Poster Cry Macho – Ritorno a casa
Locandina Cry Macho - Ritorno a casa
Cry Macho - Ritorno a casa (Cry Macho) è un film del 2021 prodotto in USA, di genere Drammatico e Thriller diretto da Clint Eastwood. Il film dura circa 103 minuti. Tratto dal romanzo omonimo di N. Richard Nash. Il cast include Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola, Horacio Garcia-Rojas. In Italia, esce al cinema giovedì 2 Dicembre 2021 distribuito da Warner Bros. Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da giovedì 10 Febbraio 2022, in Digitale da martedì 4 Gennaio 2022.

Clint Eastwood veste i panni di una ex star del rodeo che accetta l'incarico di riportare in Texas dal Messico il figlio del suo ex capo, affrontando un viaggio inaspettatamente arduo.

Mike Milo, ex stella del rodeo e ora allevatore di cavalli in declino, nel 1979 accettò l’incarico di un ex boss di riportare a casa il figlio dal Messico. Costretto a percorrere strade secondarie nel loro viaggio verso il Texas, l’improbabile coppia affronta un viaggio inaspettatamente arduo, durante il quale l’allevatore di cavalli, ormai stanco di tutto, trova dei legami imprevisti oltre che il suo senso di riscatto.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 2 Dicembre 2021
Uscita in Italia: 2 Dicembre 2021 al Cinema; 4 Gennaio 2022 in PVOD; 10 Febbraio 2022 in DVD
Uscita negli Stati Uniti: 17/09/2021 (USA, HBO Max)
Genere: Drammatico, Thriller, Western
Nazione: USA - 2021
Durata: 103 minuti
Formato: Colore
Produzione: Warner Bros. Pictures (presenta), Malpaso/Albert S. Ruddy (produzione)
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Soggetto:
Tratto dal romanzo omonimo di N. Richard Nash.
Classificazioni per età: ITA: 13+
In HomeVideo: in Digitale da martedì 4 Gennaio 2022 e in DVD da giovedì 10 Febbraio 2022 [scopri DVD e Blu-ray]

Cast e personaggi

Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Nick Schenk, N. Richard Nash
Musiche: Mark Mancina
Fotografia: Ben Davis
Scenografia: Ron Reiss
Montaggio: Joel Cox, David Cox
Costumi: Deborah Hopper

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Clint Eastwood (Produttore), Albert S. Ruddy (Produttore), Tim Moore (Produttore), Jessica Meier (Produttore), David M. Bernstein (Produttore esecutivo)

Recensioni redazione

Cry Macho - Ritorno a casa, recensione film di Clint Eastwood
Cry Macho - Ritorno a casa, recensione film di Clint Eastwood
Matilde Capozio, voto 6/10
Clint Eastwood ritorna in sella per un film che lo vede nuovamente regista e protagonista, in una storia delicatamente prevedibile sulle seconde occasioni della vita.

