozza al trucco. Sicura di sé, non si lascia convincere facilmente anche se davanti ha uno con i 'gradi'. Infatti, è la prima a mettere in discussione il piano del pozzo parallelo.

Altri Personaggi

PIERO MOSCARDINI (Daniele Mariani).
35 anni, capo turno sala operativa comando VV.F. di Roma. Cugino di Nando Broglio, è grazie a lui che è nei VV.F. Aspetto da omone e atteggiamenti da romano spaccone, ha sempre voce in capitolo. Se c'è qualcosa da fare ci pensa lui, se c'è da risolvere un problema ci pensa lui, se c'è da organizzare un soccorso ci pensa lui… insomma: è il re della sala operativa. E per il suo comandante Pastorelli farebbe di tutto.

FRANCESCO VIVIANO (Emiliano Coltorti) e RENATO ANGELINI (Massimiliano Franciosa).
30 e 50 anni rispettivamente giornalista e cameraman Rai. Viviano intuisce subito che il salvataggio di Alfredino dal pozzo può essere uno scoop. Scaltro e poco propenso a chiedersi se quello che fa sia giusto o meno, registra la voce di Alfredino che si lamenta e che tutti gli italiani sentiranno attraverso la televisione. Insieme alle primissime immagini del pozzo girate da Angelini capace di catturare gli sguardi, i gesti, le parole dei primi soccorritori e di inquadrare Franca e Ferdinando Rampi mentre dal pozzo cercano di comunicare con il figlio.

GIOVANNI CORTESE (Claudio Corinaldesi).
50 anni, della provincia di Frosinone, brigadiere del Commissariato di P.S. Casilino di Roma. L'esperienza nel corpo di polizia e la saggezza contadina lo rendono un agente caparbio, uno che non si accontenta di quello che gli dicono, che deve sempre verificare di persona. Ed è proprio grazie a questa naturale diffidenza che trova il piccolo Alfredo là dove gli avevano detto che non poteva essere: in un pozzo artesiano coperto, chiuso da una lamiera.

ANGELO LICHERI (Riccardo De Filippis).
37 anni, sardo, facchino di una tipografia. Tra i volontari che si calano nel pozzo tentando di salvare Alfredino, è il primo che, grazie alla corporatura minuta, riesce a raggiungerlo a sessanta metri di profondità. Perché l'abbia fatto, forse, non lo sa nemmeno lui. Intraprendente e coriaceo, se gli viene in mente di fare qualcosa non riesce a rinunciare. Da allora, per tutti, sarà l'Angelo di Vermicino.

CATERINA SORRENTINO (Eleonora Belcamino).
27 anni, appena laureata in psicologia, lavora all'ospedale di Frascati. Si occupa di devianza minorile. Viene precettata dal prefetto per dare supporto psicologico ai coniugi Rampi. Rimarrà al fianco dei genitori – di Franca in particolare – tutto il tempo. Impassibile per deontologia, si rende perfettamente conto che intorno a quel pozzo la folla è lì a seguire le operazioni di soccorso come se fosse allo stadio.

EVASIO FAVA (Diego RIbon).
55 anni, primario di anestesia e rianimazione dell'ospedale San Giovanni di Roma. Concentrato su ogni parola che dice, segue le condizioni di salute di Alfredino basandosi sulla respirazione auscultata a distanza, sulla risposta verbale e sulla natura dei suoi lamenti. Si stupisce dell'eccezionale resistenza psico-fisica del bambino. Cosciente che è impossibile definire i tempi di salvataggio, sa perfettamente, però, che se si allungano, le speranze diminuiscono. Sarà lui a ufficializzare la morte del bambino.

DANIELE BIONDO (Daniele Rienzo).
26 anni, psicologo, insieme alla moglie Rita Di Iorio (25), psicologa anche lei, dirige a Rivisondoli il centro estivo per i figli dei dipendenti dell'ACEA. Qui, nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, incontrano Franca Rampi. Votato alla psicologia infantile lui, attenta e rigorosa lei, nascerà un sodalizio che li porterà a essere i cardini del 'Centro Alfredo Rampi'.

