Poster Quando Hitler rubò il coniglio rosa

Quando Hitler rubò il coniglio rosa (2019)

Als Hitler das rosa Kaninchen stahl
Locandina Quando Hitler rubò il coniglio rosa
Quando Hitler rubò il coniglio rosa (Als Hitler das rosa Kaninchen stahl) è un film del 2019 prodotto in Germania e Svizzera, diretto da . Il film dura circa 119 minuti. Basato sul romanzo di Judith Kerr Quando Hitler rubò il coniglio rosa. In Italia, esce al cinema giovedì 28 Aprile 2022.

La storia vera di una famiglia nella Berlino del 1933. Hitler è salito al potere. Anna ha solo nove anni. Per sfuggire ai nazisti, suo padre scappa a Zurigo e tutta la famiglia lo segue poco dopo. Comincia la loro fuga attraverso l'Europa alla ricerca di un luogo sicuro dove stabilirsi. Anna è costretta a lasciare tutto, compreso il suo amato coniglio rosa di peluche, e, insieme alla sua famiglia, dovrà affrontare una nuova vita piena di sfide e difficoltà, ma non senza speranza e perfino sorrisi.
na toccante storia familiare sulla separazione e sulla fiducia. Tratta dal romanzo 'Quando Hitler rubò il coniglio rosa' di Judith Kerr, un best seller internazionale che ha emozionato tutto il mondo.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 28 Aprile 2022
Uscita in Italia: 28 Aprile 2022 al Cinema
Prima Uscita: 25/12/2019 (Austria)
Nazione: Germania, Svizzera, Italia - 2019
Durata: 119 minuti
Formato: Colore DCP
Soggetto:
Basato sul romanzo di Judith Kerr Quando Hitler rubò il coniglio rosa.

Cast e personaggi

NOTE DI REGIA – Caroline Link

"Quando ho letto per la prima volta il romanzo di Judith Kerr a scuola, più di 35 anni fa, sono rimasta sorpresa dalla sua leggerezza. È una storia sulla separazione, sulla fuga dalla Germania nazista e tuttavia il tono è ottimista, quasi spensierato. Come per Nowhere in Africa mi incuriosiva il fatto che la storia riguardasse il Terzo Reich ma non si svolgesse in Germania. Judith Kerr mi ha raccontato che ricordava gli anni trascorsi in Svizzera e a Parigi come esperienze positive, piene di avventura. Il film racconta cosa significa essere profughi, ma, nonostante l'oscurità che avvolge i protagonisti, è anche un film sulla fiducia, la curiosità, l'ottimismo e mostra l'immenso potere che la famiglia può dare. 'Tutto è possibile finché restiamo insieme', questo era il motto di Judith Kerr ed è anche il tema che ha ispirato il film"

NOTE DI PRODUZIONE

"Tutto è cominciato durante una vacanza in famiglia in Normandia. Jochen Laube, che insieme a Fabian Maubach dirige la Sommerhaus Filmproduktion, aveva viaggiato con sua moglie e i suoi figli lungo la costa atlantica francese. "Abbiamo trascorso giorni in campeggio a parlare della seconda guerra mondiale, del nazionalsocialismo e della persecuzione degli ebrei", ricorda Laube. "Abbiamo cercato, per quanto possibile, di descrivere il periodo dal 1933 al 1945 in un modo che fosse adatto ai bambini e ci siamo ricordati di un libro che avevamo letto quando eravamo a scuola: Quando Hitler rubò il coniglio rosa". Il romanzo presenta i ricordi d'infanzia di Judith Kerr della fuga della sua famiglia ebrea da Berlino nel 1933. Ha cambiato il cognome nel libro da Kerr a Kemper, ma i membri della sua famiglia sono rimasti gli stessi: suo fratello Michael è diventato Max, il padre era davvero il famoso critico teatrale Alfred Kerr, nel libro Arthur Kemper, e sua madre Julia è stata chiamata Dorothea. Nel 1971, Judith Kerr ha scritto, dalla prospettiva dell'alter ego della sua infanzia, la bambina di nove anni Anna Kemper, della fuga dal suo paese, della ricerca di una nuova casa in Svizzera, a Parigi e infine a Londra. Scritto in inglese e tradotto in tedesco da Annemarie Böll il romanzo 'Quando Hitler rubò il coniglio rosa', ha vinto il German Children's Literature Award nel 1974."