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI PRODUZIONE

Una storia sul perdersi… e poi ritrovarsi
Mike Milo ha vissuto quel tipo di perdite che avrebbero steso ogni uomo. Già stella del rodeo con moglie e figli, il cowboy indurito dalla vita, di cui mostra segni evidenti, ha dovuto più volte rimettersi in piedi dalle cadute da cavallo vere o allegoriche. Alla fine, i duri colpi che gli ha riservato la vita hanno reso Mike ancora più pragmatico e, nonostante la sua cocciutaggine, quando gli viene affidato un compito, che gli piaccia o meno lo porta a termine…però sempre a modo suo.  Secondo Mike, macho è soltanto una parola, non un modo di vivere.
Per il regista Clint Eastwood, un elemento rilevante per portare sullo schermo “Cry Macho” è stato il viaggio che il suo personaggio, quello di Mike Milo, percorre nel film: Un viaggio ricco di deviazioni lungo il tragitto.
La storia si svolge nel 1979—un’epoca in cui Eastwood impersonava spesso il ruolo di cowboy e poliziotto, due generi cinematografici a cui ha contribuito a dare una definizione, pur cimentandosi alla regia di numerosi altri film. “Di questo film se ne parlava già 40 fa”, ricorda Eastwood. “Al Ruddy mi chiese se volevo farlo e io gli risposi, ‘Sono troppo giovane per questa parte, perché non mi lasci fare la regia con Robert Mitchum protagonista?’ Ma non se ne fece nulla e il film venne messo da parte, fino ad un paio di anni fa. Se ne è ricominciato a parlare ed ho pensato che fosse il momento giusto e che sarebbe stato divertente”.
La sceneggiatura, di Nick Schenk e di N. Richard Nash, è tratta dal libro di Nash. Il progetto nacque decenni orsono dalla mente del venerabile produttore cinematografico Albert S. Ruddy. “I personaggi scritti da Nash erano pazzeschi e mi sono subito innamorato di questo progetto”, dice Ruddy. “Più leggevo e più la storia diventava indimenticabile. Era appassionante e le relazioni tra i personaggi erano così vivide. Così mi rivolsi a Clint, che all’epoca pensava che non fosse ancora il momento giusto per lui”.
Ruddy non ha mai abbandonato il progetto, in attesa che i pianeti si allineassero, e ciò avvenne nel 2019. “Il momento giusto è stato quando mi ha telefonato Clint Eastwood e mi ha chiesto, ‘Hai ancora quella sceneggiatura?’ E ho capito subito cosa volesse dire. Aveva qualcosa in testa che, come me, non aveva mai dimenticato”.
Il produttore Tim Moore ricorda quando lui e la produttrice Jessica Meier, entrambi nella scuderia di Eastwood, la Malpaso, erano alla caccia del loro prossimo progetto. Moore dice, “Clint disse, ‘Al Ruddy ha una sceneggiatura, mi piacerebbe dargli un’occhiata’. Abbiamo coinvolto Nick a lavorare alla sceneggiatura perché abbiamo già lavorato insieme, avendo scritto ‘Gran Torino’ e ‘The Mule’, secondo Clint scrive molto bene”.
Schenk, già autore per Clint Eastwood di una sceneggiatura originale (Gran Torino) e di una basata su un articolo del New York Times (The Mule), torna nel ruolo di sceneggiatore per l’iconico regista con questo adattamento da un libro e dichiara: “Scrivere per Clint e sentire la sua fiducia è un grande onore, perciò sono stato contento che si siano rivolti di nuovo a me per questo nuovo progetto. Siamo tornati indietro nel tempo per trovare certi piccoli momenti fondamentali per comprendere Mike, e che sono serviti a Clint per impersonare la sua versione di lui. Clint  voleva che la storia avesse un tono polveroso e grintoso, che rispecchiasse sia la natura diretta del personaggio che il posto in cui si trova quando lo vediamo nella prima scena del film”.
Meier aggiunge, “Clint voleva realizzare una storia che contenesse un senso di avventura—quasi il viaggio di un eroe, non di un giovanotto che si affaccia alla vita, ma quello di un uomo che di vita ne ha vissuta una difficile, una in cui le cose non sono sempre andate per il verso giusto. Ha subito più volte ferite fisiche per colpa del suo lavoro nel rodeo, ed è stato ferito anche emotivamente per aver perso la sua famiglia. In pratica un uomo finito, che sta raschiando il fondo del barile, ma un vecchio boss a cui deve un favore gli chiede di contraccambiare, e così accetta di fare quest’ultima cosa per lui. Mike è un uomo di parola che mantiene sempre le promesse—sia quelle dette che quelle non dette.
Nonostante il tempo necessario, alla fine la pazienza di Ruddy è stata ripagata, per la sua estrema felicità. “Clint sarà sempre, ad un certo livello, il grande eroe Americano, il cowboy”, dice. “C’è onestà in tutto quello che fa Clint, che sia una storia d’amore oppure un film d’azione. Quando vediamo un film di Clint Eastwood, notiamo momenti che sono visibilmente onesti, sia che la scena spaventi, faccia ridere o ci spezzi il cuore, ci ricorderemo di quei momenti per sempre”.