NOTE DI REGIA – Marco Pontecorvo

"La storia di Alfredino appartiene alla memoria di tutti gli italiani, anche quelli che non l'hanno vissuta. Proprio per questo abbiamo sentito una responsabilità maggiore nell'abbracciare il progetto. Tutti hanno veramente dato il massimo. Pur avendo seguito i verbali, abbiamo cercato di uscire dalla pura cronaca, di scavare negli animi dei personaggi e attraverso di loro raccontare un affresco dell'Italia di quell'epoca. Un paese colpito da scandali, crisi di governo e terrorismo che si è fermato col fiato sospeso seguendo la prima diretta televisiva in un'alternanza di speranze e sconforto. Raccontiamo la vicenda stando con la macchina da presa a volte accanto ai nostri personaggi, a volte nella loro soggettiva. Siamo scesi nel pozzo insieme agli speleologi e ai volontari, vissuto con loro l'impossibilità di calarsi, la claustrofobia e la frustrazione di non poter salvare Alfredino. D'accordo con la famiglia Rampi si è deciso di non vedere mai il bimbo nel pozzo. Spero che siamo riusciti a rendere la sua assenza una presenza ancor più forte che se fosse stato in scena. Abbiamo anche creato momenti di astrazione che, facendoci uscire dagli eventi, creano uno spazio di riflessione e di tregua dallo scorrere incessante del tempo. Calandoci dentro la storia riusciamo a capire il perché di tante scelte e l'eroicità di tanti personaggi. La signora Franca per esempio, donna di incredibile forza, è riuscita a trasformare quella tragedia immensa in una spinta che ha poi dato vita, grazie al presidente Pertini, alla Protezione Civile. Mi è sembrato importante avere uno stile asciutto, entrando in punta di piedi nella vicenda e a volte guardandola dall'esterno. "

NOTE DI SCENEGGIATURA – Barbara Petronio & Francesco Balletta

"Quando abbiamo iniziato a interrogarci su come raccontare questa storia, che avevamo vissuto da piccoli, bloccati davanti alla tv con le nostre famiglie, non sapevamo cosa era accaduto nelle ore successive alla tragedia. Non sapevamo che Franca Rampi riportò al Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, i tanti perché della tragica fine di suo figlio: senza puntare il dito, senza accusare nessuno, Franca elencò con lucidità le tante, troppe falle nella macchina dei soccorsi. Una casalinga disse al Presidente cosa non aveva funzionato e il Presidente la ascoltò. Dopo questo sfogo nacque e venne organizzata in Italia la Protezione Civile, quel complesso apparato che entra in azione ogni qualvolta si verifichi un evento catastrofico nel nostro territorio: da un terremoto a un'alluvione, dal crollo di un ponte alla pandemia di questi giorni. Come autori, la scoperta di quanto accaduto dopo la morte di Alfredo ci ha spinto a raccontare questa storia con un taglio diverso da quello che si potrebbe immaginare di fronte a un fatto di cronaca così drammatico. Abbiamo, infatti, scelto di non indugiare sugli aspetti più tragici della vicenda, privilegiando al contrario l'abnegazione, la determinazione e la speranza che spinsero le persone coinvolte a dare tutto ciò che avevano per un obiettivo comune. A partire proprio da Franca e Ferdinando che, andando oltre un lutto devastante, seppero unire le forze migliori del Paese in quella Protezione Civile di cui tutti gli italiani possono, oggi, dirsi orgogliosi. È questo che abbiamo imparato da Alfredino: quando si combatte tutti insieme, si può anche perdere, ma non si è mai del tutto sconfitti. "

