Locandina italiana

Giuseppe Tornatore - Ogni film un’opera prima (2012)

Giuseppe Tornatore - Ogni film un’opera prima
Locandina Giuseppe Tornatore - Ogni film un’opera prima
Giuseppe Tornatore - Ogni film un’opera prima è un film del 2012 prodotto in Italia, di genere Biografico diretto da Luciano Barcaroli, Gerardo Panichi. Il film dura circa 101 minuti. Il cast include Monica Bellucci, Sergio Castellitto, Giuseppe Tornatore, Blasco Giurato, Tonino Guerra, Leo Gullotta.

Attraverso le testimonianze di attori e collaboratori di Giuseppe Tornatore (tra gli altri Tim Roth, Geoffrey Rush, Harvey Weinstein, Ennio Morricone, Sergio Castellitto, Goffredo Lombardo, Gerard Depardieu, Monica Bellucci) i due registi Barcaroli e Panichi mostrano i celebri momenti di gloria del Premio Oscar Giuseppe Tornatore, insieme a riflessioni intime sulle passioni e le incomprensioni, le certezze e i dubbi di una carriera ricca di titoli e riconoscimenti.

Info Tecniche e Distribuzione

Genere: Biografico
Nazione: Italia - 2012
Durata: 101 minuti
Formato: Colore
Produzione: Stilelibero Produzioni, Roma Lazio Film Commission (con il supporto di)

Immagini

[Schermo Intero]

Giuseppe Tornatore

Io facevo dei documentari, ma il mio desiderio era quello di raccontare storie. In fondo andare in giro per il paese per anni, fotografando di nascosto la gente, che cosa era se non uno spiare storie che tu non avevi il diritto di conoscere totalmente.

La sala cinematografica per me ha rappresentato tutto, perché il cinema io l’ho incontrato in una sala cinematografica, l’ho scoperto scoprendo la sala cinematografica. Quindi l’idea del cinema e’ sempre stata per me un tutt’uno con la sala cinematografica, la vita della sala cinematografica e tutto quello che accadeva intorno alla gestione della sala. Sono due entità’ inscindibili.

Capisco Novecento quando dice che dentro i confini di una nave lui sa vivere, sa capire le cose, ma nel caos del mondo questo gli viene più difficile, io lo capisco quello che vuole dire, forse lo condivido anche.

Detesto le infatuazioni, ho paura delle infatuazioni. Una storia ti può piacere oggi e fra tre settimane non ti interessa più, ecco perché reputo decisiva l’incubazione di una storia: se dopo dieci anni ancora una storia ti attrae, ti convince, e ti costringe ad utilizzare una parte del tempo della tua vita a ripensare e a rimodellare e a ridisegnare, vuol dire che c’è qualcosa in quella storia che ti appartiene. Quando hai scoperto questo puoi fare il film.

Io, quando ho fatto Baarìa, non ho voluto fare un film sulla Sicilia, ho voluto fare un film sul mio paese. Ma neanche sul mio paese, sul mio quartiere. Ma neanche sul mio quartiere, un film sulla stanza da pranzo della casa dove sono nato. E neanche sulla stanza da pranzo, sulla sedia dove mi sedevo per mangiare. È un film personale

BLASCO GIURATO – Direttore della fotografia
Per Il Camorrista mi chiamò un vecchio aiuto regista che si chiamava Maffini, che mi fece una telefonata strana: “Blasco, guarda, sono qui da Lombardo, stiamo preparando un film, con un giovane. Però guarda è assurdo perché ha visto un sacco di operatori non gli sta bene niente. Mi fece subito simpatia questo ragazzo, con la barba, giovanissimo. E da li capii subito che in un certo senso aveva una marcia in più, da come ti poneva le questioni. Già si intuiva una risposta che doveva essere quella se no erano cavoli. In Una pura formalità era un tipo di situazione che si rifletteva molte volte nel film. L’angoscia, gli stati d’animo che sono un po’ fuori dalla normalità, questo senso di vuoto che c’è nel film, quest’aria… Mi viene da pensare all’ inizio di Otto e mezzo, quando lui cerca di respirare ed esce fuori.