“Una volta eri forte, macho.” – Rafo
“Una volta ero un sacco di cose…” – Mike

Cast & Personaggi

Per interpretare Mike Milo, Eastwood non è dovuto soltanto tornare davanti alla cinepresa, cosa che fa di tanto in tanto, come nel film del 2018 “The Mule”, ma è dovuto letteralmente tornare in sella. L’immagine dell’attore in groppa ad un cavallo è una delle più iconiche del firmamento cinematografico, nonostante l’ultima volta che ha indossato gli speroni fu circa 30 anni fa nel film, “Unforgiven-Gli Spietati”.
“Una volta che hai messo i piedi nelle staffe, la sensazione è sempre la stessa”, racconta Eastwood con calma e senza spavalderia.
L’attore descrive il suo personaggio con la modestia con cui lo interpreta. “Un cowboy, un uomo che ha partecipato a molti rodei e ha lavorato sempre nei ranch, ma che al momento non sta facendo quasi più nulla di quello. Il suo vecchio boss è un ricco possidente terriero, che gli chiede di andare in Messico a ritrovare suo figlio. Questo signore, Mike, sa che ci sono centinaia di altre persone che potrebbero farlo, mentre a lui non va proprio. Però, si mette in marcia e le sue disavventure mentre riporta il ragazzo a casa, ci mostrano come quest’uomo sull’orlo del fallimento, dia inizio ad una nuova vita”.
“A Clint piacque il fatto che sia Mike che il ragazzo che deve riportare a casa, non stanno vivendo delle vite splendide, per ragioni completamente diverse”, attesta Meier, “ma entrambi hanno qualcosa da imparare e, come scopriremo, entrambi hanno qualcosa da insegnare”.
Ad interpretare il convincente ex impiegato di Mike, Howard Polk, Eastwood ha scelto l’attore e star della musica country, Dwight Yoakam. Secondo Yoakam, “Mike e Rafael—Rafo—sono quasi i segnalibri di una vita. C’è il personaggio di Mike, alla fine della sua carriera e per gente come lui è una cosa molto triste; prima faceva cose in cui era il numero uno, come gestire il suo ranch, allevare cavalli da rodeo e bestiame, cavalcare cavalli…ed ora è tutto finito. E dalla disperazione di Howard Polk che ha bisogno di lui per trovare il suo ragazzo, che forse è nei guai, poi si incontrano, Mike e Rafo, ed è come se fossero necessari l’uno all’altro ma che non lo sapevano”. Yoakam non ci ha messo molto ad accettare il ruolo. “Quando mi hanno cercato, non ci ho dovuto pensare su neanche due volte, ho detto soltanto, ‘Qualunque cosa, dove volete, sì. Sì, e ancora sì. Come faccio a dire sì abbastanza ad alta voce?’ L’opportunità di lavorare con Clint era…sarà anche banale dire un onore, ma è proprio così.
“E uno può dirlo anche centomila volte, ma sapete, non lo rende più facile da fare!” continua ridendo. “E Clint, sapevo della sua reputazione di non voler mai cambiare le cose che funzionano, ma tuttavia è stato completamente aperto all’esplorazione delle cose e della spontaneità del momento. Quindi, è stato emozionante condividere momenti con qualcuno della statura di Clint e provare quel dare e ricevere con ogni attore con cui stavo lavorando”.
“Conoscevo Dwight e la sua musica, ma è da un po’ che si diverte a recitare e secondo me per questa parte era perfetto, sembrava come se vivesse nel mondo dei cavalli e poteva interpretare il milionario proprietario del ranch, che pretende che Mike faccia quel lavoro per lui”, racconta Eastwood. Ad interpretare il ragazzo, che è il soggetto della richiesta pressante di Polk, il regista ha scelto l’esordiente Eduardo Minett. Il giovane attore, al suo debutto nel cinema con “Cry Macho” racconta, “Beh, è un sogno. Un vero e proprio sogno. Non avrei mai immaginato di poter lavorare con Clint Eastwood, sapete? Lui è una leggenda”.
Minett riflette sulla rinnovata atmosfera tranquilla dei set di Eastwood, “Mi è piaciuto quell’ambiente rilassato, felice, dove tutti sono allegri. E lavorare con Clint Eastwood, mi sono sentito come a casa. Lui non perde occasione per scherzare”.
Il personaggio che interpreta, ad ogni modo, sta sulla difensiva, dice Minett, e tutt’altro che a suo agio quando incontra Mike per la prima volta. “Quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato subito che Rafo avesse una personalità negativa, sapete? Questo perché vive una vita difficile. È ancora un ragazzo e le cose successe con la madre e con Aurelio, sono state difficili. Rafo non ha perso l’innocenza,  perché non ne aveva una da perdere. Quando vediamo Rafo nel film per la prima volta, vediamo un ragazzo sospettoso. Non si fida di nessuno. Provvede a sé stesso da solo. Il solo amico che ha è un gallo, e lui deve ricostruire la fiducia verso le persone”.