NOTE DI PRODUZIONE

"Quella di raccontare la storia del piccolo Alfredo Rampi è stata una scelta non semplice, sulla quale ci siamo interrogati molto. È una storia che ha lasciato una traccia indelebile nelle coscienze degli italiani e un senso di colpa collettivo che non è mai stato superato. Nessuno potrà mai spiegare a parole né comprendere il dramma che ha travolto questa famiglia e, difatti, non è stato questo l'intento che ci ha mossi. Ciò che si è dimostrato decisivo nella scelta di realizzare "Alfredino – Una storia italiana" è stata la possibilità, ma direi ancor di più la necessità, di raccontare a tutti proprio quell'aspetto meno noto della vicenda: cosa è successo dopo, quando i riflettori e le telecamere si sono spenti. E il "dopo" è una storia di indicibile tenacia e altruismo. Franca e Ferdinando Rampi, sempre uniti, hanno lottato per migliorare quel Paese che non aveva saputo aiutarli, dando una grande lezione di vita a tutti noi. Ecco perché questa storia doveva essere raccontata, a chi l'ha vissuta e ricorda l'angoscia di quell'interminabile diretta televisiva e ai più giovani che non ne hanno memoria, ma che non possono non conoscere un pezzo di storia recente del nostro Paese, che ha segnato la coscienza collettiva. È grazie soprattutto all'impegno della famiglia Rampi che oggi gli italiani possono contare sulla Protezione Civile. È grazie alla loro coraggiosa dedizione che quell'Italia del 1981 ha fatto moltissimi passi in avanti, dotandosi di una struttura che ha come unico scopo quello di proteggere la popolazione. È questa la storia che Sky, con Lotus, il Centro Rampi, il regista Marco Pontecorvo, gli sceneggiatori, Anna Foglietta – una eroica, commovente Franca Rampi – e tutto lo straordinario cast di questa serie, ha voluto raccontare. Sempre mettendo da parte quei dettagli tragici che avrebbero potuto unicamente riaprire una ferita mai rimarginata. Tutti assieme abbiamo condiviso il carico morale ed emotivo del rivivere una tragedia come questa, per trasferire al pubblico la storia di tenacia e abnegazione di chi, vittima della disorganizzazione di un Paese impreparato, è riuscito da andare oltre una perdita inimmaginabile, e ha lottato per migliorarlo quello stesso Paese, rimanendo in silenzio e lontano dal clamore dai riflettori. Difficile comprendere e immedesimarsi in questo comportamento, che si può solo ammirare. E conoscere. Necessariamente." — Antonella d'Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia.

"Non si dovrebbero dire troppe parole in certi casi: la storia di Alfredino Rampi è una di queste. Chiunque, ai tempi, fosse dotato di coscienza, si ricorda ancora la vicenda, con un senso di dolorosa impotenza. Ma perché volerla ricostruire, perché portarla sullo schermo? Il senso immediato di quest'operazione, a 40anni dalla dolorosa vicenda di Vermicino, va ricercato nell'impulso a rielaborare quello che fu, e che per non pochi resta, un trauma collettivo ed una storia che entrò nel cuore e nella mente dell'intero Paese. Un lungo e fruttuoso dialogo con il Centro Rampi – avviato 40 anni fa dalla tenacia di Franca, la madre di Alfredino, che seppe convertire il suo indicibile lutto in un appello all'opinione pubblica e avviare il nucleo fondante di quella che (grazie all'impegno del presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini), diventò poi la Protezione Civile – ha fatto maturare una convinzione: non solo è giusto, ma è necessario raccontare questa storia. Per non dimenticare, per contribuire a sensibilizzare nuove generazioni, per tenere viva la speranza che una società resti sempre capace di esprimere i mezzi per tutelare e soccorrere al meglio i suoi elementi più indifesi, più in difficoltà. La squadra messa insieme da Sky con Lotus production, e affidata al regista Marco Pontecorvo, ha lavorato se possibile più meticolosamente del solito per ricostruire il luogo e il periodo in modo accurato e veritiero in ogni dettaglio, per restituire il racconto con grande rispetto, senza cedere alla tentazione di spettacolarizzare. Anzi: cercando di evocare la portata della tragedia indirettamente, con delicatezza, senza mostrare le sofferenze della vittima, concentrandosi però al massimo sull'impegno, gli sforzi, l'umanità di quanti collaborarono ai tentativi di salvataggio. Alfredino – Una storia italiana è soprattutto una testimonianza civile. Un appello alla parte migliore di noi. Per un Paese civile. E per la sua Protezione." — Nils Hartmann, Senior Director Sky Original Productions Sky Italia.