Dal Best seller al film
"Il nostro contatto con Judith Kerr e il suo agente a Londra è avvenuto attraverso la produttrice Clementina Hegewisch, che possedeva già i diritti del film", spiega Laube. "Naturalmente abbiamo dovuto conquistare la fiducia di Kerr, ma lei era molto contenta che l'adattamento cinematografico del suo libro stesse facendo dei significativi passi avanti". "Non abbiamo dovuto pensare a lungo su chi volevamo come regista", dice Maubach. Caroline Link conosceva il romanzo dai tempi della scuola: "Anche da bambina, rimasi sorpresa dalla leggerezza della storia", dice la regista. "Si raccontava la fuga dalla Germania nazista, ma il tono era ottimista, quasi spensierato". Parlando con Judith Kerr al telefono, Link ha scoperto il motivo: "Mi ha detto che i ricordi di quegli anni in Svizzera e a Parigi sono per lo più positivi. Per lei e suo fratello sono stati anni di avventura. Lo stretto rapporto con i genitori, e in particolare con il suo meraviglioso papà, ha avuto un grande impatto su di lei e le ha dato grande forza". Caroline Link ha apprezzato il fatto che la storia sia raccontata dalla prospettiva di una bambina di nove anni: "I bambini non devono aver paura di questa storia. Non è crudele o spaventosa, racchiude molti aspetti positivi nonostante la malinconia dovuta alla perdita della loro casa, dei loro beni, a causa dei cambiamenti politici". Link ha parlato con Kerr al telefono in diverse altre occasioni. "Il fatto che il suo romanzo potesse diventare un film significava molto per lei" ha affermato la regista. "Aveva visto il mio film Nowhere in Africa, sulla storia di una famiglia ebrea che va in esilio in un paese straniero durante il periodo nazista. Judith Kerr ha sottolineato quanto fosse grata ai suoi genitori per aver nascosto a lei e a suo fratello le grandi preoccupazioni di quei tempi". Basandosi sulla prima stesura di Anna Brüggemann, Link ha scritto la sua versione della sceneggiatura che racconta la storia familiare: "Ho mantenuto alcune meravigliose idee di Anna Brüggemann, ma quando si tratta di rapporti interpersonali, mi piace dare ai personaggi il mio tocco personale". Non è stato facile trasformare le 240 pagine del romanzo in un film di circa 90 minuti. "Ho cercato di creare tensione attraverso le atmosfere", dice Link. "Proprio come Anna, lo spettatore capisce gradualmente che la famiglia non tornerà a casa a Berlino. Ho voluto esprimerlo attraverso il calendario su cui Anna mette un segno tutti i giorni, nell'attesa di poter tornare a casa. Le ci vuole un po' prima di capire che non dovrà più barrare le caselle, tanto non sarebbero più tornati in Germania. Un dramma interiore". La regista vede Anna di nove anni come una eroina classica: "Sono sempre rimasta molto colpita dal coraggio con cui guarda al futuro e cerca la sua strada in una nuova vita. La sua forza e il suo umorismo insieme all'empatia e alla sensibilità commuovono il pubblico". 

Un classico moderno
"Sono molto triste che non abbiamo potuto presentare il nostro film completo a Judith Kerr", dice Link. L'autrice del romanzo è deceduta il 22 maggio 2019 all'età di 95 anni. "Di sicuro, avrebbe amato molto Riva nel ruolo di Anna", aggiunge Link. "E forse avrebbe anche visto che Oliver Masucci nel ruolo di Arthur Kemper ha interpretato un padre affettuoso e premuroso." "La notizia della morte di Judith Kerr ci ha colpito profondamente," dice il produttore Fabian Maubach. "Uno dei nostri principali obiettivi era quello di poterle mostrare il film finito. A questo proposito, purtroppo non c'è stato un lieto fine". Ma la memoria di Judith Kerr continuerà a vivere nella nuova versione cinematografica del suo romanzo classico, arrivando a nuove generazioni di bambini con la storia di Anna, e ricordando agli adulti, che hanno letto il libro quando erano a scuola, come la solidarietà e l'ottimismo hanno permesso ad Anna e alla sua famiglia di sopravvivere ai tempi della barbarie. Quando Hitler rubò il coniglio rosa è un film eccezionale, che conduce il pubblico in un viaggio molto commovente con immagini potenti, scene emozionanti e anche divertenti", dice Laube. Il produttore crede che il pubblico del film sia molto più ampio di quello del romanzo: "I bambini vedranno l'avventura che Anna e la sua famiglia vivono in altri paesi. Contemporaneamente, gli spettatori adulti apprezzeranno i rapporti interpersonali che sono molto più commoventi delle grandi parate naziste che si vedono in altri film su questo periodo". Laube crede che i cineasti tedeschi abbiano la responsabilità di reagire al crescente estremismo di destra nella società: "Analizzare i pregiudizi, oltre a proteggere i diritti dei bambini e delle minoranze, continuano ad essere temi importanti, che dobbiamo far comprendere ai nostri bambini il più presto possibile. Con il nostro film, speriamo di sensibilizzare il pubblico su come ci si sente quando si è costretti a lasciare la propria casa e i propri amici." Il produttore si augura che il film venga ricordato accanto a importanti film sul periodo nazista come Das Tagebuch der Anne Frank, The Wave, Life is Beautiful, Schindler List. Anche Caroline Link è certa che si continuerà a parlare a lungo del film: "Volevo realizzare un film commovente e pieno di speranza che spero possa diventare un classico nel tempo".

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