Minett comprende quello che deve imparare il ragazzo che interpreta. “Secondo me macho vuol dire avere coraggio, testa e un forte spirito. Non si tratta di avere un corpo muscoloso o essere crudele verso le persone. Penso che Rafo debba scoprire il grande cuore di Mike”.
Moore dichiara, “Eduardo ha fornito un’ottima prova. Una delle cose che Clint adora fare a volte, è confrontarsi con gli attori e ottenere qualcosa non scritta sul copione ma reale. E Eduardo lo ha fatto con Clint, dando modo di recitare con diverse scelte. E poi ha dovuto recitare per tutto il film con il gallo, con Macho, per poi affezionarcisi. E credo che nel corso del film si noti, grazie alla sua prova, che il gallo è il suo migliore amico perché è tutto ciò che ha nella vita, Macho.
Eastwood osserva sul giovane attore, il cui ruolo ha richiesto altro oltre al lavoro con gli attori ed il gallo. “È arrivato da Città del Messico per leggere la sua parte. Aveva appena 14 anni ed ha fatto un ottimo lavoro. Non aveva mai cavalcato, ma il nostro addestratore lo ha fatto salire su un cavallo e lui ha imparato molto in fretta”.
Durante il viaggio, Mike e Rafo fanno sosta in una cittadina, sperando di seminare la piccola ma pericolosa squadra che la madre di Rafo aveva ingaggiato per inseguirli. Per evitare di essere visti, entrano in una osteria cantina dove incontrano la sua proprietaria, Marta.
“Lei è una persona cardine per il film”, dice Eastwood. Non si limita a offrire rifugio a Rafo e Mike, “ma è una persona a cui si affeziona. Questo contribuisce a ridargli fiducia nella vita”.
Insieme a Rafo, Marta diventa parte di quello che apre il cuore di Mike alle possibilità che offre la vita e che lui probabilmente aveva già messo da parte. Natalia Traven interpreta l’affettuosa e accogliente vedova.
“Marta non fa altro che lavorare nell’osteria con i suoi quattro nipoti, in un posto in cui sembra non accadere mai nulla di interessante”, osserva la Traven. “Mi è piaciuto interpretarla perché è forte, indipendente, romantica e si occupa dei suoi nipoti. Credo sia un personaggio complesso e a me piacciono quei personaggi. Lei è un mix di forza e dolcezza.
La Traven ha anche scoperto, che nel mondo in cui Marta si muove nella storia, “ci sono stati momenti in cui mi sono anche emozionata. È una bella storia. Ci sono personaggi complessi, avventura, solidarietà e anche un po’ di amore”.