"Avevo solo 8 anni quando ho assistito, sgomento come tanti, al tragico evento di Vermicino. Ricordo come fosse ieri quei due interminabili giorni davanti alla televisione, gli sguardi attenti e preoccupati dei miei genitori; non si parlava d'altro se non di quel bambino, che aveva quasi la mia età, caduto nel pozzo. Giorni di paura, di speranza, di angoscia che hanno colpito la mia famiglia come quella di milioni di italiani. Il primo evento di cronaca nera trasmesso in diretta che ha tenuto col fiato sospeso l'intera nazione e non solo. Quel ricordo è rimasto talmente impresso nella mia memoria che, dopo essere diventato produttore, ho provato per anni a perseguire il desiderio di raccontare quella storia alle nuove generazioni e non solo perché è stato il primo caso mediatico italiano ma soprattutto perché ritenevo fosse giunto il momento di far elaborare quella tragedia agli italiani, raccontando quanto di buono fosse nato da quell'incubo collettivo. Sebbene il ricordo della tragica fine di Alfredino sia stampato nella mente di tutti noi, spesso con un atteggiamento di rifiuto per il grande dolore che ha accompagnato quell'esperienza, quello che molti non sanno ancora oggi è che, grazie alla caparbietà e alla forza di Franca Rampi è nata la Protezione Civile che oggi diamo tutti per scontata. La voglia di questa donna di evitare che altre famiglie potessero vivere il dramma che li ha investiti ha fatto sì che pochi giorni dopo la morte del figlio, nascesse il Centro Rampi che darà l'impulso decisivo alla creazione della Protezione Civile che tutti noi oggi conosciamo. È stato proprio l'incontro con i responsabili del Centro Rampi, Rita Di Iorio e Daniele Biondo, hanno permesso di realizzare questo progetto: nonostante avessero ricevuto negli anni decine e decine di richieste da parte dei produttori per realizzare un'opera audiovisiva sui fatti di Vermicino, hanno finalmente deciso di affidare alla Lotus Production la realizzazione della serie perché abbiamo trovato una perfetta comunione di intenti, ovvero permettere a tutti gli italiani di riconciliarsi con questa storia, raccogliendo tutti insieme i frutti nati da quell'evento doloroso. Perché c'è sempre un rovescio della medaglia, ed è quello a cui tutti noi dobbiamo guardare. Per andare avanti. Nata con questo spirito, e grazie allo straordinario lavoro editoriale di Barbara Petronio portato avanti insieme a Francesco Balletta, l'idea della serie ha visto un susseguirsi di soggetti che hanno condiviso con noi questa visione della storia: dal regista Marco Pontecorvo, ad Anna Foglietta fino ad arrivare a Sky passando attraverso tutto il resto del cast, tutti hanno sposato la nostra visione della storia, realizzando un progetto che non punta alla morbosità tipica della tv del dolore ma alla voglia comune di rialzarsi in piedi e ripartire con l'obiettivo di crescere e migliorare, imparando dagli errori commessi. Insieme, sempre." — Marco Belardi, CEO Lotus Production.

NOTE DI SCENOGRAFIA

Stefano Giambanco (scenografo), Diego Ricci e Antonella Vilella (arredatori), Priscilla Rossi (art director):
" Lavorare alla scenografia di questo progetto è stata una grande e bella sfida. La scelta e la conseguente progettazione dei luoghi è stata preceduta da un'attenta ricerca storica, analisi e indagine di tutto il materiale reperibile che potesse permettere un'attenta ricostruzione degli spazi, dei mezzi e delle attrezzature utilizzate in quelle interminabili 60 ore. La scenografia ha lavorato contemporaneamente su tre fronti: il campo, la ricostruzione dell'interno dei pozzi in teatro di posa, la trasformazione attraverso l'allestimento d'epoca delle location utilizzate. La scelta del campo, frutto di un'attentissima ricerca della presenza contemporanea di determinate situazioni, ci ha dato l'opportunità di poter ricreare, attraverso l'inserimento di alcuni elementi fortemente riconoscibili, un'ambientazione pressoché identica a quella reale. La progettazione e la realizzazione delle strutture per ricreare l'interno dei pozzi oltre alla ricerca di materiali che potessero essere contemporaneamente leggeri, solidi, realistici, ha dovuto seguire uno studio preventivo di adattamento e flessibilità delle strutture al servizio di un'agilità e velocità produttiva delle riprese e adattamento alle diverse fasi che si sono susseguite nella storia. Ogni ambiente è stato adattato allo stile degli anni '80 con un'attentissima ricerca nell'utilizzo di arredi e oggetti d'epoca. "