MASSIMO DE RITA – Sceneggiatore
Peppuccio, non vi rendete conto, è un animale curioso, strano. È impastato di cinema, cioè non è uno che fa il mestiere, come, faccio io, il mestiere del cinematografaro insomma. Peppuccio è il cinema.

Per capire Peppuccio bisogna anche vedere ad esempio le sue fotografie. È il mondo suo più intimo, più melanconico, però anche più caldo, più onesto nel senso che è lui molto vicino alla verità, perché quelle persone sono un po’ i suoi amici, i suoi parenti, le persone a cui ha voluto bene, anche se non sa nemmeno come si chiamano.

DANTE SPINOTTI – Direttore della fotografia
Il fatto che la macchina da presa raccolga tutti questi desideri di evasione, anche in Sicilia, di gente che vuol fare qualcosa di altro, che vuol andare via, che ha dei sogni, che vorrebbe fare del cinema, che però non sa abbastanza… L’idea, il concetto del film è così straordinaria per questo.

TONINO GUERRA
Nel parlare con lui, anche quando devi fare una sceneggiatura od altro, senti che c’è questo amore che direi spropositato per il cinema o per l’immagine. Si porta questa passione che trasmette anche quando fa delle immagini che non riguardano la sua vita particolare.

MASSIMO CRISTALDI (su Nuovo Cinema Paradiso)
È un film che già tra le righe del copione esprimeva emozione, trasudava emozione, commozione, e nello stesso tempo divertimento. Era esattamente nella chiave di tanti film della commedia all’italiana. E mio padre individuò nella storia questo valore, e poi sicuramente decise di farlo perché gli piacque Peppuccio come persona, sentì che il ragazzo aveva talento, non so come dire.

TIM ROTH
Credo che nei suoi film Giuseppe riesca a creare una connessione con il pubblico, con il loro passato e con i loro sentimenti. Per esempio, nel nostro caso, il film possiede un grande romanticismo. Possiede la qualità dei grandi film di una volta. Io credo lui voglia costruire un ponte con il passato. Le sue storie hanno i piedi ben piantati in terra, ma poi sanno anche farti volare. In ognuno dei suoi film, troverai sempre qualcosa che ti lascerà senza fiato.

ENNIO MORRICONE
Quello che mi piace sottolineare è la sua fedeltà,la sua logica, la sua coerenza (…) Quello che io scrivo per lui ha una nobiltà interiore e una libertà interiore”

HARVEY WEINSTEIN
Cinema Paradiso (è stato il titolo per i paesi anglofoni) è un memoir su di un tema universale seppure calato totalmente nella cultura e tradizione italiana. Cinema Paradiso non sarebbe potuto venire dagli Stati Uniti ma toccava il cuore di tutti i cittadini del mondo. È questo ciò che abbiamo scoperto.

SERGIO CASTELLITTO
A me sembra che lui più’ che nostalgico sia arrabbiato. Il suo è un cinema dove c’è molta rabbia dietro questa nostalgia, dietro questa ricomposizione della memoria. C’e’ molta irritazione, c’è molta critica. Poi la malinconia, la nostalgia, è anche un regalo che fai allo spettatore.
Perché la nostalgia è un magnifico sentimento, una magnifica emozione con la quale tutti noi facciamo i conti.

MONICA BELLUCCI
È un regista che ama creare sul momento. Credo che abbia un’idea di cosa vuol fare e poi quando si trova in scena vede cosa succede ed è lì che crea veramente la situazione.

SERGIO RUBINI
Tornatore di sicuro è un regista che ha le idee chiare. Questo facilita molto il compito di un attore, perché l’attore non deve necessariamente sapere. Mastroianni era per esempio un attore così, Mastroianni non aveva voglia di sapere tutto, gli piaceva essere mosso. Ci vuole del talento per non sapere, ci vuole del talento per abbandonarsi.

KSENIA RAPPOPORT
Mi ha detto una volta una cosa bellissima, “Tu non sai questa storia. Irene non sa cosa succederà, devi solo raccontare la storia e non essere mai il giudice del tuo personaggio.”

GIAMPAOLO LETTA
Quando Giuseppe lavora si trasforma interiormente, entra come in un tunnel, con la massima concentrazione., quasi senza sentire la fatica fisica

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