Lavorare con Eastwood davanti e dietro la cinepresa, è stato come un regalo per la Traven. “Lui è l’attore più formidabile con cui lavorare, perché è un essere umano affettuoso. All’inizio pensavo, ‘Oddio, è Clint Eastwood’. Non volevo essere nervosa, ma lui è una leggenda. Poi però scopri la sua umanità, quanto è premuroso e leggero e lo vedi scherzare, così tutto diventa più facile con lui e mi sono sentita subito a mio agio. Cosa posso aggiungere? Lavorare con lui è stato fantastico”.
Moore afferma, “Natalia ha centrato il ruolo. In ogni scena, sia con il linguaggio del corpo, con i suoi occhi o il dialogo, è sembrata molto realistica sullo schermo. E la sua relazione con il personaggio di Clint è stata meravigliosa”.
A chiudere il cast principale, troviamo Fernanda Urrejola nel ruolo della madre di Rafo, Leta, e Horacio Garcia-Rojas il suo scagnozzo, Aurelio.
Naturalmente, presenza costante e principale nell’avventura di Rafo, è Macho, gestito dall’addestratrice Lisa Brown e dall’allenatore di galli Jesus Aguilar. Anche se non gli era mai capitato prima di dover recitare con simili pennuti, Minett dice, “Adoro i galli! Il principale si chiamava Jet ed era bellissimo. Lavorare con i galli è stato pazzesco ma ho adorato Jet”.
Eastwood ride, “Beh, i galli non sono animali complicati, noi ne avevamo 11, ognuno di loro specializzato in qualcosa. Uno di questi ti saltava in mano. Un altro ti attaccava a comando e così via. Era meraviglioso da guardare.

“La gente prova ad essere macho, per far vedere che hanno le palle?
Poi però fanno tutti la stessa fine”. – Mike

Riprese, Location, Scenografie e Costumi

Le riprese di “Cry Macho” hanno preso il via nel New Mexico verso la fine del 2020, prendendo ogni precauzione per assicurare la salute e la sicurezza del cast e della troupe. La produzione ha girato in zone come Socorro, vicino al campus della New Mexico Tech; diversi interni ed esterni ad Albuquerque; Lemitar; Belen; Bernalillo e in alcuni luoghi di Polvadera, la cittadina dove Mike e Rafo incontrano Marta.

I collaboratori di lunga data di Eastwood Ron Reiss, Deborah Hopper, Joel Cox e Stephen Campanelli, tra gli altri, assieme al veterano direttore della fotografia Ben Davis al suo primo progetto con la compagnia, hanno formato il team creativo.
“L’intera troupe è ottima”, sorride il regista, “ho sempre delle ottime troupe a disposizione.
Sono sempre pronti a fare un buon lavoro”.
Lo stato del New Mexico è servito a rappresentare il Messico e, secondo Eastwood, nonostante il periodo dell’anno hanno usufruito di condizioni climatiche favorevoli. “Abbiamo girato in inverno con il freddo, e poi Albuquerque è a 1500 metri sul livello del mare, ma il tempo è stato bello per quasi tutte le riprese”.
Per Davis, sia la natura che la storia hanno influenzato pesantemente le sue scelte. “Questo è un road movie che tocca varie location, perciò è stato fondamentale capire quali erano queste location. Dettano l’aspetto del film e il controllo che si ha, è definito da dove si sta girando. Con queste premesse, abbiamo sviluppato uno stile visivo che in un certo senso parla per sé”.
Davis ha permesso ai paesaggi di permeare il suo campo visivo e le sue scelte, notando che, “Una volta arrivati sul primo set, un esterno nel deserto, ho iniziato a sperimentare la temperatura colore, cercando di arrivare alla giusta gamma di colori, poi ho visto Clint che indossava una magnifica giacca di pelle scamosciata e un cappello. Era in macchina, guidando per le strade del New Mexico, così ho scaldato la temperatura colore della cinepresa, riflettendo su dove avrebbero dovuto essere le ombre. Poi, di colpo ho avuto la rivelazione su come avrebbe dovuto essere l’aspetto del film. Il cappello gettava una magnifica ombra che nascondeva i suoi occhi. Molto del suo personaggio è incentrato su cosa nasconde, tutte le cose che gli sono successe nel passato e che il ragazzo aiuta a venire a galla. Quindi, per tutto il film, ad iniziare con l’ombra creata dal cappello, ho provato a permettere alla luce di raggiungere i suoi occhi”.
Però il problema più grande per Davis, come racconta, è stato che “il regista era anche il personaggio principale e virtualmente appariva in ogni scena. Ho fatto un paio di prove per vedere se quel livello di comunicazione funzionasse e per creare una scorciatoia per le scene future. Amo i film di Clint perché contengono una grande onestà, niente lustrini o cose simili. Fondamentalmente è un narratore di storie, io adoro come lo fa e ho lavorato con lui per aiutarlo a rimanere onesto anche questa volta”.
Ron Reiss ha lavorato anche come scenografo nel film—il suo primo, avendo già lavorato come arredatore i diversi film di Eastwood. “Mi è stata offerta la possibilità, ed è stato veramente divertente” dice .

