Catherine Parr: di nobili origini, colta, ricca, a trent’anni due volte vedova, andata poi sposa a Enrico VIII, il re d’Inghilterra e Irlanda di carattere e appetiti alquanto aggressivi. Fu la sesta moglie, quella che si salvò, che non fu né ripudiata né giustiziata. Alicia Vikander affronta con grinta il personaggio della consorte nominata reggente dal re in guerra, sospetta di simpatie protestanti e libertarie, educatrice materna dei figli di precedenti matrimoni reali (Elisabetta I compresa, che la definì l’unica madre che aveva avuto). Di fianco a lei, Jude Law in una incarnazione di un sovrano torreggiante, sanguigno, dolorante, mostruoso.
Cast e personaggi
Regia: Karim AïnouzSceneggiatura: Jessica Ashworth
Musiche: Dickon Hinchliffe
Fotografia: Hélène Louvart
Scenografia: Helen Scott
Montaggio: Heike Parplies
Costumi: Michael O'Connor
Cast Artistico e Ruoli:

Alicia Vikander
Katherine Parr

Jude Law
Enrico VIII

Simon Russell Beale
Vescovo Stephen Gardiner

Eddie Marsan
Edward Seymour

Ruby Bentall
Cat

Bryony Hannah
Ellen

Sam Riley
Thomas Seymour

Maia Jemmett
Dot

Amr Waked
Dotttor Mulay Al Farabi

Erin Doherty
Anne Askew

Junia Rees
Principessa Elizabeth

Patsy Ferran
Principessa Mary

Patrick Buckley
Principe Edward

Mina Andala
Jalida

Paul Tinto
Stowe

Mia Threapleton
Joan Bocher

Linnea Martinsson
Maud Lane

Lisa Pyk Wirstrom
Eleanor Browne

Milo Mackenzie
Young Page

Ian Drysdale
Sir Anthony Denny

Edward Harrison
John Gates

Norman Bowman
Sir William Herbert

Jason Baughan
Will Summers

Anna Mawan
Agnes Howard
Produttori:
Gabrielle Tana (Produttore), Carolyn Marks Blackwood (Produttore)
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Note di Regia
Non potrei essere più entusiasta di portare sul grande schermo FIREBRAND e raccontare la storia di Katherine Parr, una donna brillante, illuminata, emancipata, che mi ha ispirato profondamente. Una donna che è stata in gran parte ignorata, o certamente poco rappresentata, nella storia inglese dei Tudor. Si sa molto del regno tirannico di Enrico VIII, si sa molto del re stesso e di coloro che sono morti per mano sua, ma la mia attenzione si è concentrata su una donna che non solo è riuscita a sopravvivere, ma anche a trionfare. FIREBRAND è un’opportunità per presentare al grande pubblico il ritratto commovente di un personaggio unico, finora mai portato sul grande schermo. La storia segue gli ultimi mesi di vita di Katherine Parr come regina d’Inghilterra, così come gli ultimi mesi di vita di Enrico VIII come re. Katherine Parr è stata una donna che ha osato sognare nonostante vivesse nell’incubo di una relazione abusiva in decadenza, una donna che con audacia ha provato a costruire un nuovo futuro per il proprio paese, in un contesto in cui la donna era solo una realtà accessoria al dominio maschile. Una regina che non ha rispettato ciò che il suo ruolo le imponeva: o la sottomissione o la brutale uccisione. Per me si tratta di una rivisitazione di un film “d’epoca”, più vicino a un horror psicologico o a un thriller politico: un potboiler ambientato nella superstiziosa e sanguinosa Inghilterra dei Tudor, intrisa degli orrori quotidiani della corte e della sfida di sopravvivere a un tiranno. Come Katherine ha osato immaginare la sua idea di nazione, io ho osato immaginare i contorni e i sapori di questa Inghilterra medievale e pre-imperiale. Ho immaginato una natura invasiva e brutale, misteriosa come i giochi di potere e le cospirazioni che popolano i gelidi corridoi del palazzo. Il sussurro del vento si fonde con le grida di dolore, disperazione e speranza dei protagonisti. Il peso del non detto, la forza schiacciante dell’istinto di sopravvivenza, il disagio dei corpi intrappolati nel peso degli abiti reali. Il barcollamento del potere mischiato al freddo inevitabile dell’Inghilterra. Qualcosa di denso, intenso, come il peso della materia. Con FIREBRAND ho voluto trasmettere sullo schermo il calore dei corpi minacciati, il pulsare dei loro cuori, il vapore dei loro respiri, il controllo apparente di vite costantemente minacciate. Ho visto oro, atteggiamenti e violenza. Ho immaginato un’opera fatale, un gioco di vita o di morte, un film dai colori saturi, cremisi e blu, una storia di personaggi che abitano il vento brutale dell’inverno e i cieli argentati del Nord.
”La storia è più ossessionata dalle donne morte che da quelle in vita“. – Karim Aïnouz
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