Locandina italiana

Io, Arlecchino (2014)

Io, Arlecchino
Locandina Io, Arlecchino
Io, Arlecchino è un film del 2014 prodotto in Italia, di genere Commedia e Drammatico diretto da Matteo Bini, Giorgio Pasotti. Il film dura circa 90 minuti. Il cast include Valeria Bilello, Giorgio Pasotti, Lavinia Longhi, Roberto Herlitzka, Lunetta Savino, Massimo Molea. In Italia, esce al cinema giovedì 11 Giugno 2015 distribuito da Microcinema.

Paolo, noto conduttore di un talk show televisivo pomeridiano, viene raggiunto a Roma da una telefonata che gli comunica che il padre Giovanni è stato ricoverato in ospedale. Costretto a tornare nel piccolo villaggio medievale di Cornello del Tasso, in provincia di Bergamo, Paolo scopre che il padre è gravemente ammalato. Giovanni, ex attore teatrale e famoso Arlecchino, manifesta il desiderio di voler spendere gli ultimi mesi della sua vita continuando a recitare con la piccola compagnia teatrale del paese, mettendo in scena spettacoli di Commedia dell’Arte. Il ritorno al paese, ed il contatto con il padre e il suo mondo, porteranno Paolo a ricucire un rapporto con le sue origini, a ridefinire la sua identità e a riscoprire il tesoro artistico rappresentato dal personaggio di Arlecchino, del quale si troverà a vestire i panni. Una favola moderna che racconta la storia di un padre e di un figlio, avvolta dalla magia del personaggio di Arlecchino e della tradizione della Commedia dell’Arte italiana che tutto il mondo ci riconosce.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 11 Giugno 2015
Uscita in Italia: 11/06/2015
Genere: Commedia, Drammatico
Nazione: Italia - 2014
Durata: 90 minuti
Formato: Colore
Produzione: Officina della Comunicazione, Rai Cinema (in collaborazione con)
Distribuzione: Microcinema

Immagini

[Schermo Intero]

NOTE DI REGIA – Matteo Bini e Giorgio Pasotti

Io, Arlecchino è un film che unisce commedia e dramma attraverso una storia emozionante e coinvolgente. È un film con due protagonisti, che trova anche una dimensione di coralità attraverso i suoi vari personaggi secondari, i quali non solo fanno da contorno alle vicende principali ma rappresentano i custodi di un piccolo mondo ancora incontaminato dai veleni della modernità. Gli stessi luoghi, infatti, divengono elementi di narrazione e di significato e contribuiscono a definire i personaggi e le loro relazioni. Ecco allora contrapporsi tre mondi diversi, nei quali vivono storie e persone caratterizzate da elementi peculiari. Il mondo della televisione, con i suoi luccicanti riflettori, che tutto tengono illuminato senza pudore. Un’immagine, quella televisiva, a tratti superficiale che pretende di farsi custode del senso delle cose. Il mondo della Commedia dell’Arte, nella quale, attraverso le maschere, si raccontano con immediatezza vizi e virtù dell’uomo. Ed infine il mondo della piccola città di provincia, a tratti soffocata dal verde in una valle angusta, un po’ aspra e grezza, dove roccia e natura si inseguono e mischiano, come in una danza. Un paesino al riparo dai tormenti della città, nel quale il ritmo della vita rallenta, per dare spazio all’incontro con l’altro. In questo contesto la bellezza si racchiude nella semplicità di una tavola imbandita, dove il cibo diventa occasione di incontro e condivisione. La storia di Paolo racconta un passaggio tra ambienti lontani e a tratti incompatibili tra di loro; è la storia della contaminazione di un giovane uomo e del suo incontro con mondi distanti e persone da lui molto diverse, che lo stimoleranno a conoscere una vita nuova, così differente da quella sinora vissuta. Il film è anche la storia del nuovo incontro tra un padre e un figlio, è la storia di un passaggio di testimone. In questo momento storico, il film racconta la storia di un recupero della tradizione con un occhio rivolto al futuro: come diceva il compositore Gustav Mahler, “tradizione non è contemplare le ceneri ma passare il fuoco”. Per questo motivo abbiamo deciso di recuperare la Commedia dell’Arte, e nello specifico una maschera come quella di Arlecchino simbolo di positiva vitalità, di forza ed energia, capace di reinventarsi. L’evoluzione del personaggio di Paolo, il moderno Arlecchino, rappresenta il percorso evidente di una trasformazione visiva dello stesso, che culminerà nel finale in una sorta di sorprendente “trasfigurazione”. Con questo film vogliamo raccontare una storia semplice ma ricca, che farà ridere e piangere. Una storia dove il movimento viene dato dall’armonia tra gli opposti, in un gioco di sottrazione, dove alcuni momenti di poesia verranno risvegliati da guizzi, salti e lazzi. Arlecchino farà capolino nella nostra vita ed è pronto a smascherarci.

NOTE DI PRODUZIONE

Io, Arlecchino è un film che racconta, reinterpretandola in chiave moderna, la storia della maschera più conosciuta e amata al mondo. Perché ambientare ai giorni nostri una storia che pesca la sua idea nella Commedia dell’Arte, apparentemente lontana dai temi e dai problemi che l’attualità oggi ci sottopone? Perché ci sono storie che sono portatrici di elementi distintivi, di una particolare magia che le rende uniche e universali. Il progetto, nonostante il suo forte radicamento sul territorio, è facilmente esportabile al di fuori dei suoi confini, essendo caratterizzato dall’universalità dei temi trattati. Arlecchino con il suo vestito rimediato, che diviene occasione di stile e di riconoscibilità, è anche il simbolo dell’uomo contemporaneo tutto, un uomo alla ricerca di un’identità che spesso si deve “arrangiare”, trasformando creativamente le poche risorse in qualcosa di nuovo e di piacevolmente rappresentativo del sé. Le toppe divengono un patchwork colorato, un mix di colori che, accostati in modo inusuale, danno come risultato una “creatività” innovativa che deriva dalla necessità e dalla mancanza. Il mondo moderno, bisognoso di reinventarsi partendo spesso da una scarsità di risorse, nel film esprime se stesso senza confini, in una molteplicità di colori e di culture. Parlare di Arlecchino nei tempi moderni significa raccontare una favola attuale, in cui tradizione, storia e presente si mescolano per ricordare che forse, anche nei tempi di crisi, la propria identità storica e culturale, il ritorno alle proprie origini e la capacità di scommettere e rischiare sono gli antidoti per non soccombere e per avere fiducia nel futuro. Io, Arlecchino è un film che nasce così. Con il desiderio di raccontare una storia fatta di personaggi che, collocati in un microcosmo particolare e riconoscibile, nonché situato geograficamente in un punto ben preciso dell’universo, raccontano una storia comune, in grado di coinvolgere un pubblico il più eterogeneo possibile. Inoltre, il modello produttivo del film Io, Arlecchino ha permesso di far dialogare in modo efficace interlocutori pubblici e imprese private, che hanno deciso di investire in un progetto cinematografico in grado di realizzare un obiettivo comune: promuovere un territorio attraverso la valorizzazione dei suoi luoghi e delle sue tradizioni. La realizzazione del film è stata possibile grazie a un team produttivo composto da uomini di esperienza e giovani talenti. I Produttori Nicola Salvi e Elisabetta Sola.

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