“Il mio scopo era quello di rappresentare il Messico della fine degli anni ’70, e la ricerca è stata veramente interessante. Siamo andati indietro nel tempo, 1975, 1968 e vedere cosa riuscivamo a trovare, perché non volevamo che le cose sembrassero nuove, anche per quell’epoca”.
Naturalmente, realizzare lo scenario è stato critico in particolare per la residenza di Mike, dato che in alcuni momenti offre segnali visivi allo spettatore della vita che ha vissuto. “All’inizio del film, vediamo la storia di Mike, la sua vita”, dice Reiss. “Era una star del rodeo e la casa è zeppa di premi, articoli di giornale e sue foto sui cavalli selvaggi; l’aspetto è tipico del west. Abbiamo messo insieme tutte queste cose assieme al reparto decorazioni e attrezzisti, inoltre abbiamo usato alcune bellissime immagini di Clint quando era più giovane, riuscendo a manipolarle”.
Per il progetto della casa di Mike con le foto di anni di rodeo, trofei e nastri in tutta la stanza, o il calore semplice della cantina di Marta, Reiss dice, “Per me, in tutti i set per una storia come questa, sono i piccoli dettagli che la rendono autentica. Mi piace sempre quando l’ambiente si fonde bene con gli attori, così quando vediamo Clint sullo schermo, lui è quello che vedete”.
L’obiettivo primario di Reiss e il suo team, era di invecchiare l’ambiente che avevano costruito, usando materiali naturali e colori come il verde e l’oro in modo leggero, così che si sposasse bene con le scelte del direttore della fotografia e dare maggiore risalto alla sua metratura.
“Ovviamente, il COVID è stato un nuovo ostacolo con cui tutti abbiamo dovuto fare i conti, così come tutte le altre produzioni. Proprio per questo abbiamo dovuto tenere conto della metratura della stanza e controllare quante persone erano presenti sul set, ecc… La sicurezza di ognuno era di importanza primaria, perciò siamo stati attenti a creare lo spazio necessario per ognuno, specialmente i nostri attori”.
Per una scena in esterni di un maneggio, dove Mike insegna a Rafo a cavalcare, Reiss elogia il suo arredatore, Christopher Carlson. “Christopher ha scovato un galantuomo a Santa Fe, che colleziona vecchie attrezzature equestri—selle, finimenti, briglie—e ce le ha noleggiate. Sono fantastiche. Sono veramente delle antichità, e magnifiche nella loro semplicità; oggi non se ne vedono più. E il signore a cui appartengono è venuto sul set, per vedere cosa avevamo realizzato e ha detto a Christopher che aveva già noleggiato le sue attrezzature per numerosi film, ma che non aveva mai visto un set così autentico come il nostro.
Il giovane, Minett, originario del Messico, dice, “Non conosco il `Messico degli anni ’70, ma ho visto tante foto di ristoranti, automobili, vestiti, cibo e caramelle, ed era tutto molto simile ai villaggi del film, era tutto magnifico. Sembrava di stare veramente nel Messico degli anni ’70”.