NOTE DI FOTOGRAFIA – Vincenzo Carpineta

""Alfredino una storia italiana" mi è subito apparsa una sfida importante quanto complessa. Avevo seguito quella diretta televisiva nel giugno 1981 fino al fallimento finale e quelle immagini mi erano rimaste scolpite nella memoria. Nonostante il repertorio di quegli anni fosse in formato 4/3, con il regista Marco Pontecorvo abbiamo deciso di utilizzare un formato panoramico per meglio descrivere la vastità di uomini e mezzi impiegati dai soccorsi. Appariva però necessario in alcune scene creare un collegamento con il repertorio dell'epoca, per questo abbiamo restaurato e usato una vecchia telecamera, mantenendo le ottiche originali e un deperimento dei prismi interni che ha contribuito a creare una immagine "vintage". Importante è stato poi il recupero e restauro delle lampade che i vigili del fuoco e polizia utilizzarono per illuminare di notte la zona del pozzo. La sfida più ardua è stata, senz'altro, filmare le scene di interno pozzo per difficoltà sia tecniche che artistiche. Da una parte inserire un attore in un cunicolo verticale di 40 cm di diametro ricostruito in teatro di posa. D'altra creare un'atmosfera fotografica in grado di raccontare quello che nessuno aveva visto durante la diretta televisiva, ma che tutti avevano sicuramente immaginato. Anche qui la collaborazione tra reparti è stata fondamentale, abbiamo infatti costruito un braccio telescopico su cui montare una Alexa mini per riprendere gli attori nell'interno del cunicolo verticale, controllando da remoto i movimenti di fuochi e diaframmi. Nel rispetto per questa vicenda ho sempre cercato di mantenere un equilibrio tra la realtà e l'atmosfera necessaria al racconto cinematografico. "

NOTE DI MUSICA

Giuliano Taviani e Carmelo Travia:
" Durante la scrittura della musica per la serie Alfredino – Una storia italiana il nostro primo monito è stato quello di rispettare il dolore di tutte le persone coinvolte in questa tragedia. In linea con lo stile del film e grazie alle chiare indicazioni del regista Marco Pontecorvo abbiamo scritto una musica minimalista, che non fosse altisonante e che non eccedesse di pathos. La musica se da una parte segue dal basso i personaggi e le operazioni messe in atto per salvare Alfredino dall'altra si astrae, si eleva in una dimensione più astratta, quasi sacra, che ha a che fare con l'ineluttabilità del destino e con l'impotenza dell'uomo di fronte alla natura. Ma allo stesso tempo è un sentimento forte, potente, diventato grande grazie alla straordinaria solidarietà di un'intera nazione che si è unita di fronte a questa tragedia; milioni di persone che per la prima volta in diretta tv si sono ritrovate insieme a sperare, a pregare, a piangere quel povero bambino sfortunato. Abbiamo utilizzato un registro elettronico, strumenti e sintetizzatori vintage degli anni 80, accoppiato a un registro acustico orchestrale. Le chitarre elettriche e acustiche invece espongono le linee tematiche."

NOTE DI COSTUMI

Daniela Ciancio:
"Ricordavo perfettamente questo doloroso avvenimento della nostra storia. Il dolore, lo sgomento, il senso di impotenza sono state le emozioni che tutti gli italiani hanno provato stando inchiodati davanti al televisore per quei lunghi e terribili tre giorni del 1981. Queste emozioni percepite da ragazzina sono riaffiorate tutte alla prima lettura del copione e restituirle alla storia facendole passare attraverso i costumi è stata la sfida. Questa ricostruzione di fatti realmente accaduti e di cui le persone hanno memoria non poteva prescindere dalla restituzione dell'autenticità dei personaggi seppur nell'invenzione. La storia parla di persone realmente esistite che vengono interpretate da attori che non solo ne devono restituire la parte più profonda ma devono anche ricordarli fisicamente in una ambientazione storica diversa da oggi. Gli elementi importanti per me sono stati: la veridicità e somiglianza, il racconto dell'epoca, il racconto dell'anima dei personaggi e cosa rappresentano nel racconto. La Sig. ra Franca Rampi, ad esempio, così come Anna Magnani, rappresenta la forza e la determinazione di una madre che dopo aver tentato in tutti i modi di salvare il proprio figlio accetta l'estremo dolore trasformandolo in qualcosa di costruttivo per la società. Nel mio lavoro di costumista ho cercato, quindi, di raccontare attraverso le forme, i tessuti e i colori utilizzati le emozioni e l'umanità e di rappresentare un momento storico cruciale della storia italiana."


extra dal pressbook del film

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Alfredino – Una storia italiana disponibile in Digitale da lunedì 21 Giugno 2021
info: 21 e 28 Giugno 2021 su Sky e NOW.

Puoi vedere Alfredino – Una storia italiana su queste piattaforme:
Nota: "Alfredino – Una storia italiana" è un titolo Sky Original, puoi vederlo su NOW fino al 31/12/2099.
DVD E BLU-RAY FISICI:
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