Un altro elemento chiave per la creazione di un aspetto autentico del film, sono stati i costumi. La costumista Deborah Hopper dice che la sfida maggiore era quella di “rendere giustizia al look western di Clint. “Abbiamo usato i grigi, granata, crema, marrone—colori che richiamano la Terra. Ricreare è stato divertente ma anche difficile a volte, perché nel corso degli anni ha interpretato così tanti grandi cowboy e indossato tanti abiti iconici —specialmente i cappelli”.
“Il cappello è stato fatto su misura”, continua. “Abbiamo guardato tutti suoi cappelli da film come, ‘Honkytonk Man’ e ‘Bronco Billy’—e ne abbiamo studiato rigorosamente tutte le fogge differenti. I cappelli da Rodeo sono più arrotolati ai lati, e abbiamo scoperto che non funzionavano bene come quello a tesa piatta, che invece era ottimo per tutte le volte che lo vediamo dormire, o quando sbircia da sotto la tesa come nella sceneggiatura. Ne abbiamo realizzati un certo numero come esempi,  per poi eliminare mano mano quelli che non andavano bene, dato che Clint è stato molto specifico sul cappello che avrebbe dovuto indossare il suo personaggio nel film. Dopo averne provati molti, abbiamo optato per il cappello che vedrete nel film. Penso che sia magnifico”.
Nel copione, Mike deve comprare una giacca mentre sono in viaggio. La Hopper ha optato per una giacca “Mexicali” con pezze di coperte. Era un disegno Rio Grande in uso nel 20mo secolo. Ne abbiamo realizzate tre e sono stati i lavori che ho preferito nel film”.
I fan più attenti di Eastwood avranno notato un paio di elementi riproposti da Hopper. “Abbiamo usato una giacca da ‘Any Which Way You Can’, un giubbino jeans con risvolti in velluto a righe, e una camicia color ruggine usati in ‘Blood Work'”, rivela.
Per il personaggio di Natalia Traven, Hopper dice, “Quando ho letto per la prima volta del personaggio di Marta, ho pensato che avrebbe dovuto essere molto tradizionale, poiché vive in un remoto villaggio. Il suo aspetto con le camicette ricamate e i toni naturali, sono un piccolo viaggio nel tempo, anche prima degli anni 70, ma ho deciso che grazie al fatto di essere una donna forte era anche all’avanguardia. Perciò, oltre alle gonne e alle camicette le ho dato una bellissima cinta di cuoio e stivali alti con piccole frange”.
La Traven dice, “Per me i costumi, quando li ho indossati, erano specifici”, sorride. “Gli stivali, il grembiule, tutte le camicette ricamate, sono bellissimi”.

Moore si complimenta, “L’attenzione per i dettagli nel film è entusiasmante. Tutti quanti, da Deborah, la nostra montatrice, Joel, Ron Reiss, il nostro scenografo, Mike Sexton, l’attrezzista, Patrick Mignano, il nostro locations manager, lavorano con Clint da diverso tempo e capiscono il suo senso estetico. Anche Larry Stelling, responsabile delle automobili, lavora con Clint da sempre, e il suono di quei veicoli ci ha conquistato. Al giorno d’oggi, vai dal concessionario e acquisti queste vecchie auto che sono tenute benissimo, perché devono durare 30 o 40 anni. Ma nel 1979/1980, avevano un suono diverso. E Larry ha fatto in modo che il rumore fosse esattamente quello del periodo. Perciò l’autenticità di tutto quanto presente nel film, è stata semplicemente fantastica”.
Il produttore rivela che un pezzo musicale del film—una canzone ballata da Mike e Marta, “Sabor a Mí” è del 1971, ma oltre ad essere appropriata, “Natalia ha richiesto quel pezzo, perché era una delle sue canzoni preferite”.
Eastwood è famoso per voler mettere mano alle colonne sonore e alle musiche dei suoi film. Per catturare l’autenticità del periodo, oltre che tradurre i temi d’amore, perdita e riscatto, si è rivolto al compositore Mark Mancina.
“Mark ha scritto le musiche del film, una bellissima canzone e alcune meravigliose melodie per molte delle scene. È stato tutto molto piacevole e abbiamo lavorato a Carmel, che è anche vicino casa mia, ecco perché mi è piaciuto”.
Eastwood ha letteralmente messo mano, anzi tutte e due, nella musica. “Ho suonato il pianoforte per alcune delle musiche, ma niente che scalerà le classifiche della hit parade”, scherza.

HomeVideo (beta)


STREAMING VOD, SVOD E TVOD:
Cry Macho – Ritorno a casa disponibile in Digitale da martedì 4 Gennaio 2022 e in DVD da giovedì 10 Febbraio 2022
info: 2 Dicembre 2021 al Cinema; 4 Gennaio 2022 in PVOD; 10 Febbraio 2022 in DVD.

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